§ Conto alla rovescia / Per il futuro d'europa

Frontiere del lavoro




John Major



Si sente spesso rimproverare la Gran Bretagna, in Europa e sull'Europa. E' un processo che non trova ragioni. lo sono un europeo, convinto - come del resto la maggior parte dei miei compatrioti - che il ruolo della Gran Bretagna sia in Europa.
Solo che questo non deve avvenire in modo cieco. Quella che noi vogliamo è un'Europa che funzioni. Un'Europa più ricca e civile, dove sia possibile vivere meglio. Un'Europa che aiuti la gente a trovare un lavoro, invece che mettere continuamente i bastoni tra le ruote. Un'Europa nella quale i giovani possano compiere liberamente gli studi e stabilirsi in un Paese a loro scelta. Un'Europa che faccia il gioco dei cittadini e non dei burocrati.
Concentrarsi su se stessa non serve all'Europa. Essa deve affermare la sua autorevolezza sulla scena internazionale. Ha delle idee da proiettare al di là delle sue frontiere, degli impegni internazionali da onorare, una concorrenza mondiale da affrontare. Ed ha anche una diversità da rivendicare con fierezza.


La posizione della Gran Bretagna sulla Unione economica e monetaria è nota. Noi non abbiamo chiuso alcuna porta; desideriamo soltanto che le condizioni siano propizie e che tutte le conseguenze di questa trasformazione siano tenute nel debito conto. Abbiamo pensato alle conseguenze disastrose per l'Unione economica e monetaria se la moneta unica si dimostrasse un fallimento? E' una ipotesi che nessuno di noi può escludere.
Francia, Gran Bretagna e Italia si sono imposte una disciplina rigorosa per risanare le loro economie. La Gran Bretagna ha ottenuto i suoi risultati: l'inflazione è sotto controllo e la disoccupazione è calata al 7,4 per cento della popolazione attiva. Ma è ancora troppo, e la disoccupazione rimane il maggior problema dell'Unione europea.
La realizzazione delle condizioni per favorire l'occupazione è in primo luogo compito di tutti gli Stati membri. Per il resto, noi non faremo credere che si possano creare nuovi posti di lavoro con i trattati; è l'attività, è l'iniziativa che crea lavoro. Ma anche l'Unione europea ha il suo contributo da dare. Per questo Gran Bretagna, Francia e Italia porteranno avanti la battaglia per far sì che l'occupazione rimanga la priorità numero uno dell'intera azione europea.
Saranno necessari dei recuperi veloci di produttività e di competitività. Noi dobbiamo necessariamente unire le nostre forze per mettere insieme le forze di base fondamentali per questa riconquista del lavoro in Europa. Guardandoci bene dal minare le nuove possibilità di lavoro con la scusa di proteggere chi è già occupato. Sarebbe come cedere a ciò che è più facile. E' senza dubbio un'esperienza dura che noi in Gran Bretagna abbiamo già vissuto. E' questo il messaggio che mi sforzerò di far passare, in questa circostanza e nelle occasioni successive.


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