§ IL RISORGIMENTO ITALIANO A MALTA

LA POESIA DELL'ESILIO




Oliver Friggieri



L'opinione conservatrice continuava ad ammonire contro i pericoli degli intimi rapporti tra esuli e liberali maltesi. "L'Ordine", apertamente contrario alla presenza degli italiani, li considerò nemici dell'ordine costituito nell'isola e li accusò di istigare la popolazione a insorgere contro la dominazione inglese e di identificare la loro causa con quella dell'isola (45).
L'Associazione patriottica maltese pubblicò il suo programma nella prima edizione del suo nuovo giornale, ''L'Avvenire'': "Il debito che ha ogni cittadino verso la patria, l'ultimo fine verso cui si indirizzano gli sforzi di tutti i buoni, sono le due condizioni di ogni associazione e per conseguenza le caratteristiche onde l'Associazione patriottica maltese manifesta la sua tendenza precipua [ ... ]. Per perfezionamento del popolo intende essa la coltura delle branche più vitali che regolano la grande macchina sociale, cioè politica, amministrazione e pubblica morale. Le quali parole restano vuote di senso, se come base non abbiano la coltura e il progressivo estrinsecamento dei caratteri nazionali, come mezzo non adoperino la libertà [ ... ]. L'appoggio del popolo, più che la volontà dei suoi membri, deve portare a compimento il progetto di cui è parola" (46). Nella stessa edizione i dirigenti dell'Associazione indicarono quale era lo scopo finale di ogni loro attività che pare ispirata agli ideali del nazionalismo, dell'impegno popolare e del principio della libertà, tutti princìpi fedeli alla visione mazziniana: "Finché il governo goda un potere illimitato, finché non v'abbiano istituzioni popolari che frenino l'arbitrio e prevengano gli abusi, la nostra amministrazione malamente si usurpa il nome di civile". Insieme alla missione di propagare tale ideale politico, il giornale dava anche rilievo all'informazione del pubblico intorno alle condizioni in cui si trovava la Penisola.
Il legame stabilito tra ribelli maltesi ed esuli italiani, in un periodo quando Malta sembrava "una seconda Italia" (47), è messo in evidenza anche dal fatto che alle riunioni segrete dell'Associazione presero parte attiva Giorgio Tamajo di Palermo, Ignazio Calona di Palermo, G.A. Nesci di Messina, Raffaele Lenza di Siracusa, Michele Orlando di Messina, Saverio Vollaro di Reggio, Giuseppe Oddo di Palermo, Raffaele Imbellone di Napoli, e altri italiani (48).
Probabilmente, essendo affiliata alla "Unità italiana" di Palermo, l'"Associazione" era in contatto con i comitati siciliani e per mezzo del Tamajo e del Vollaro svolgeva corrispondenza con patrioti italiani come Angelo Brofferio e Casimiro De Lieto (49). Lo stesso nome della Associazione ricorda altre simili esistenti contemporaneamente in varie parti d'Italia. In quel tempo esistevano, ad esempio, la "Associazione patriottica" di Roma, di Reggio, di Modena, di Genova, di Cagliari e di Napoli (50). "L'Ordine" accusava ripetutamente l'Associazione di essere in continuo contatto con i gruppi rivoluzionari, a Malta e all'estero. Il sonetto anonimo che segue dimostra come i dirigenti del giornale, e insieme con loro la parte conservatrice della popolazione, consideravano l'Associazione maltese, a causa dei suoi ideali anti-britannici e dei contatti che manteneva, così:

Ciurma di saltimbanchi democratica,
pitocca, miserabile, frenetica,
ignorante, bestial, sciocca, salvatica,
di un sudicio avvenir pseudo profetica.

Truppa di disperati empia, scismatica,
irreligiosa, scellerata, eretica,
più pestilente della lue asiatica,
e puzzolente più della zaffetica.

Setta che chiesa e papa sprezza e critica,
invidiosa, livida, malotica,
piena il petto di bile antegesuitica.

Vile generazion, schiatta scariotica,
ciurmaglia anticristiana, antipolitica;
ecco l'Associazione patriottica
(51)

In verità, i rapporti diretti fra esuli e liberali maltesi esistevano da lungo tempo. I profughi fondarono nell'isola varie sette per sostenere la causa dell'unità. Sembra che nel 1843, a Malta siano esistite circa cinque società segrete di tale natura: Liberi muratori, Illuminati, Carbonari, Giovine Italia e Rigenerazione d'Italia. I profughi fecero anche un tentativo di dar vita alla Giovine Malta, i cui membri dovevano essere maltesi (52)
"L'Avvenire", il cui messaggio era costruito sulla divulgazione popolare dell'istruzione e della cultura, si esprimeva spesso con uno spirito combattivo, ribadendo la libertà dei cittadini e del popolo maltese, e anzitutto il diritto della nazione di scegliere il proprio destino. Il suo compito era, evidentemente, di preparare le masse al momento della battaglia tra governo straniero e popolo: "II governo troppo fu d'ostacolo delle genti [ ... ], fu il maggior nemico dei popoli, come non meno dei governanti medesimi. Con volere regolare tutto, e le arti ed il commercio si resero per lunga pezza improduttivi e l'educazione e lo sviluppo delle scienze furono ritardati [ ... ]. Se non che pare che tutta Europa debba risorgere dalla ben lunga malattia che ne fiaccava le forze - sembra che generalmente oramai si riconosca quanto illegittimamente siano intervenuti i governi a danno della libertà dei sudditi" (53).
Il giornale cominciò presto ad essere duro e severo contro l'amministrazione inglese e l'ideale della libertà nazionale non tardò ad identificarsi con il duplice principio dell'opposizione all'autorità e dell'incitamento delle masse: "Un governo ipocrita, deciso a nulla fare che non fosse avverso al miglioramento del paese - deciso a soffocare lo spirito pubblico, a giovare l'ignoranza, e a scialacquare il denaro del popolo" (54). Il risorgi mento, che "Il Mediterraneo" augurava e aspettava da un pezzo, divenne adesso lo scopo del nuovo giornale.
Sarebbe utile paragonare l'ideale dell'Avvenire con quello che il giornale della Giovine Italia amava ripetere: "Il popolo è ora risvegliato, e nulla lo potrà trattenere a farlo desistere, dal domandare ciò che ogni suddito britannico ha diritto d'avere - cioè una voce libera nell'amministrazione de' suoi propri affari. La gran cosa di cui si ha bisogno è la direzione" (55). La ricerca della direzione suggerita sembra essere alla base della fondazione della "Associazione". Nel 1851 si fondò un comitato mazziniano e nel marzo 1853 arrivò Francesco Crispi (56), appena espulso dagli Stati Sardi, con l'intento di aprire una tipografia. Passò lungo tempo nello studio e frequentò gli archivi maltesi con il proposito di compilare una storia di Malta, che mancava.
A tale scopo dava inizio ad una serie di epistole con lo storico Michele Amari. Da Malta strinse strette relazioni con Rosalino Pilo, con Giuseppe Mazzini, e con il patriota ungherese Kossuth. Nel 1854 fondò il giornale "La Staffetta", che si occupò di problemi maltesi, ma soprattutto di questioni borboniche e riusciva a penetrare in Sicilia e in Napoli 5(57). Nel dicembre 1854 fu espulso dall'isola per aver scritto e pubblicato cose che non dovevano essere scritte da stranieri, ma continuò a corrispondere con gli esuli, particolarmente con Nicola Fabrizi. L'anno seguente pubblicò a Londra il volume Dei diritti della Corona d'Inghilterra sulla Chiesa di Malta, frutto di ricerche condotte nella Biblioteca della Valletta (58).
Enrico Poerio, poeta drammatico, arrivò nel 1855. Tre anni dopo cominciò a scrivere articoli per alcuni giornali liberali e diede alle stampe il Saggio di teatro italiano (59).
Poerio è anche il poeta della tragedia patriottica; una caratterizzazione sovrabbondante e un linguaggio retorico e aulico si fondarono per creare situazioni e personaggi appartenenti alla storia nazionale, con l'intento di coinvolgere gli spettatori. In Beatrice Dalesmanno, scritta e pubblicata a Malta, il poeta esorta il popolo a ricordarsi della sottomissione del passato e a insorgere contro la tirannide:

E' già gran tempo che soffriamo in muto
libero sdegno. E' giunta l'ora alfine
che lo sdegno favelli agli oppressori
di libera vendetta e sanguinosa
vive parole, che in più vivi fatti
si trasfondan possenti.

Sapete voi se io covi
odio nel seno allo straniero, e quanto
approfittar vorrei della privata
offesa perché venga al popol rotta
la vil catena che gli suona al piede.

Le vicende italiane del 1859-1860, specialmente le grandi vittorie di Garibaldi in Sicilia e nell'Italia meridionale, causarono un mutamento considerevole nell'emigrazione politica a Malta. Quasi tutti gli esuli che durante la cospirazione vi cercarono rifugio partirono verso la patria per partecipare da vicino alla battaglia; al contrario, arrivarono a Malta molti funzionari borbonici, prima dalla Sicilia e poi dalle province meridionali e da Napoli. Ad un certo punto, non furono molti, e rimasero inattivi, sperando nell'intervento delle potenze europee contro l'usurpazione piemontese a danno del re Francesco II, ma quando s'accorsero che questo non era possibile, s'agitarono, organizzarono conciliaboli, pubblicarono fogli e opuscoli e fondarono un partito con l'aiuto di alcuni maltesi. I rifugiati borbonici continuarono a fare propaganda per le loro rivendicazioni, a diffondere scritti contro il governo italiano, e pubblicarono persino articoli reazionari sui giornali locali, ad esempio sul "Portafoglio maltese" e sul "Corriere maltese". Ma nel 1863 il loro numero si riduceva, e la loro attività veniva sempre più a circoscriversi (60) .

(2 - continua)


NOTE
45) Cfr. L'Ordine, 21 luglio 1849, pp. 11 - 12.
46) L'Avvenire, 1 dicembre 1849, p. 1.
47) A. CORBELLI, Esuli italiani a Malta - Dalle carte del Console di S. M. il Re di Sardegna, "Il Risorgimento Italiano", gennaio-marzo 1929, p. 44.
48) Lettera di O' Ferrall a Lord Grey, 23/12/1850, citata da G. MANGION, op. cit., p. 68.
49) B. FIORENTINI, op. cit., p. 149.
50) Cfr. L'Ordine, 11 gennaio 1851, pp. 568-569.
51) Ritratto dell'Associazione Patriottica, in "L'Ordine", 3 maggio 1851, p. 706. I particolari formali e la concezione complessiva del sonetto ricordano il bozzettismo poetico italiano che dipinge gruppi e persone, come fa, ad esempio, Arrigo Boito in Ad Emilio Praga, in cui traccia il bozzetto del gruppo degli Scapigliati.
52) B. FIORENTINI, op. cit., p. 103. La "Giovine Malta" fu fondata più tardi, nel 1901.
53) L'Avvenire, 12 gennaio 1850, p. 49.
54) L'Avvenire, 13 luglio 1850, p. 256.
55) La stampa dì Malta, in "Il Mediterraneo", 15 novembre 1848, p. 11.
56) F. CRISPI, Lettere dall'esilio, Roma, Tiber, 1918, p. 55.
57) G. ARDAU, Francesco Crispi, Milano, Ceschina, 1939, pp. 69-76. A proposito del suo interesse nella storia di Malta, cfr. p. 23.
58) E. ROSSI, op. cit., p. 60.
59) Il titolo intero del libro è Saggio di teatro italiano, con l'aggiunta del poema di Beattie. I piaceri della solitudine, e di quello di Mr. Moore. Pensieri notturni sulle tombe, tradotti dall'inglese per suo padre il tenente col. Leopoldo Poerio, Malta, Luigi Borg, 1858.
60) E. MICHEL, L'isola di Malta focolaio di reazione legittimista 1860-1863, in "Archivio Storico di Malta", VII, fasc. III, 1936, pp. 304-333.


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