Giugno 2000

ISTITUZIONI EUROPEE

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Un male antico
Johannes Rau Presidente della Repubblica Federale Tedesca
 
 

 

 

 

Una Federazione
europea
non dovrebbe mirare a far sparire
gli Stati-nazione,
a spogliarli della loro identità,
né a privare
i loro parlamentari del potere.

 

L’Europa ha bisogno di una costituzione federale? E’ una questione tanto vecchia quanto, forse, l’aspirazione alla pace nel nostro Continente. Enrico IV, Victor Hugo, Aristide Briand e Winston Churchill si sono pronunciati a favore, ciascuno nel suo tempo. Perché un dibattito così intenso risorge oggi intorno a quest’idea, dopo cinquant’anni di pace e di prosperità? E’ evidente che l’Europa non è compiuta. La distanza tra i cittadini e l’amministrazione di Bruxelles rivela un problema di legittimazione democratica. E la prospettiva di ampliamento dell’Unione a nuovi Stati membri pone la questione della sua capacità d’azione.
Appare sempre più chiaro che la politica europea deve offrire due risposte essenziali: definire gli obiettivi politici dell’Europa, e dire qual è la struttura istituzionale che deve adottare per poter mettere in opera questi obiettivi con efficacia. Se intendiamo perseguire la politica di ampliamento dell’Unione europea, occorrono procedure di decisione che garantiscano una capacità d’azione comune. Questo ci conduce immancabilmente alla vecchia questione della federazione europea.
“Federazione”, e meglio ancora “Federali-smo”: raramente una parola è stata oggetto di tante interpretazioni diverse e di tanti equivoci. Sono due i timori, logicamente opposti: alcuni hanno paura di uno Stato federale con un centro troppo potente, altri di una diluizione delle strutture decisionali che farebbe scomparire la capacità d’azione dello Stato unitario. Secondo me, non c’è dubbio che l’obiettivo di un sistema federale deve essere di ripartire il potere, e non di concentrarlo.
Nella mia carriera politica ho sempre lottato per la separazione dei poteri. Questa significa, per me, essenzialmente, il rispetto delle specificità regionali e l’accettazione di differenti correnti politiche che si fanno una concorrenza benefica. Ritengo che questo principio rivesta un’autentica dimensione europea: una Federazione europea non dovrebbe mirare a far sparire gli Stati-nazione, a spogliarli della loro identità, né a privare i loro parlamentari del potere; analogamente, non dovrebbe ignorare le differenze esistenti tra i sistemi costituzionali che riflettono la tradizione di ogni Stato.
Nessuno vuole uno Stato federale europeo che imiti la costituzione americana, tedesca o svizzera. Ciò che vogliamo è ritrovare la capacità d’azione in quei campi in cui ogni Stato, agendo da solo, la perderebbe o, per essere franchi, l’ha già persa.

   
   
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