§ SPECCHIO DEL TEMPO

QUATTRO PRIORITA' PER L'UNIONE EUROPEA




Jacques Santer
Presidente della Commissione Europea



Le grandi scelte politiche, come qualsiasi decisione concreta, devono trovar posto in un'architettura globale. Noi intendiamo rendere più agevole, da parte di tutti i cittadini, la comprensione della portata delle nostre azioni, che non devono essere percepite come una somma di decisioni frammentarie. Per aumentare la trasparenza dell'azione da intraprendere, desidero evidenziare i quattro aspetti complementari dell'azione stessa: elaborazione delle nuove proposte legislative, adozione di quelle che sono in sospeso, promozione di vasti dibattiti pre-legislativi e, infine, gestione e applicazione delle nostre politiche.
Gli obiettivi generali sono: un'economia forte, in grado di creare più posti di lavoro; una unione economica e monetaria stabile; una maggiore solidarietà economica, sociale e regionale; una maggiore sicurezza all'interno dell'Unione; un ruolo di partner forte e affidabile sulla scena internazionale; una gestione trasparente ed efficace e la preparazione della Conferenza intergovernativa del '96. Il ruolo della Commissione non si limita alla sua iniziativa legislativa. E' compito della Commissione condurre ogni progetto attraverso i quattro momenti essenziali della sua dinamica: innanzitutto, proporre le nuove iniziative e avviare i grandi dibattiti innovativi e, successivamente, condurre a buon fine le iniziative in corso e sorvegliare l'applicazione delle nostre politiche.
La prima fase, quella in cui risiede la nostra principale responsabilità, consiste nella proposta di nuove legislazioni.
L'Unione è una comunità di diritto e ha bisogno di leggi e di regole. Dobbiamo tuttavia guardarci dal legiferare in eccesso. Ho già sostenuto che "occorre agire di meno per agire meglio". Agire di meno è possibile. Si può peraltro constatare che il numero delle nuove proposte è in calo da qualche tempo in qua. Innanzitutto perché il programma del Mercato 1992 è stato ampiamente realizzato, almeno sul piano legislativo, e poi perché si agisce meglio. La Commissione è intenzionata a concentrarsi sull'essenziale e ad applicare sempre meglio i principi di sussidiarietà e di proporzionalità.
La seconda fase è quella che mi sta più a cuore: non basta apri re nuovi cantieri, bisogna anche chiuderli. Sono a volte sorpreso nel sentire che "Bruxelles ha deciso" questa o quest'altra misura, quando non siamo ancora che al primo stadio della presa di decisione comunitaria!
Questo crea presso la cittadinanza una grande confusione. Starei quindi particolarmente attento a che le azioni che noi lanciamo non vadano ad impantanarsi nella non-decisione, al Consiglio come al Parlamento. Si tratta della coerenza del lavoro degli organi dell'Unione nel loro insieme.
La terza fase è quella della dinamica innovatrice che deve dare impulso ai nostri lavori futuri. Parliamo qui dei grandi dibattiti che devono esser promossi. Metterei questa fase sotto il segno della trasparenza, dell'efficienza e della concertazione. Infatti, è ora che la Commissione esponga le sue idee alle forze vive dell'Unione. I libri verdi, i libri bianchi o le comunicazioni devono tradurre la nostra volontà di prestare ascolto ai cittadini.
Nella quarta fase, quella relativa all'applicazione delle decisioni, noi mettiamo in gioco la credibilità dell'Unione. Saremo giudicati dal modo in cui la realizzeremo. E' per questo motivo che il programma di lavoro indica anche le principali misure di esecuzione delle politiche dell'Unione.
Naturalmente, perché un tale esercizio d'insieme sia leggibile, occorre individuare le priorità e scindere l'essenziale dal superfluo.
Bisogna anche trovare il giusto equilibrio fra tutte le pressanti richieste del Consiglio e del Parlamento europeo e le priorità politiche che abbiamo identificato. Questo programma vuol essere realistico e pratico. Spero che la Commissione sarà giudicata in base alle sue azioni e non in base alle parole. Vorrei ora illustrare con alcuni esempi concreti, tratti dal nostro programma di lavoro, l'attenzione che vorrei venisse prestata a ciascuna delle quattro fasi che separano le intenzioni dalla realtà.
1) Il principale settore in cui si impongono ancora iniziative di carattere legislativo è quello dello sviluppo delle tecnologie di punta e della società dell'informazione. La sfida è grande. Si tratta di delineare il nostro futuro. E' indispensabile che l'Europa assuma un ruolo di leader su questi mercati, per garantire posti di lavoro competitivi e per crearne, domani, di nuovi.
Insisto sul fatto che questa terza rivoluzione tecnologica deve andare a beneficio di tutti i cittadini. Noi prepariamo la società di domani -e questo deve essere un messaggio di speranza per i giovani - ma non a danno della società attuale. Chiedo a tutti di mobilitare le proprie forze e chiedo, soprattutto, la responsabilizzazione di tutti gli operatori economici affinché, insieme, si possa affrontare questa realtà di domani con entusiasmo, e non con paura.
Le tecnologie di punta esigono un approccio di tipo orizzontale. Ovunque, nel nostro programma di lavoro, vi sono riferimenti alle proposte legislative in questo settore, nel capitolo sugli audiovisivi come in materia di istruzione e di formazione o in campo sociale.
Cito, a titolo d'esempio, la liberalizzazione dell'infrastruttura, le comunicazioni mobili e il potenziamento del bilancio del Quarto programma-quadro di ricerca, chiave di volta di una politica innovatrice.
2) Ho già evidenziato l'importanza che attribuisco al compimento dei lavori avviati. Un gran numero di proposte sono in sospeso presso il Consiglio e il Parlamento. Questo nuoce molto all'immagine della Europa.
Su questo punto vorrei mettere un accento particolare sulla realizzazione del mercato interno, sulla politica energetica e sull'ambiente.
Dobbiamo completare la realizzazione dei mercati interni nei settori dell'elettricità e del gas naturale. Se, come possiamo constatare, nulla di fatto è stato realizzato al Consiglio, la Commissione dovrà assumersi le sue responsabilità. In campo nucleare, capitolo delicato e molto importante, vi sono un certo numero di accordi da applicare con gli Stati Uniti, la Russia, l'Ucraina e altri Paesi. Anche in materia di ambiente c'è un considerevole residuo. Molte delle priorità derivano peraltro da domande formulate dal Parlamento europeo. Perché il mercato interno migliori la realtà quotidiana delle nostre imprese e dei nostri cittadini, occorre consolidare quanto già acquisito, ma anche colmare le lacune che emergono da un primo bilancio e garantire l'effettiva applicazione delle decisioni.
Vorrei citare, in questa Europa del XX secolo, le grandi reti che irrigano le nostre regioni e favoriscono gli scambi. Bisogna realizzarle. Per quanti dubitassero del valore di questi progetti, consiglio di pensare all'entusiasmo dei nostri concittadini che hanno avuto occasione di servirsi del tunnel sotto la Manica!
Vi sono anche i grandi lavori tuttora in corso e che richiedono un grande sforzo comune per essere completati nei termini previsti. Non citerò che il più Importante: la realizzazione dell'Unione economica e monetaria e la concretizzazione della moneta unica. Lo ripeto: insisto, né più né meno, sulla rigorosa applicazione di quanto stabilisce il Trattato.
Atteniamoci ai quattro criteri. La crescita è buona, non allentiamo lo sforzo di convergenza. La Commissione vigilerà con le sue raccomandazioni per quanto attiene ai grandi orientamenti di politica economica e non mancherà in merito di prestare ascolto all'opinione dei cittadini. Bisogna preparare l'Unione economica e monetaria sul piano economico, naturalmente. Ma non rischiamo di perdere l'occasione per mancanza di preparazione tecnica. In questa prospettiva, la Commissione preparerà il suo libro verde sulle condizioni del passaggio alla moneta unica. Le imprese, ma soprattutto i cittadini, devono comprendere fino a che punto la moneta unica rappresenta uno straordinario strumento di progresso.
3) I grandi dibattiti. Mi aspetto un'ampia risposta a questi impulsi da parte del Parlamento europeo, dei nostri cittadini, delle imprese e di tutte le parti sociali.
E' difficile evidenziare un settore fra le numerose piste che preparano il nostro ingresso nel XXI secolo. Mi limiterò a menzionarne due o tre.
a) migliorare la competitività industriale è la condizione di fondo per un'economia in crescita. Richiamo l'attenzione su tre elementi del programma della Commissione:
- il proseguimento della comunicazione della Commissione sulla competitività industriale comporta la promozione della qualità, una migliore articolazione tra ricerca e competitività industriale e, soprattutto, la trasmissione di un libro bianco sull'educazione e la formazione, vere e proprie leve del XXI secolo;
- la costruzione di un gruppo consultivo di competitività, come previsto ad Essen. Questo gruppo, indipendente dalla Commissione, sarà composto da personalità di alto livello;
- una vera e propria politica dell'occupazione.
A questo proposito, il Consiglio europeo di Essen ha tracciato chiaramente i cinque grandi assi su cui devono dispiegarsi i nostri sforzi. Elaboreremo al più presto una comunicazione in cui cercheremo di delineare gli orientamenti di una sorveglianza multilaterale dei sistemi di occupazione. E' di estrema importanza in questo contesto che gli Stati membri, coerentemente all'impegno che si sono assunti ad Esseri, elaborino rapidamente i loro programmi pluriennali. Sono peraltro profondamente convinto che non potremo uscire se non associamo pienamente le parti sociali a questo processo e se non rafforziamo il dialogo sociale a livello europeo.
b) I cittadini non comprenderanno i vantaggi di uno spazio senza frontiere se l'Unione non dimostrerà loro la sua capacità di garantire la loro sicurezza e di lottare contro il traffico di droga e la criminalità organizzata. La Commissione farà maggiore uso del suo diritto di iniziativa laddove il Trattato glielo riconosca. Sono convinto che non si possa parlare di qualità della vita in una società senza sicurezza. Ed è per questo che, in materia di immigrazione e di asilo, di tossicodipendenza e di cooperazione giudiziaria civile - settori che coinvolgono un gran numero di europei nella loro vita quotidiana - la Commissione risponderà alle aspettative e alle inquietudini dei cittadini.
c) Fra le grandi priorità che meritano un vasto dibattito non va trascurata la strategia di pre-adesione dei Paesi dell'Europa centrale e orientale. Attribuisco personalmente grande importanza alla presentazione dei due libri bianchi che stiamo elaborando in materia, sull'avvicinamento delle legislazioni e sulla politica agricola comune. E' evidente che la strategia globale richiede anche una riflessione approfondita in molti altri settori.
Prima di passare all'applicazione delle nostre politiche, vorrei soffermarmi brevemente sui compiti che ci aspettano nel campo delle relazioni estere. Il resto del mondo vuole un'Europa forte, solidale e aperta.
Da ogni angolo del globo, dall'America Latina come dall'Europa dell'Est, dall'Asia come dall'Africa, il messaggio è lo stesso: quello della volontà di approfondire i rapporti con l'Unione europea. Ciò vale per il settore commerciale, naturalmente, ma riguarda sempre più anche il piano politico. Si tratta di una realtà che va utilizzata a nostro vantaggio. Ma per far questo occorre una Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) che funzioni e che sia degna di questo nome. Il nostro programma contiene in proposito un duplice messaggio:
- in primo luogo, occorre utilizzare al massimo il potenziale del Trattato di Maastricht;
- in secondo luogo, occorre preparare con determinazione e immaginazione la conferenza intergovernativa del 1996.
Aggiungerei in proposito un argomento che il Parlamento europeo ha molto a cuore: i Diritti Umani. Elaboreremo un rapporto in materia, che sarà inviato sia al Parlamento europeo che al Consiglio.
Mettere in cantiere una vera e propria politica estera e di sicurezza comune non deve indurci a trascurare gli aspetti più tradizionali delle nostre relazioni estere: la politica commerciale comune, l'aiuto allo sviluppo, la nostra fitta rete di relazioni economiche bilaterali...
4) E' l'asse dell'applicazione effettiva delle nostre politiche. Due caratteristiche devono guidare la nostra azione: essere accessibili e rigorosi.
Il rigore è la condizione necessaria per conservare la fiducia dei cittadini europei nelle nostre istituzioni. La Commissione deve condurre una impeccabile politica di controllo del diritto comunitario, se necessario, facendo ricorso all'articolo 171, che dà facoltà alla Commissione di adire la Corte di Giustizia per garantire il rispetto del diritto comunitario qualora reputi che uno Stato membro abbia mancato agli obblighi che gli incombono in virtù del Trattato dell'Unione.
Deve inoltre condurre una lotta senza quartiere alla frode. Non vinceremo questa guerra se, istituzioni comunitarie e Stati membri, non uniremo tutti i nostri sforzi. Quanto alla Commissione, ha enunciato chiaramente le sue priorità in questo settore. Una delle prime decisioni è stata quella di adottare un ambizioso programma di lavoro in materia di lotta antifrode.
L'accessibilità e la leggibilità del progetto europeo sono poi i presupposti di una vera e propria cittadinanza europea. I cittadini europei si pronunciano in misura sempre crescente sul progetto europeo e io mi rallegro di questa rivoluzione che definirei copernicana nella dinamica del rapporto fra istituzioni e cittadini. Ma per potersi pronunciare occorre capire.
Dobbiamo quindi semplificare e alleggerire la nostra legislazione. Dobbiamo spiegare sempre di più perché l'azione è o non è necessaria. Ma per far ciò dobbiamo noi stessi metter fine alle dispute campanilistiche e armonizzare le nostre attività. Lancio quindi un appello, a tutte le istituzioni, a collaborare, il che vuol dire accettare le critiche e i suggerimenti e mettere da parte la suscettibilità.
Questa esigenza di trasparenza assume un particolare rilievo in vista della preparazione della conferenza intergovernativa del 1996. La scadenza è prossima. Bisogna affrontarla con spirito aperto e costruttivo. Spero che la squadra tutta intera superi insieme la linea d'arrivo.
Paul Valery scriveva: "La politica è l'arte di insegnare alla gente di non immischiarsi in ciò che la riguarda". Sono felice di potergli dare torto sollecitando i cittadini, attraverso l'azione trasparente e concreta della Commissione, ad interessarsi ogni giorno di più a ciò che li riguarda direttamente.


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