§ EUROPA SENZA LO SME

UNA RESA ONOREVOLE




Innocenzo Cipolletta



Se dopo una lunga e combattuta battaglia, chi si è prodemente difeso merita l'onore delle armi, allora credo si debba dare questo onore allo Sme.
Al momento della sua resa credo che in molti dovevamo dire grazie a un sistema che aveva consentito di "traghettare" i Paesi europei verso una maggiore stabilità interna.
Oggi possiamo deridere gli affannosi tentativi delle Banche centrali nel resistere agli attacchi della speculazione; possiamo glorificare gli eroi dell'"io l'avevo detto" che prevedevano quella capitolazione; possiamo biasimare la miope Germania arroccata sulla difesa della stabilità interna e l'idealista Francia immolatasi sull'altare del franco forte; possiamo consolarci noi italiani della ormai dimenticata disfatta dell'estate 1992.
Ma l'Europa senza in quegli anni avrebbe funzionato meglio? Quale sarebbe stata la sorte dei nostri Paesi se avessimo seguito gli accorati (e disinteressati?) consigli degli amici americani, dall'Amministrazione statunitense all'esercito dei premi Nobel che sono un appannaggio del nuovo continente?
Non credo che avremmo avuto risultati migliori degli attuali. Intanto, era difficile immaginare un'unificazione tedesca con cambi fluttuanti.
Avremmo assistito a una forte rivalutazione del marco tedesco, ben oltre i fondamentali limiti, con il risultato di accrescere l'inflazione negli altri Paesi europei e di deprimere l'economia tedesca che dall'unificazione - e dalle consistenti spese pubbliche connesse -avrebbe tratto ben poco giovamento. Il risultato sarebbe stato un po' più di esportazioni e di occupazione in Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, ecc., pagato con maggiore inflazione e con una recessione in Germania, malgrado l'accresciuta spesa pubblica. Sarebbe stata una soluzione accettabile per l'Europa? I vantaggi sarebbero stati consistenti? Credo proprio di no e credo anche che un simile scenario avrebbe avuto uno sbocco indesiderato: un ritorno ai controlli doganali con qualche dose di protezionismo tedesco per difendersi dai troppo avidi vicini. Alla fine ci sarebbe stata più inflazione generale, più disoccupazione (o la stessa, diversamente distribuita nei Paesi) e più protezionismo. Certo, un bel passo in avanti!
Ma qualcuno potrebbe dire: la Germania avrebbe potuto rivalutare prima. Ciò è sicuramente vero e sarebbe servito a salvare lo Sme, dimostrando ai suoi critici che esso non era sbagliato, ma ne era sbagliata la gestione.
Per l'Italia, l'assenza dello Sme avrebbe significato un'inflazione a due cifre, la permanenza di un sistema di indicizzazioni, una rincorsa affannosa tra pressione fiscale e spesa pubblica, e nessuna garanzia di una discesa dei tassi di interesse.
Lo Sme ha costituito per il nostro Paese una sorta di "guida di comportamento" che ha consentito di modificare alla base i nostri comportamenti. La lira stabile, con i suoi costi in termini di occupazione e di produzione ha costituito il pungolo con il quale le imprese esposte alla concorrenza hanno detto basta all'aumento dei costi di produzione, confermando che l'inflazione la combatte solo chi acquista e consuma, quando non ha alternative e dando il via a un processo di smantellamento delle protezioni.
E' infatti caduta la protezione della Stato, perché le imprese esportatrici non hanno più potuto sopportare incrementi di imposte per finanziare una spesa pubblica crescente. L'azione del governo (o dei governi) italiano si è spostata sul controllo della spesa, pur se inizialmente con circospezione e con molte resistenze.
E' caduta la protezione del salario, in termini di indicizzazione, perché chi esporta in regime di cambi fissi non può proteggere i lavoratori da un'inflazione prodotta da chi è protetto.
L'eliminazione di queste protezioni sta cambiando i comportamenti italiani anche ora. Oggi in Italia - come negli altri Paesi europei -abbiamo la possibilità di mantenere comportamenti non inflazionistici pur in assenza del vincolo del cambio.
Questo è un grosso risultato che abbiamo conseguito anche grazie allo Sme e che ci può consentire oggi di mantenere bassa l'inflazione indipendentemente dalle fluttuazioni di cambio.
I vantaggi di una simile situazione sono evidenti: se la lira si svaluta avremo dei vantaggi in termini di competitività con riflessi inflazionistici contenuti e limitati ai meccanismi impliciti nel peggioramento delle ragioni di scambio. Se la lira rimane stabile e/o si apprezza, avremo una bassa inflazione e non perderemo di competitività.
Credo che il compito dell'Europa e dell'Italia nell'immediato futuro sia quello di ricostituire uno Sme senza i vincoli artificiali di un accordo dei cambi, ma "solo" grazie a comportamenti e a politiche convergenti.
Avremo così ricostituito una stabilità non artificiale e avremo compiuto quel passo avanti verso l'Unione politica e monetaria fatta non di accordi ma di istituzioni e comportamenti comuni.


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