Monteroni,
6 febbraio 1996
Caro Direttore,
che una docente di altissima fama quale Maria Corti s'interessi a
uno scrittore salentino, Salvatore Paolo, morto nel 1976 quasi del
tutto sconosciuto, è avvenimento che non può che rallegrarci.
Di Paolo io fui intimo amico e ho cercato, dopo la sua scomparsa,
in tutti i modi consentiti alle mie modeste forze, di mantenere vivo
il ricordo di lui e richiamare l'attenzione almeno degli studiosi
locali verso le sue opere edite e inedite.
Fu così, fra l'altro, che la tua intelligente disponibilità
accolse la proposta, fatta insieme da me e dal prof. Lucio Giannone,
di pubblicare sulla tua Rassegna un romanzo inedito del Paolo. Infatti
in Sudpuglia del dicembre '84 apparve il testo integrale de I Fibbia,
accompagnato da due note, una del prof. Giannone e l'altra mia.
Recente e felice l'iniziativa del prof. Ennio Bonea di assegnare a
un giovane laureando, Vincenzo Perruccio, una tesi su Salvatore Paolo.
Copia di tale tesi, che meritò la lode, fu spedita lo scorso
anno dal Perruccio a Milano alla vedova del critico Ettore Mazzali,
estimatore di Paolo e prefatore del romanzo Il canale. In casa Mazzali
la Signora Corti ebbe occasione di leggere la tesi, traendone spunto
per inviare un articolo al mensile di letteratura l'immaginazione
stampata a Lecce sotto la direzione di Anna Grazia D'Oria. In tale
articolo rilevai alcune inesattezze, che nulla tolgono all'importanza
dell'intervento di Maria Corti ma che comunque mi sembrò opportuno
rettificare garbatamente con lettera alla Corti presso l'immaginazione.
Questa mia lettera, spedita esattamente il 10 agosto '95, non è
stata mai pubblicata. La Direttrice della rivista, richiesta da me
verbalmente nello scorso novembre, ha risposto che la Signora Corti
aveva considerato la mia lettera molto personale e pertanto se l'era
portata via per darmene riscontro in privato, cosa a tutt'oggi non
verificatasi.
A parte quanto correttezza giornalistica o correttezza tout court
avrebbe richiesto, io sono convinto che, se a "un fantasma"
di scrittore si intende dare corpo, uno dei modi idonei -'se non altro
per cominciare - consiste nel discuterne pubblicamente. Perciò,
caro Direttore, dato che la tua Rassegna già a suo tempo s'interessò
di Salvatore Paolo, passo a te la lettera rimasta impubblicata da
l'immaginazione.
E approfitto per aggiungere un'altra rettifica, che avevo volutamente
tralasciata: l'inedito I Melcari non è un romanzo a sé,
bensì la prima stesura del romanzo edito Il canale.
Ti ringrazio molto per l'ospitalità che sono certo vorrai gentilmente
concedermi.
Giovanni Bernardini
Monteroni, 7 agosto '95
Illustre Signora
Corti,
ho letto con intimo compiacimento sull'ultimo numero de l'immaginazione
(121, giugno-luglio 1995) il suo intervento dal titolo "Un fantasma
salentino?". Forse qui esiste ed esisterà più di
un fantasma, anche se edito, fintanto la critica "alta",
come Lei sa bene, non degnerà d'un minimo d'attenzione quanto
di valido pur si produce in questa estrema periferia.
Sento il bisogno di ringraziarla anche per il suggerimento "a
bravi giovani locali" di andare fra le vecchie carte con spirito
di ricerca. Intanto posso darle per certo che in una nuova collana
narrativa, diretta da Donato Valli e Lucio Giannone, è in programma
la pubblicazione di Salvatore Paolo, molto probabilmente de "Il
romanzo di Mbuy" (questo è il titolo esatto).
Per la precisione debbo infine doverosamente aggiungere che in "Sudpuglia",
a. X, n. 4, dicembre 1984 il romanzo "I Fibbia" fu pubblicato
integralmente, non solo a mia cura, ma anche del prof. Lucio Giannone,
che vi appose un'acuta e documentata nota critica dal titolo Storia
de "I Fibbia".
Grazie e un deferente saluto.
Giovanni Bernardini