Prove globali




McTomysh
Economista del Mit



Una grande responsabilità grava sul Vecchio Continente che si è affacciato sulla scena mondiale con l'unificazione monetaria. La leadership da più parti invocata per l'Europa mai come in questo momento corrisponde alle prospettive reali della sua economia. A condizione che si sappiano mettere da parte le rivalità interne e le contingenze particolaristiche e che si prosegua senza esitazioni verso il rafforzamento sul versante istituzionale dell'Unione europea. Occorre cioè individuare per l'Unione linee di politica economica unitarie, che derivano da meccanismi di stretta e frequente consultazione, andando oltre quanto già realizzato per la politica monetaria con l'istituzione della Banca centrale europea.
Le prove generali di globalizzazione alle quali abbiamo assistito negli ultimi tempi ci devono indurre ad adottare con tempestività misure adeguate di governo dei mercati e dell'economia. A globalità della crisi deve corrispondere globalità dei mezzi di reazione: debbono rifinanziarsi e potenziarsi gli organismi esistenti, come il Fmi, la Banca mondiale e l'Organizzazione mondiale del commercio; ma deve altresì costituirsi, dentro e fuori il G7+1, un organismo di monitoraggio, indirizzo e controllo dell'economia mondiale che possa suggerire interventi urgenti. In questo quadro va collocata la politica economica e commerciale che deve darsi l'Europa: soltanto se sarà ispirata da una visione generosa dei problemi economici su scala planetaria l'Europa potrà mirare con successo alla leadership globale.
Anche l'Italia deve allargare il respiro della sua politica economica estera. La stessa tutela dei suoi interessi commerciali esige sempre più decisioni globali, prese in riunioni ad alto livello, dove i contenuti tecnici dei singoli dossiers soccombono di fronte alla valutazione di forza economica e autorevolezza complessiva del Paese proponente. Il valore intrinseco del "made in Italy" è unanimemente riconosciuto, ma per rendere efficace la sua difesa sui mercati internazionali occorre impostare un indirizzo coerente di politica commerciale e portarlo avanti con determinazione.
Insomma, di fronte alle crisi globali e ai tavoli globali, occorre esser forti, credibili, e precostituire alleanze. Il processo di liberalizzazione degli scambi arreca benefici importanti a tutti i Paesi che vi partecipano, ma comporta anche effetti distributivi e problemi di aggiustamento strutturale, che vanno gestiti con un forte intervento pubblico. Una maggiore apertura dei mercati europei accresce la nostra forza contrattuale nel richiedere la rimozione delle barriere che ancora limitano l'accesso dei prodotti negli altri mercati. Di questo dobbiamo soprattutto tener conto.


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