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Il quadro Euro |
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Wim
Duisenberg
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Molta
attenzione va data al quadro globale economico e finanziario dell'area
Euro, quadro che palesemente sembra peggiorato. Due spinte maggiori
stanno attualmente investendo i mercati dei capitali. Primo, la fuga
verso la qualità. Secondo - e collegato al primo - la tendenza
ad uscire dalle azioni per entrare nelle obbligazioni. Come si è
potuto rilevare ancora una volta, osservando grosse oscillazioni nello
stato d'animo degli investitori, la scena della politica monetaria è
diventata più incerta. Un punto focale del dibattito in corso
è un attento monitoraggio della crisi finanziaria in Russia.
Come tutti sappiamo, la crisi russa ha aggiunto preoccupazioni sullo
stato dell'economia mondiale in un momento in cui la crisi asiatica
sta ancora sviluppandosi e la crescita giapponese è negativa.
Queste preoccupazioni sono alimentate da nuove tensioni sui mercati
internazionali così come da forti fluttuazioni e correzioni al
ribasso su importanti mercati azionari. Non c'è dubbio che questi
sviluppi avranno un effetto frenante sull'economia mondiale. Tuttavia,
il loro impatto preciso allo stato attuale è difficile da valutare.
Da una parte, modelli econometrici e modelli di analisi suggeriscono solo modesti effetti su prezzi e output nell'area dell'Euro. Tuttavia, dall'altro lato, queste analisi non dovrebbero sviarci. Siamo perfettamente coscienti che i rischi associati con gli attuali sviluppi globali vanno oltre quelle conseguenze che possiamo misurare tangibilmente. Tranne qualche eccezione, le previsioni sui consumi sono supportate da guadagni reali più alti e da una disoccupazione generalmente calante. Il quadro per il settore delle imprese, tuttavia, è probabilmente più variegato: i dati sulla produzione industriale indicano una crescita più lenta, ma l'utilizzazione delle capacità continua ad aumentare e questo, unito ai bassi tassi, dovrebbe sostenere gli investimenti. Ora dovremo anche monitorare le intenzioni fiscali nei diversi Paesi membri dell'area dell'Euro, a mano a mano che diventano più trasparenti. Se i Governi semplicemente si atterranno ai precedenti obiettivi di deficit per il 1999, la posizione strutturale di bilancio in parecchi Paesi è destinata in realtà a deteriorarsi. Questo vorrebbe dire che si sono allontanati, invece che avvicinarsi, a quanto richiesto dal Patto di stabilità e crescita, che richiede budget vicini al pareggio o anche in attivo. Dunque, il messaggio centrale è: niente panico, mantenere la politica orientata alla stabilità.
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