§ UTOPIA O SOLUZIONE FUTURIBILE?

L'ECONOMIA DISTRIBUTIVA




Roger-Louis Junod



Tutti i sistemi economici sono stati elaborati in tempi di scarsità, cioè di penuria. Si trattava di ripartire in seno a una popolazione beni prodotti in quantità insufficienti. Oggi, dopo la seconda rivoluzione industriale e i progressi del macchinismo, l'era dell'abbondanza, attesa dall'umanità fin dalle origini, è progressivamente sopravvenuta nelle nazioni sviluppate. Noi soffriamo attualmente non d'una penuria di beni, ma di una loro sovrapproduzione, soprattutto grazie all'automazione dei lavori manuali, parzialmente responsabile della disoccupazione.
In mancanza di una clientela solvibile molto numerosa, le merci che è impossibile vendere si accumulano, pronte per la distruzione come ai tempi della Crisi degli anni Trenta. L'astuzia dei partigiani della sottomissione alla legge dell'offerta e della domanda consiste nell'instaurare artificialmente la scarsità, con l'obiettivo di aumentare i prezzi.
Da una sessantina di anni l'economista Jacques Duboin, autore fra l'altro de La grande sostituzione dell'uomo con la macchina, Sulla via dell'abbondanza, Liberazione o Gli occhi aperti, preconizza l'instaurazione di una società "distributiva" in grado di ripartire tra tutti, dai neonati agli anziani, il prodotto del lavoro dei membri attivi della popolazione aiutati dalle macchine. Queste, lungi dal creare disoccupazione, permetteranno di dividere il lavoro in modo diverso. Ciascuno dedicherà i tempi necessari alla formazione che gli è congeniale. Egli lavorerà tante ore quante gli saranno necessarie (secondo i bisogni dell'impresa), ogni giorno, per un certo numero di anni, dopo di che sarà liberato dall'obbligo di produrre beni o servizi. Si rinuncerà al rapporto lavoro-reddito.
Il reddito, vale a dire la possibilità di acquistare beni e servizi, sarà garantito a tutti dalla nascita alla morte grazie ad una moneta di consumo, "fondente", impossibile da tesaurizzare. L'esportazione garantirà l'introito di dollari, franchi o marchi necessari per l'importazione di materie prime introvabili all'interno delle frontiere nazionali.
Esercitare un'attività produttiva durante un certo numero di anni, variabile secondo diversi criteri, ecco una soluzione elegante del rompicapo del pieno impiego. Quanto alla soppressione delle monete adatte alla speculazione e alla loro sostituzione con una moneta destinata ad assicurare il consumo di beni e servizi, moneta ripartita indipendentemente dalla natura e dalla durata del lavoro fornito, è la prima misura che dovrebbe prendere un governo conquistato all'economia distributiva.


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