Un confronto senza colpi bassi




Lester Thurow
Professore emerito al Mit



Il rapporto tra dollaro ed euro sarà sicuramente competitivo e l'instabilità per un certo periodo sarà inevitabile. Gli Stati Uniti hanno un deficit commerciale da primato, esso può essere finanziato soltanto se il mondo sarà disposto a fornire agli Usa i fondi necessari, che ammontano a circa 200 miliardi di dollari. Ciò vale fino a che la tenuta del biglietto verde sarà garantita dal suo assoluto dominio sui mercati.
Ma con l'euro ciò non sarà più realistico. Certamente all'Europa non conviene che l'euro si rafforzi troppo, perché questo vorrebbe dire una sofferenza per le esportazioni dell'industria manifatturiera del Vecchio Continente.
Devo aggiungere che le Banche centrali nazionali europee non sono state sempre forti, autorevoli e affidabili; Ma la Banca centrale europea lo diventerà molto velocemente. Un primo segnale in questo senso è venuto dalla decisione di coordinare il taglio dei tassi in tutti i Paesi dell'Unione europea, una mossa che ha dimostrato la potenza di movimento del nuovo sistema.
Per quel che riguarda la possibilità di conciliare la lotta alla disoccupazione con una linea di rigore monetario e finanziario, a me sembra quasi che l'Europa non abbia veramente voglia di risolvere il problema. Sarebbe facile contrastare la disoccupazione: la ricetta è chiara, accelerare la crescita o ridurre i salari. Ma mi sembra che i governi europei non vogliano fare nessuna delle due cose. C'è sempre la paura dell'inflazione. Ma allora dico: guardate la storia recente degli Stati Uniti, guardate che cosa sta avvenendo nel mio Paese, abbiamo crescita, poca inflazione e bassa disoccupazione. Abbiamo aperto quella porta e abbiamo visto che dietro non c'era niente di cui spaventarsi.
Le ristrutturazioni di questi anni, è vero, son potute avvenire solo perché nell'epoca reaganiana sono stati adottati metodi draconiani che ruppero la schiena ai sindacati. In questo modo duro e selvaggio è stato comunque ottenuto un obiettivo: quello di ridurre la pressione salariale e facilitare il risanamento di molte aziende, un presupposto fondamentale per la ripresa economica e la competitività del sistema produttivo americano.
Sul piano mondiale, il mondo occidentale ha ora due grandi aree di libero scambio, il Nafta e l'Europa. Sicuramente non ne vedremo altre nel mondo perché le due fortezze hanno caratteristiche molto peculiari. Il Nafta è stato creato da un gigante che ha aggregato altre due piccole economie. L'Europa è un'unione inter bares e nessun altro posto al mondo ha le stesse caratteristiche: e cioè un'economia tanto forte da fare da guida o tante nazioni di quasi ugual peso.
Anche in Asia non ne prevedo in un futuro immediato, perché in questo continente c'è ora una profonda crisi in atto. Sono però convinto che l'Asia godrà della ricaduta dell'Europa unita, se non altro sul piano dell'export.
Infine, per quel che riguarda i rapporti tra Europa e Stati Uniti, ho sempre sostenuto che saranno ottimi finché nessuno sarà tentato da fervori protezionistici. In questo caso potrebbero esserci motivi di tensione. Altrimenti le due monete e le due economie possono convivere tranquillamente e prosperare in nome del libero scambio e del libero commercio. Per il bene di tutti, sono esclusi colpi bassi.


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