§ ASPETTANDO L'EUROPA

DUE LIRE PER DUE ITALIE




M. B.



"Non crediate di aver liquidato il tormentone della lira, ora che ha recuperato. Anzi, il momento delle scelte arriva adesso e la Comunità europea degli affari ha opinioni piuttosto radicali su cosa converrà fare agli italiani e ai partners continentali". il professor Kurt Schiltknecht, membro della Banca Centrale Svizzera e mente strategica della BK Vision del finanziere zurighese Martin Ebner, non solo pensa che una moneta unica europea sarebbe disastrosa per il Mezzogiorno d'Italia: pensa che anche la lira lo sia.
Altri, invece, cominciano a preoccuparsi della possibilità che la valuta italiana si metta sulla strada di entrare nella moneta unica sin dall'inizio, ma dal punto di vista dei loro Paesi. Il capo economista della Deutsche Bank, Norbert Walter, per esempio, ritiene che una delle due ragioni per cui l'Unione monetaria potrebbe fallire è una mezza sollevazione popolare contro Khol quando, tra due anni, i Paesi europei decideranno come e da chi sarà formato l'Euro: sopporteranno, i tedeschi, di rinunciare al marco in cambio di qualcosa di annacquato da una valuta storicamente debole come la lira?
La teoria di Schiltknecht è che la fluttuazione del cambio della moneta funziona meglio, per un'economia, degli interventi pubblici. "Se i sussidi funzionassero, l'Italia del Sud sarebbe il Paese più ricco del mondo", ha sostenuto. Molto meglio - ha aggiunto - sarebbe che il Mezzogiorno avesse una propria valuta, diversa da quella del resto del Paese: permetterebbe di correggere gli squilibri, attraverso la svalutazione, molto meglio dei finanziamenti dello Stato. A maggior ragione, sarà "il maggior pericolo del prossimo decennio" una moneta unica europea. Perché? Perché "in questo modo i politici creeranno grandi tensioni in Europa. Serviranno enormi trasferimenti verso le aree più deboli e più colpite dalle rigidità della moneta unica. Ma per quanto tempo sopporteranno, i cittadini, questi trasferimenti? Molti italiani del Nord già non sopportano più la situazione. Si sta creando un clima molto più pericoloso di quello che si creerebbe lasciando i Paesi competere attraverso la svalutazione".
Non è che non ci sia anche chi ritiene che i problemi posti dalla lira italiana all'Europa siano soltanto "contingenti", e dunque destinati a passare. Ma, più che di ottimisti, si tratta di possibilisti. Norbert Walter, invece, vede bene il rafforzamento della divisa italiana, perché corregge uno squilibrio di cui le imprese tedesche hanno palesemente sofferto. La sua maggiore preoccupazione, però, è sul destino dell'Unione monetaria che, ritiene, ha oggi "il 55 per cento di probabilità di realizzarsi entro il 1999". Ci sono, tuttavia, due ostacoli da abbattere. Il primo, secondo l'economista, è rappresentato dal rallentamento dell'economia: potrebbe indebolire la volontà dei governi di rispettare i criteri di Maastricht: "Penso che i mercati finanziari, gli speculatori metteranno alla prova questa volontà al più presto". Il secondo ostacolo potrebbe nascere se Khol tornasse dal vertice europeo della primavera del 1998 con un risultato che non dovesse piacere "ai due Parlamenti o alla Corte Costituzionale, se dovesse accettare qualcosa di non rigoroso a sufficienza". Walter, per ora, mette la lira italiana lontana dal nocciolo della valuta unica. Ma se si avvicinasse troppo in fretta, per i tedeschi - afferma -"potrebbe essere un problema serio".


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