§ SAN NICOLA NELLA CULTURA RUSSA

LA LEGGENDA DEL SANTO TAUMATURGO




Andrej Sinjavskij



Il Santo più amato in Russia è Nikolaj-Cudotvorec (San Nicola il Taumaturgo), che il popolo chiama semplicemente e affettuosamente Nicola. Sebbene non sia russo, ma greco, nella coscienza popolare si è del tutto russificato. Lo testimonia un viaggiatore tedesco che negli anni '30 del XVII secolo visitò la Moscovia e descrisse il viaggio in un libro molto interessante. Scrive infatti Adam Olearius: "Questa gente ha anche un suo proprio santo maestro russo, che chiama Nicola Taumaturgo".
Evidentemente, essendo luterano, Olearius non sapeva prima del suo viaggio dell'esistenza di questo Santo. Tuttavia, il fatto stesso che abbia potuto credere che un San Nicola Taumaturgo fosse un Santo esclusivamente e propriamente russo ci offre un'idea della deferenza e della considerazione che circondava l'immagine di San Nicola in Russia.
Moltissimi racconti popolari lo attestano. In Ucraina era diffuso un motto scherzoso, costruito in forma di dialogo tra due contadini. Il primo chiede: "E se Dio muore, che cosa succede?". Il secondo risponde: "C'è sempre Nicola, no?". Ovviamente il tono è umoristico, ma la battuta testimonia che San Nicola veniva considerato nientemeno che il vice di Dio. Questo però non impediva di raffigurarlo come un vecchietto umile e canuto, il quale, con calzari di corteccia e il bastone in mano, percorre in lungo e in largo la Russia; oppure se ne sta seduto sotto un albero a intrecciare i calzari. In una parola, tra tutti i Santi venerati in Russia, San Nicola non è soltanto il più venerato, ma anche quello più semplice e più dolce. E' l'eterno pellegrino e l'eterno lavoratore.
San Nicola non è legato a una data funzione. E' il primo nei lavori agricoli, nei raccolti, presso i pescatori, ma anche presso naviganti e viaggiatori. Questo ampio spettro di attività si spiega col fatto che Nicola è innanzitutto "il pronto soccorritore". L'espressione "pronto soccorritore" è diventata un'immagine stabile, un epiteto costante. Nei momenti cruciali, basta chiamarlo, e lui arriva e soccorre il bisognoso. A differenza di altri (come, ad esempio, Sant'Elia profeta), o dello stesso Cristo, l'immagine di San Nicola non ha in sé nulla di minaccioso, di terribile. San Nicola è il costante benefattore del popolo russo. Per poter esercitare questa misericordia deve talora ingannare gli altri Santi.
In una favola, San Nicola e Sant'Elia profeta, vestiti da pellegrini, attraversano il campo di un contadino che era devoto di San Nicola, ma trascurava Sant'Elia.

Nicola si rallegra dei bei germogli che vede, mentre Elia manifesta il proposito di bruciarli con il fulmine e di abbatterli con la grandine. Allora San Nicola avverte il contadino e gli dice di vendere subito tutto il raccolto futuro al prete della vicina chiesa di Sant'Elia, verso il quale Elia doveva essere naturalmente ben disposto. Dopo di che, attraverso nuove peripezie, il contadino - sempre con l'aiuto di Nicola - prospera. Alla fine, però, Elia comprende che in tutta la vicenda c'è lo zampino di Nicola. Così gli annuncia l'ennesima prova per il contadino, ma si rifiuta di dirgli quale. Nicola appare rassegnato, ma vuole dare al suo protetto un ultimo consiglio. Seguendo questo consiglio, il contadino compera due candele, una grossa, da un rublo, e una piccola, da un copeco. Quando incontra i due Santi per la strada, chiarisce loro che quella grossa è per Sant'Elia e quella piccola per San Nicola. Questo rabbonisce finalmente Sant'Elia, che smette di perseguitare il contadino.
I personaggi di questa favola, sebbene siano dei Santi (cioè, sebbene appartengano a una gerarchia celeste, senza peccato) si comportano come persone comuni, come semplici contadini. Sono gelosi l'uno dell'altro, e fanno a gara a chi è più furbo. Vediamo che San Nicola supera l'altro in astuzia, ma questa sua astuzia è per il bene e per la salvezza dell'uomo.
Quanto all'aspetto materiale, diciamo così, dei concreti rapporti che si instaurano tra l'uomo e il Santo - in una sorta di transazione reciprocamente vantaggiosa - esso riflette la mentalità pratica del mondo contadino. Tuttavia l'uomo russo capiva molto bene che questa transazione con San Nicola non poteva servire ad ingannarlo o comunque a perseguire scopi immorali. Una leggenda racconta di un uomo che viveva di furti e che dopo ogni furto accendeva una candela a San Nicola. Le cose gli erano andate bene, finché un giorno venne scoperto e inseguito. Fuggendo, incontrò un piccolo vecchio lacero come un mendicante. Questi gli chiese: "Dove corri?", e gli consigliò di nascondersi in un fosso, dove giaceva la carogna di un cavallo. Gli inseguitori passarono oltre, senza scoprirlo. Il ladro saltò fuori dal fosso. Il vecchietto gli chiese: "E allora, ci stavi bene lì dentro?". "Macché, per poco soffocavo dal puzzo". "E credi che le tue candele siano meglio? Per me le tue candele sono come questa carogna".
Questa parabola dice che San Nicola (come tutti gli altri Santi che abitano in cielo) non ha bisogno di offerte qualsiasi, come un idolo pagano, ma di offerte fatte con cuore puro e nel rispetto della morale cristiana.
Un altro aspetto notevole della storia è che, nonostante la severa rampogna al ladro e la palese dimostrazione di quanto valessero le sue candele acquistate con i soldi rubati, San Nicola tuttavia lo aiuta ad uscire da una situazione di grave pericolo.
Ma San Nicola è soprattutto buono con la povera gente e non si risparmia nel tentativo di alleviarne le pene. A questo proposito, c'è una leggenda straordinariamente poetica, legata anche ad un altro Santo, San Cassiano. Come in coppia con Elia profeta, che è minaccioso e geloso, risaltava meglio l'affettuosità, la spregiudicatezza a fin di bene e l'astuzia di San Nicola, così anche qui, in coppia con Cassiano, appare più evidente la sollecitudine e la prontezza ad aiutare di Nicola. C'è da dire che Cassiano occupa un posto molto particolare tra le schiere dei Santi. Infatti, se Nicola è il Santo più amato in Russia, San Cassiano è il meno amato. L'epiteto che lo accompagna è: il poco misericordioso. E addirittura in alcune regioni ritenevano disdicevole nominarlo. Il popolo temeva Cassiano, perché riteneva che avesse un occhio cattivo, che portasse iella.
Tanta cattiva reputazione è legata probabilmente al fatto che la sua festa ricorreva una volta ogni quattro anni: il 29 febbraio. Pensando a quale potesse essere il motivo per il quale San Cassiano veniva festeggiato così raramente, il popolo deve aver deciso che probabilmente aveva fatto qualcosa che era molto dispiaciuto a Dio. Su questa base si sono formate diverse storie fantastiche, la più popolare delle quali è appunto questa nostra.
Un bel giorno Cassiano e Nicola stanno camminando lungo una strada, quando incontrano un contadino il cui carro si è impantanato nel fango. Il contadino chiede loro di aiutarlo a smuovere il carro. Cassiano si rifiuta, dicendo: "Non posso, mi sporcherei tutta la veste paradisiaca, come farei poi a far ritorno in Paradiso e a presentarmi davanti agli occhi del Signore Iddio?". Intanto Nicola, senza dire niente, appoggia la spalla al carro, fa forza, e aiuta a tirarlo fuori. Ritornano dunque in Paradiso, e Nicola ha tutta la veste sporca di fango.
E il Signore gli dice: "Ma Nicola, come hai fatto a sporcarti così?". E l'altro gli racconta tutto il fatto. Allora il Signore chiede a Cassiano perché non ha aiutato anche lui il contadino. "Signore, temevo di sporcarmi la veste". La cosa non piacque al Signore e la sua decisione fu questa: San Cassiano sia festeggiato una volta ogni quattro anni e San Nicola, per la sua bontà, due volte all'anno.
Perciò in Russia San Nicola veniva festeggiato il 9 maggio (San Nicola d'estate o di primavera) e il 6 dicembre (San Nicola d'inverno). Erano due feste grandi, che duravano alcuni giorni e anche un'intera settimana. Ci si divertiva in compagnia, facendo cassa comune. E chi cercava di sottrarsi all'allegria generale, chi si dimostrava spilorcio, veniva deriso e svergognato fino a che non offriva un lauto pasto o un'abbondante bevuta. Da qui nascono alcuni divertenti neologismi popolari. Ad esempio, "nikòlit", nicoleggiare, che significa banchettare, spassarsela, ubriacarsi. Si diceva: "I nostri hanno nicoleggiato", si sono sborniati.
Oppure: "Quel che si è fatto lo si è nicoleggiato", cioè si è bevuto quel che si è guadagnato. O ancora: "Ha nicoleggiato fino alla borsa", vale a dire: ha speso fino all'ultimo centesimo.
Tutto questo dice quanto il popolo russo amasse San Nicola, che suscitava per l'appunto sentimenti gioiosi e la propensione alla fratellanza universale e alla generosità reciproca.
Persino in epoca sovietica e atea San Nicola continua ad agire come personaggio del folclore religioso. Riporterò qui una storia che ho udito io stesso in gioventù, e che mi è stata raccontata come storia vera. Si era svolta, così mi dissero, a Kujbysev (l'antica Samara). E c'erano anche dei testimoni oculari. In seguito avrei sentito anche raccontare da altri la stessa identica storia, riferita però ad altri luoghi o città. Si tratta quindi di un soggetto che circola.


Una compagnia di giovani e di ragazze organizza una festicciola in casa di uno di loro. Come si usa in tali occasioni, tutti si mettono a ballare: anzi, erano lì per quello. Ma una ragazza è senza cavaliere; il ragazzo, come si accerterà in seguito, si era ubriacato ancor prima della festa e dormiva da qualche parte. Allora la ragazza toglie dall'angolo l'icona di San Nicola e, poiché come tutti gli altri presenti non è credente, gli dice con leggerezza: "Dài, Kolja, andiamo a ballare". E, abbracciata l'icona, comincia a girare per la stanza. A un tratto resta pietrificata. Secondo una versione più realistica, resta paralizzata con l'icona in mano. La fanno distendere sul letto, ma non riescono a toglierle l'icona. Se ne vanno tutti terrorizzati. Però qualcuno informa del miracolo "chi di dovere" e immediatamente arrivano sul posto gli agenti dell'Mgb (il Kgb di allora). Circondano la casa.
Cercano di strappare l'icona dalle mani della ragazza pietrificata, chiamano dei medici, ma non c'è niente da fare.
L'elemento comune a tutte le varianti è che i partecipanti alla festa vengono immediatamente convocati all'Mgb che fa loro sottoscrivere una dichiarazione in cui si impegnano a non diffondere la notizia. Viene rintracciato e chiamato il ragazzo per colpa del quale si è scatenato tutto quel pandemonio: se non si fosse ubriacato e si fosse presentato alla festa, non ci sarebbe stato nessun fatto miracoloso; per questo viene severamente punito. Le finestre della casa vengono inchiodate; i vicini trasferiti. Un poliziotto viene messo accanto alla porta d'ingresso.
E' notte, il poliziotto è di guardia davanti alla casa dove si trova la ragazza paralizzata con l'icona, quando all'improvviso vede arrivare un vecchietto dall'aspetto misero che si dirige verso di lui e gli dice che deve entrare in quella casa. Il poliziotto gli sbarra il passo. Ma il vecchietto entra lo stesso. E a questo punto mi precisarono in un sussurro: un Santo come lui non ci mette niente a passare attraverso i muri. Si trattava proprio di San Nicola. Entra in casa, si avvicina alla ragazza, le toglie di mano Vicona e la posa sul davanzale; poi dice alla ragazza: "Vai e non peccare più". E la ragazza guarisce. La mattina dopo la portano ad ogni buon conto all'Mgb e la fanno partire verso una destinazione sconosciuta: perché il popolo non sappia del miracolo.
Ci si chiede allora: se le cose stanno così, come mai non si è mantenuto il segreto? L'anziana donna che mi ha raccontato questa storia mi ha assicurato di averla sentita personalmente, sotto giuramento di mantenere il segreto, dalla moglie di quel poliziotto che era di guardia quella notte.
Quando ho sentito raccontare per la prima volta questa storia mi sono molto rallegrato. E non soltanto perché l'ho sentita raccontare nella versione a lieto fine, quella in cui San Nicola perdona e guarisce la ragazza. Mi sono rallegrato perché il misticismo o, se si tratta di una storia inventata, l'antico elemento fantastico popolare vi si intrecciano strettamente con la contemporaneità sovietica.
Ci troviamo di tutto: una casa e una festa da ballo, un poliziotto, il potente Mgb che perseguita la fede e cerca in tutti i modi di cancellare nel popolo la memoria del miracolo e il sogno del miracolo. Eppure San Nicola Taumaturgo si è dimostrato più forte dell'Mgb. Questo significa che la creatività culturale e religiosa del popolo continua.
E significa che San Nicola continua ancora a camminare per la terra russa.


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