Marzo 2000

IL FATALE ERRORE DEL MONACO DIONISO

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2000:
Apologia dell’anno zero
Robert Kaplan*
- Dick Teresi**
 
 
 

Beda non solo saltò un anno, ma anche un giorno, perché l’anno zero sarebbe stato bisestile:
una trappola
astronomica.

 

Mentre noi comuni mortali abbiamo celebrato con lo scorso Capodanno il nuovo millennio, i critici ipersensibili compiangono la nostra mancanza di raffinatezza e insistono nel dire che il nuovo secolo e il nuovo millennio non inizieranno fino al 2001. Abbiamo esaminato la controversia dal punto di vista matematico, storico, culturale e persino politico, e siamo arrivati alla conclusione che ciò è solo parzialmente vero.
Le forze che parteggiano per il 2001 sono potenti. Tanto per restare negli Stati Uniti, i soliti esperti, gli storici, due agenzie federali, la biblioteca del Congresso e l’Istituto nazionale per gli standard e la tecnologia hanno dichiarato che il 2001 sarà il primo anno del XXI secolo.
Gli Stati Uniti non hanno un calendario ufficiale. In pratica, noi usiamo il calendario gregoriano, adottato come calendario ufficiale dal Parlamento britannico nel 1751. I nostri obblighi nei confronti di quel Parlamento, però, sono finiti con la rivoluzione, grazie alla quale gli americani si sono conquistati il diritto di contare gli anni a loro piacimento (noi, personalmente, siamo favorevoli al calendario Maya che, con i suoi 584 giorni calcolati sull’anno di Venere, ridurrebbe i compleanni).
C’è una logica intuitiva nell’iniziare i secoli con l’anno zero, ma la biblioteca del Congresso ricorre al fatto che il primo anno dell’era cristiana fu l’anno uno. L’anno zero non c’era. Quindi non si può iniziare il secondo secolo con l’anno 100, perché significherebbe lasciare al prossimo secolo solo 99 anni. E tutti gli altri secoli devono seguire questa norma.
La Biblioteca tuttavia sorvola sul fatto che la mancanza di un anno zero fu un errore. Quando il monaco scita Dioniso, nel 525, inventò l’era cristiana, decise che il primo anno della vita di Cristo doveva essere l’anno uno. L’uno è ovviamente un buon inizio, soprattutto se non hai lo zero. Nel 731 il Venerabile Beda estese al passato il sistema di Dioniso, inventando gli anni avanti Cristo (a.C.). Come Dioniso, Beda aveva a disposizione soltanto il sistema numerico romano, che non ha lo zero, (che col nome di “sifr”, cifra, ci venne dal mondo arabo, che l’aveva ricevuto da quello indiano). E attaccò direttamente l’anno “meno uno” all’anno “uno”. Sarebbe come contare all’indietro dal 2001 direttamente al 1999, saltando il 2000.
Quanti anni ci sono tra il 10 a.C. e il 10 d.C.? Venti? No, diciannove. Beda non solo saltò un anno, ma anche un giorno, perché l’anno zero sarebbe stato bisestile: una trappola astronomica.

La Biblioteca del Congresso insiste: «Non c’è mai stato un sistema di registrazione dei regni, delle dinastie o delle ere che non iniziasse con il numero uno». Non è vero. I Maya usavano l’anno zero nei loro calendari e iniziavano ogni mese con il giorno zero. I re babilonesi chiamavano il loro primo anno di regno “l’anno dell’ascesa al trono”, una sorta di anno zero. L’anno seguente invece era il numero uno.
Nell’Inghilterra medioevale i regni iniziavano con l’anno uno se il re ascendeva al trono durante la prima parte dell’anno; altrimenti l’anno uno era quello successivo.
Poi ci sono gli astronomi. Immaginate di essere la cometa di Halley, e di sfiorare la terra più o meno ogni 75 anni. Che cosa dovreste fare tra l’anno “meno uno” e l’anno “uno”? Accelerare di un anno la vostra corsa perché i romani hanno dimenticato di inventare lo zero? Nel 1740 l’astronomo francese Jacques Cassini, tentando di tenere un registro delle comete e delle eclissi, sostituì il sistema a.C.-d.C. con un sistema positivo-negativo, in cui l’uno a.C. diventa zero, il due diventa meno uno, ecc. I secoli iniziano con l’anno zero.

Chiedete a un partigiano del numero uno a che ora festeggerà l’inizio del 2001. E’ possibile che vi risponda «alle 24». Ma l’osservatorio reale inglese di Greenwich, che fissa il tempo ufficiale in tutto il mondo, preferisce indicare quell’ora come “00:00”. E secondo la conferenza internazionale sui meridiani del 1884, ogni anno inizia alla mezzanotte, sì, ma di Greenwich. L’autentico partigiano del numero uno, sulla costa orientale degli Stati Uniti, dovrebbe festeggiare alle 19 del 31 dicembre, perché noi siamo in ritardo di 5 ore rispetto a Greenwich. A Roma, capitale della cristianità, si dovrebbe festeggiare alle 23!
E anche tralasciando questi argomenti, che ne facciamo dei calendari ebraico (per il quale il 2000 cristiano corrisponde al 5760-61), islamico (che si basa su un calcolo lunare dall’anno dell’Egira, il 622 d.C.), cinese, (che segue cicli di sessant’anni lunari, e festeggia il Capodanno per quattro giorni riassunti in uno, mentre il Tet vietnamita dura tre giorni considerati uno soltanto), o degli altri quaranta usati in tutto il mondo? Né il 2000 né il 2001 misurano con precisione la nascita di Gesù. Allora, festeggiamo pure l’una e l’altra data. Importante è esser felici, almeno per un giorno, meridiano di Greenwich a parte.

 

   

* Matematico di Cambridge (Massachusetts)
** Studioso delle radici non europee della scienza, Ibid.

   
   
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