E patetico che
qualcuno in Europa continui
a preoccuparsi del dominio che i serial televisivi di cultura e stampo
americani hanno nei palinsesti delle nostre
televisioni. |
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Se il mercato globale spinge le aziende a concentrarsi per avere
più forza finanziaria, più capacità di innovazione,
più consistenti economie di scala con le quali prevalere
sui concorrenti; e se questi sono costretti a reagire concentrandosi
a loro volta in gruppi finanziari e produttivi sempre più
grandi, il processo che con velocità crescente si è
innescato da qualche anno a questa parte, negli Stati Uniti prima,
e poi anche nel resto del mondo, tende inevitabilmente ad unificare
ogni attività in una sola azienda globale. Quando
saranno in due a spartirsi il mondo nella produzione di qualche
bene o servizio, infatti, ogni ulteriore passo sulla via dellinnovazione
richiederà investimenti tanto consistenti da poter essere
affrontati solo unendo le loro forze, e quindi con un loro accordo
di alleanza, se non proprio con una loro fusione.
Ma lo sconcerto non può che moltiplicarsi quando il processo
investe la multimedialità. E patetico che qualcuno
in Europa continui a preoccuparsi del dominio che i serial televisivi
di cultura e stampo americani hanno nei palinsesti delle nostre
televisioni. Lasperrima lotta per mettere proprie bandiere
sugli sconfinati territori che la rete di Internet può coprire
ha aspetti fin dora ben più preoccupanti. Prima che
nelle leggi delleconomia, la sua logica trova sostegno nella
psicologia delle masse. E infatti la lotta per attrarre ciascuno
di noi, con portali sempre più sofisticati e accattivanti,
in questo Paese delle meraviglie telematico per il quale
ci regalano laccesso e i servizi e-mail, e ci regaleranno
anche la connessione telefonica e poi, per chi ancora non lo avesse,
anche il computer per poi condurci per mano là dove
a qualcuno converrà maggiormente che andiamo per cliccare
ciò che ad arte, e allo scopo, ci verrà offerto.
La fusione tra Time Warner e America Online aggiunge a tutto questo
linformazione. Se già ai tempi della Guerra del Golfo
fu avvertito il problema che tutto il mondo poteva essere informato
solo attraverso gli occhi americani della CNN, ora quel problema
rischia di estendersi a ben altri e più determinanti campi
dellinformazione. Per tempestività e costi, linformazione
via Internet si imporrà sempre più, non solo raggiungendo
direttamente il computer degli utenti finali, ma anche rifornendo
radio, televisioni, giornali, che non potranno non venirne condizionati.
La nascita di questi giganti che incorporano providers, Internet,
agenzie di stampa, giornali, telegiornali, prospetta una riduzione
progressiva della pluralità delle fonti di informazione e
della specificità che i media hanno in funzione della loro
tradizione, della loro cultura, della loro inclinazione politica.
Questi processi non possono essere fermati. Per molti altri aspetti,
quandanche fosse possibile, non sarebbe neppure opportuno
farlo. E tuttavia è difficile poter accettare che essi finiscano
per invadere tanto pesantemente le soggettività personali
e nazionali. Sarebbe difficile accettarli, anche se lEuropa
e lItalia non registrassero labissale ritardo che segnano
rispetto allimpetuoso dinamismo degli Stati Uniti.
E difficile accettare la sempre più evidente asimmetria
che si va determinando tra aziende che attingono la dimensione per
conquistare mercati ampi quanto lintero mondo con insediamenti
sui quali «non tramonta mai il sole», e poteri politici,
ordinamenti, organismi di controllo rimasti alle dimensioni nazionali
di centanni fa, e spesso anche più frazionate.
Anche se Bill Gates qualche fastidio dallantitrust lha
avuto, è facile prevedere che queste aziende globali, sempre
più concentrate, finiranno per perdere ogni connotazione
nazionale, diventare aziende del mondo, e insediarsi nei Paesi e
con gli ordinamenti per loro più convenienti.
Presto o tardi anche il ferreo ordinamento americano dovrà
fare i conti con il potere acquisito dai giganti della multimedialità,
o addirittura della virtualità. E forse quello sarà
il momento in cui cadranno gli ostacoli alla costituzione di un
qualche potere politico, anchesso globale, che possa cominciare
a riequilibrare quello che vanno assumendo i grandi gruppi in genere,
e quelli della comunicazione, dellinformazione e della multimedialità
in particolare.
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