Nellera della
globalizzazione sono semplicemente inaccettabili
le attese di mesi o di anni per il recupero di un credito o per
una procedura
fallimentare.
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Per poter divenire realtà, il recupero di competitività
dellAzienda Italia deve basarsi su un consenso diffuso. E
come per lingresso allEuropa di Maastricht, alla base
di un tale consenso ci deve essere la convinzione dellopinione
pubblica che dal recupero di competitività deriveranno grandi
vantaggi agli italiani e allItalia.
Prima ancora che con misure controverse, peraltro talora da perseguirsi
in altri àmbiti, occorrono quindi, finché possibile,
misure che consentano un recupero di competitività senza
danneggiare nessuno, o quasi.
Un tale obiettivo è, almeno in parte, raggiungibile mediante
una politica delle procedure, delle regole, dellorganizzazione
pubblica mirante specificamente alla riduzione dei costi delle imprese.
Tale politica risulterebbe in qualche modo sostitutiva della politica
economica, per la quale, con la fine dellautonomia monetaria,
sono venuti largamente meno gli strumenti e della politica industriale
per la quale le risorse sono comunque poche.
Il recupero della competitività, insomma, dovrebbe passare
prima di tutto attraverso una legge Bassanini delleconomia,
un complesso ordinato di misure che realizzi rapidamente per le
imprese quello che lattuale legge Bassanini sta lentamente
realizzando per il normale cittadino.
Le aree di possibile intervento di questa nuova Bassanini sono molto
numerose. La più ovvia è quella degli adempimenti
fiscali, il cui costo per le imprese, ben superiore in Italia che
allestero, viene stimato attorno all1,5-2 per cento
del fatturato. Un suo dimezzamento sarebbe già un passo consistente
sulla via del recupero.
Una seconda area di intervento è quella della giustizia amministrativa,
trascurata dallopinione pubblica e fortemente disastrata.
Nellera della globalizzazione sono semplicemente inaccettabili
le attese di mesi o di anni per il recupero di un credito o per
una procedura fallimentare, che si traducono in costi assai gravosi
per lintero sistema Paese.
Semplificazioni e riforme non devono fermarsi agli uffici fiscali
e giudiziari, ma riguardare i processi di decisione pubblica. Una
riduzione sensibile nei tempi di pagamento delle amministrazioni
centrali e periferiche, e soprattutto la certezza di tali tempi,
si tradurrebbero in una sicura riduzione di costi, rapidamente realizzabili.
Complessivamente, si può stimare che unazione sufficientemente
incisiva in queste tre aree consentirebbe da sola di recuperare
da un terzo alla metà della perdita di competitività.
Per la parte restante, occorre affrontare nodi strutturali, come
quelli del trasporto merci, oggi di fatto razionato, con conseguente
aggravio di costi, dellenergia, più cara che allestero,
dellistruzione e di altri servizi pubblici.
LItalia, insomma, presenta aree nascoste di inefficienza,
sulla cui eliminazione è ragionevole pensare a un consenso
nazionale. Anche perché, senza tale eliminazione, lItalia
non manterrà a lungo una posizione di qualche rilievo nel
nuovo quadro europeo.
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