§ ASPETTANDO L'EUROPA

DISASTRO MAASTRICHT




Antonio Martino



Premetto che sono completamente d'accordo sulla necessità di neutralizzare grazie ad un vincolo europeo le propensioni protezionistiche tipiche della sovranità nazionale (non solo in Italia). E' questa l'argomentazione economica più forte a favore della costruzione europea, ed ha una storia molto più lunga come confermato dalla commerce clause della Costituzione americana che impedisce ai singoli Stati di introdurre ostacoli ai commerci interstatali.
E' anche per questa ragione che critico la strategia di unificazione monetaria di Maastricht. Infatti, anche ammesso che essa abbia successo (il che oggi appare dubbio), non ci condurrà ad una moneta dell'Europa (che considero altamente desiderabile), ma ad una moneta comune ad alcuni Paesi europei. Tale esito sarebbe disastroso sia sotto il profilo politico - non si unifica l'Europa dividendola in due nuclei, con Paesi più graduali ed altri meno -che sotto quello economico, perché le turbolenze monetarie innescate dal rapporto fra il gruppo a moneta unica e quello composto dai Paesi esclusi si tradurrebbero in restrizioni al libero movimento di capitali, persone e prodotti. Paradossalmente, verrebbe sacrificato proprio quel mercato unico al quale tutti gli europeisti attribuiscono tanta importanza.
Se, invece, come sembra probabile, la strategia non dovesse avere successo, finirebbe con lo screditare le esigenze di risanamento finanziario (che sono indilazionabili) e la fattibilità della moneta europea. Ricordo che oggi nessun Paese membro rispetta tutti i parametri di Maastricht, il che fa sorgere il dubbio che si possa finire col posporre l'unificazione monetaria (il che sarebbe deleterio per la moneta europea), oppure con l'annacquare i parametri, ammettendo anche Paesi che non li rispettano (il che indebolirebbe la spinta verso il risanamento finanziario).
Chi crede nell'Europa, proprio per evitare tutti i rischi in agguato, deve battersi perché si cambi strategia di unificazione monetaria. L'alternativa è la demolizione di quanto è stato costruito negli ultimi quarant'anni.


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