Quale confine




Tommaso Padoa Schioppa



La questione dei confini del mercato e del governo percorre la storia europea degli ultimi due o tre secoli, costituendone un filone centrale.
Mercato è termine dell'economia, riguarda il formarsi della ricchezza, consiste di atti volontari, è mosso dall'interesse particolare. Governo è termine della politica, riguarda il potere, possiede l'arma della coercizione, agisce per l'interesse generale. Nella storia moderna, il governo è funzione degli Stati. L'economia non è l'unica cura del governo, né la principale. Confine significa limite non valicabile, è linea di separazione ma anche luogo di contatto e d'incontro. Mercato e governo appartengono a sfere della convivenza umana molto diverse, che devono rimanere separate da un chiaro confine. E tuttavia mercato e governo interagiscono, influiscono l'uno sull'altro, hanno bisogno l'uno dell'altro, si contendono compiti.
Nel XIX secolo si è venuta realizzando una coincidenza tra i confini geografici degli Stati e quelli dei mercati e nello stesso tempo una separazione di funzioni: al mercato, di produrre e distribuire ricchezza; allo Stato, di dare sicurezza e amministrare giustizia. Nei primi tre quarti del secolo XX si sono rotte sia la coincidenza territoriale sia la separazione funzionale: il governo è intervenuto in misura crescente nell'economia; ma i mercati hanno oltrepassato i confini degli Stati, sino ad essere ormai, per moltissimi beni, mercati mondiali.
Ne è derivato uno squilibrio che minaccia tanto la vita economica quanto quella politica. I governi si sono scoperti impotenti di fronte all'economia mondiale e spesso troppo invadenti in quella nazionale; i mercati sono stati soffocati dall'intervento pubblico e nello stesso tempo sono divenuti troppo potenti. Screditati i governi, instabili i mercati.
Nell'ultimo quarto del secolo il confine funzionale tra governo e mercato si è nuovamente spostato. Caduta l'illusione di creare benessere togliendo ogni libertà di scelta a chi produce e consuma; dove la fame e il sottosviluppo sono stati vinti, ciò è avvenuto grazie al mercato; anche in Occidente lo Stato ha restituito ai privati molte attività che aveva avocato a sé. Si è formato un nuovo consenso su dove debba passare il confine tra compiti del governo e compiti del mercato.
Si è invece mantenuto e aggravato lo squilibrio tra confini geografici. Mercati sempre più grandi, governi chiusi in piccoli territori; oltre duecento Paesi detti sovrani, un solo mercato detto globale. Gran parte del benessere conseguito da regioni (asiatiche o latino-americane) che trent'anni fa erano povere nasce col formarsi di un mercato mondiale; molte delle crisi economiche e finanziarie (del petrolio, del debito) degli ultimi trent'anni sono state aggravate o generate da carenza di governo mondiale.
Mutare i confini dei governi è molto più difficile che mutare i confini dei mercati. Nella storia umana le frontiere dei governi si sono allargate quasi solo attraverso guerre e sopraffazioni; in tempi di pace si sono piuttosto ristrette. Nei cinquant'anni che sono trascorsi dal 1945, il mondo è diventato un solo mercato, ma il numero degli Stati è quadruplicato. E' sullo sfondo di questi problemi e di questa evoluzione storica che va visto il formarsi dell'Unione europea negli ultimi cinquant'anni. L'Europa occidentale è stata capace di iniziare (anche se non di portare a compimento) ciò che le relazioni internazionali miranti alla pace e al benessere massimamente richiedono: uno sviluppo parallelo del governo e del mercato; una ricostituzione, su scala più ampia, della coincidenza tra geografia del mercato e geografia del governo; un riequilibrio tra funzioni dell'economia e funzioni della politica. Lo ha fatto rafforzando pace, benessere, e democrazia; accogliendo nel suo ordinamento sempre più Paesi.
L'Unione europea ha funzioni di governo dell'economia quasi complete, non molto minori di quelle del governo degli Stati Uniti d'America; ma manca, rispetto a questi e agli Stati-nazione, delle altre essenziali funzioni di ogni Stato: innanzitutto, quella di garantire la sicurezza interna ed esterna. Anche per questo l'unione politica del1'Europa non è compiuta e per questo i confini del governo si devono, nell'Unione europea, allargare.


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