Giugno 2000

IL CHIARO PENSIERO E LA PAROLA

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L’esperienza poetica
di Donato Moro
Gino Pisanò
 
 

 

 

 

 

 

 

Fogli manoscritti che Donato
conservò, quasi
a ridisegnare
la mappa
avantestuale
di un cammino
carsicamente emerso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Premessa

Fra le carte che Donato Moro mi volle affidare, prima che la morte lo cogliesse il 22 dicembre 1997, giace un piccolo corpus di liriche sulle quali egli aveva già orientato la mia attenzione perché, se il corso di sua vita si fosse interrotto ante diem, me ne occupassi con cura affettuosa. E insieme a queste, studi rimasti inediti o incompiuti. I quali ora, tristi munere, vado ordinando, col prezioso apporto di informazioni e suggerimenti della cara signora Maria Marinari, già sua consorte ed ora pietosa custode di essi.
Occorre dire subito che si tratta di canti (come egli intese definirli, pubblicandone una piccola parte sull’ “Immaginazione”, n. 141, 1997, pp. 11-12) composti in un arco di tempo compreso fra il 1959 e il 1974, destinati, inizialmente, a far parte di una breve silloge, edita con il titolo A Giovanna detta anche Girmi, prefazione di Luigi Blasucci, per i tipi di Maria Pacini Fazzi, Lucca, nel dicembre del 1997, pochi giorni, anzi poche ore prima che Donato morisse. Questa plaquette rappresentava il suo secondo libro poetico. Più corposo e tematicamente più variegato il primo: Segni nostri (Manduria, Lacaita, 1993) prefato da Oreste Macrì e recensito o “letto” anche da Raffaele Spongano, da Aldo Vallone, da Donato Valli, da Leandro Ghinelli e da me. Postuma l’antologia Dicembre è ritornato, (“Presenza taurisanese”, dicembre 1998) che raccoglie le poesie da Moro pubblicate tra il 1994 e il 1997 nell’inserto culturale della rivista di Gigi Montonato: note introduttive di Albarosa Macrì Tronci e Gino Pisanò. Questa la breve storia editoriale della sua esperienza poetica. In realtà, trattasi del distillato lirico di una lunga milizia creativa, rimasta a lungo nel “cassetto” di oraziana memoria (nonum prematur in annum) e sottoposta a tormentata revisione, come documentano i copiosissimi fogli manoscritti che Donato conservò, quasi a ridisegnare, per se stesso in primo luogo, poi per gli altri, la mappa avantestuale di un cammino carsicamente emerso, a partire dal 1993, fatta eccezione per rari, antecedenti scorci extravaganti.

Le liriche inedite

Disperazione

Sei nato con due doni maledetti,
il tuo chiaro pensiero e la parola.
A che servano ignoro.
Invano ti ribelli.
La tua parola d’oro
rotola vana tra mille cose vane.
Il tuo pensiero non supera le cappe dei camini
nella notte sovrana.
Invano ti tormenti.
Tu pensi e parli ai venti,
a morti che vivi par che vadano sereni
lungo strade e contrade.
Anche tu sei già morto
col tuo chiaro pensiero e la parola.
Non parlare, nessuno t’ode.
Non pensare, non vale.
Ti rode
il pensare che tutto finisce.
Non pensare, non parlare
in una plaga di morti
tu morto. 1959


La casa dei balocchi

Ecco la mezzanotte,
scende un Pinocchio di legno
saltando dal suo sostegno
rosso di ceralacca.
Con ritmo, a passo di danza,
passa per tutta la stanza,
facendo ai colleghi un inchino.
In mille rossori lo attende,
con occhi che brillan d’amore,
una dolce bambolina
fra due vecchi sapienti di Cina.
Escono dalle vetrine
settecentesche donnine
a riverenze di corte.
Un negro allampanato
al suono di jazz-band
balla la sarabanda.
Dall’alto di una credenza
manda un ruggito il leone
dal panno color arancione.
I topi di feltro in marsina
in folte masse riuniti
decidon la lotta di classe
contro i gatti di peluche.
Una scimmia d’alpagà
inneggia alla libertà.
Ora che gli uomini dormono
notturna ed incantata
c’è una nuova umanità
nella sala abbandonata.
Tra le luci fluorescenti
nella casa dei balocchi
si fan veri tutti i sogni
dei pupattoli innocenti.
Pinocchio s’è già stretto
tra le braccia d’acero bianco
il tondo fianco
della bambola adorata.
Si può piangere anche di gioia,
piange la piccola innamorata
sotto i capelli di stoppa dorata.
Sale l’alba
lentamente sopra i vetri.
Pure per i pupazzi
c’è la legge del destino:
ognuno torna al suo posticino.
Solo Pinocchio resta
con lacrime di vernice
immoto le lunghe braccia
accanto a Doralice.
La vicenda finisce d’incanto
senza lasciare segno,
è il mistero dei balocchi
dal cuore non proprio di legno. 1962

 

Febbre d’amore

Marea segreta sale nella notte
rimane su una sabbia opalescente
il tuo corpo lunare
l’alga cinge
turgidi piccoli seni
la curva del tuo grembo
ha movenza d’acqua
e profumi di brezze
scaglie grappoli d’ambra
rose di mitili schiuse.

Batte la lotta del cuore
sotto cave scogliere
un’eco di mille conchiglie
un volgersi di onda rabbioso
nel soverchiare del gorgo. 1962


Natura naturata

Sulla consolle frammento romano in travertino
canopo giallo
scheggia di granito
sinusoide amorosa di colombi.
Sul ventaglio reclina
donnina liberty.
Cilindrico cristallo
candeliere d’ottone a perpendicolo
coni azzurri in forma di clessidra
ottaèdro a scafo di lucerna.
Misure
innocenti esistenze
senza destinazione
materie in rapporti di parole. 1974

Cenni biografici

Donato Moro nasce a Galatina (Lecce) il giorno 8 novembre 1924.
Consegue la maturità, nel 1942, presso il Liceo Classico “P. Colonna” di Galatina.
Nello stesso anno, in seguito a concorso nazionale per titoli ed esami, diviene alunno della classe di Lettere e Filosofia nella Scuola Normale di Pisa.
Dopo aver conseguito la laurea in lettere, nell’Università di Pisa, con 110/110 e lode, si dedica all’insegnamento: a Livorno, in un Istituto Magistrale; poi a Gallipoli nella locale Scuola media, quindi nella Scuola media di Galatina.
Negli stessi anni partecipa a concorsi a cattedre con positivi risultati e nel 1955 vince quello relativo all’insegnamento di lingua e letteratura italiana e latina nei Licei, ottenendo la cattedra di italiano e latino nel Liceo “Colonna” della sua città, nel quale già era stato alunno.
Nel periodo 1956-64 svolge anche attività politico-amministrativa: consigliere comunale a Galatina, consigliere provinciale a Lecce; come assessore provinciale per la Pubblica Istruzione e delegato al consorzio universitario, svolge un ruolo di non scarso rilievo perché la già nata Facoltà di Magistero di Lecce (allora privata) assuma un aspetto organico ed efficiente e, accanto ad essa, si crei una facoltà di Lettere e Filosofia.

Nel 1974 vince il concorso (bandito dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1971) di ispettore centrale per italiano e storia negli Istituti Tecnici e viene nominato dirigente superiore per i servizi ispettivi, assegnato alla Direzione generale dell’istruzione tecnica.Dal 1976 è direttore responsabile della rivista trimestrale “Istruzione tecnica e professionale” edita in Roma dai F.lli Palombi.
Dal 1982 è componente del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione.
Dal 1º giugno 1984 è coordinatore della segreteria tecnica degli Ispettori centrali.
Negli anni accademici 1969-70 e 1970-71 egli tiene seminari presso la leccese Facoltà di Magistero per conto dell’Istituto di Lingua e letteratura italiana.
Nel 1973 collabora a “Studi e problemi di critica testuale”, rivista diretta da Raffaele Spongano. Il suo impegno si rivolge particolarmente a studi di natura storico-letteraria, con particolare attenzione per i fatti linguistico-stilistici.
Se suo modo, filologicamente improntato, di accostarsi ai documenti letterari, per valutarli e interpretarli, è rilevabile nei suoi studi su testi e autori del Trecento o di secoli successivi fino all’età contemporanea, esso appare particolarmente rilevante e ricco di risultati nell’ambito delle ricerche sulla vicenda otrantina negli anni 1480-81, materia storica che ha favorito l’ampliamento dell’indagine, in forme inedite, su aspetti e figure della civiltà umanistica meridionale del Quattrocento. Di tale indagine sono attestazione i seguenti saggi e contributi, che argomentano sulla guerra di Otranto (1480-81), allargandosi all’esame di fonti (esplorate anche nella loro tradizione manoscritta) e a fatti culturali direttamente o indirettamente connessi: Galatina saccheggiata dai Turchi e morte di Giulio Antonio Acquaviva (1975); San Nicola di Casole: un fulcro grecosalentino del culto per gli antichi “autori” (1975); Otranto nel 1480-81. Due preziose fonti, fra le più antiche, mai fino a oggi individuate come tali (1978); La vicenda otrantina del 1480-81. Aspetti letterari e civili (1980); Gli avvenimenti otrantini del 1480-81 nell’attenzione dei contemporanei e dei posteri (1982); I martiri di Otranto tra documenti e tradizione (1983); Fonti salentine sugli avvenimenti otrantini del 1480-81 (1984). Quest’ultimo saggio, accanto all’analisi filologico-critica delle varie fonti, con la presentazione del testo critico e con l’analisi linguistica della Relazione d’Acello mutila, offre un’altra verifica della graduale assunzione della lingua letteraria toscana in area meridionale nel Quattrocento, e, insieme, richiama l’attenzione su un autore otrantino del Cinquecento, Giovanni Michele Lagetto, la cui Istoria pare degna di essere acquisita tra le pagine della nostra storia letteraria minore.
Entro il più vasto interesse per la civiltà umanistica meridionale si collocano i saggi sull’umanista Antonio De Ferrariis detto il Galateo, rivendicato nella sua autenticità biografica e culturale: Tre note per la biografia di Antonio Galateo (1979); Venezia e veneziani nell’esperienza e nel giudizio di Antonio Galateo (1984); Per una rilettura della “Vituperatio litterarum” di Antonio Galateo (1985); Un improvvido ritorno al mai esistito “De bello Hydruntino” galateano (1985).


Elenco completo delle pubblicazioni di Donato Moro


1) Una novella di Ippolito Nievo, in “Antico e Nuovo”, I (1945), 1 Bari, pp. 26-29.
2) Cultura e criteri di governo in Bernando Tanucci (dalle lettere al Galiani e al Viviani), in “Nuovi quaderni del Meridione”, 3 (1963), pp. 1-23.
3) La resistenza nella letteratura italiana, Galatina, Editrice Salentina, 1966, pp. 32.
4) Fonti e autonomia di stile nella “Cronica” del Compagni, Galatina, Editrice Salentina, 1971, pp. 83.
5) Otranto 1480 – Eroi e Martiri, Galatina, Editrice Salentina, pp. 3-17 (a cura dell’Amministrazione comunale di Otranto).
6) Presentazione e riduzione in prosa italiana di Cronache e Parabbule di Nicola G. De Donno, Bari/S.Spirito, Edizioni del Centro Librario, 1972, pp. 240.
7) Vittorio Bodini, poeta, ispanista e uomo civile, in Omaggio a Bodini, a c. di L. Mancino, Manduria, Lacaita, 1972, pp. 223-230.
8) Annotazioni di lessico e sintassi sulla “Cronica” del Compagni, in “Annali della Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Lecce”, vol. I, Bari, Adriatica Editrice, 1972, pp. 5-34.
9) Nota sul discorso “dell’arte del dialogo” di T. Tasso, in “Quaderni del Liceo Classico Pietro Colonna”, Galatina, Mariano, 1973, pp. 17-27.
10) Recensione a La prima visione della “Vita Nuova” e la dottrina dei tre spiriti, di Margherita De Bonfils Templer; in “Studi e problemi di critica testuale”, Bologna, 7 (1973), pp. 225-258.
11) Galatina saccheggiata dai Turchi e morte di Giulio Antonio Acquaviva, in “Critica letteraria”, III (1975) 6, pp. 91-101.
12) Un giorno funesto nel passato di Galatina (7 febbraio 1841), in “Quaderni de «Il Galatino»” n. 1, Galatina, Editrice Salentina.
13) Pranzo domenicale (novella), in “Tempo d’oggi”, Maglie, IV (1977), 22-23.
14) San Nicola di Càsole: Un fulcro grecosalentino del culto per gli antichi “autori” fin quasi alla fine del Quattrocento, in “Rassegna trimestrale della Banca agricola popolare di Matino e Lecce”, a. I (1975), I, pp. 39-46.
15) Otranto nel 1480-81. Due preziose fonti, fra le più antiche, mai fino ad oggi individuate come tali, estratto da Studi di Storia e cultura salentina, pubblicati a cura della Società di Storia Patria per la Puglia, Maglie, 1978, pp. 99-106, (pubblicato anche in Acta Martyrum Hydruntinorum, Otranto, 1978).
16) Tre note per la biografia di Antonio Galateo, in “Esperienze letterarie”, IV (1979), 3, pp. 81-102.
17) Un’annotazione otrantina del 1571 attesta vivente Giovanni Michele Lagetto, in “Il Galatino”, XII, (22 febbraio 1979), p. 3.
18) La vicenda otrantina del 1480-81 nella società italiana del tempo. Aspetti letterari e civili, in “Rassegna Salentina”, V (1980), n. 2-3 marzo-giugno, pp. 73-135 (ma compreso anche, alle medesime pp., nel vol. Otranto 1480, a c. di A. Laporta, Lecce, Capone Editore, 1980).
19) I martiri di Otranto, il Cardami e Giovan Bernardino Tafuri, in “Sallentum”, III, (1980), 3, pp. 45-74.
20) Fotogrammi dal passato, in “Rassegna trimestrale della Banca agricola popolare di Matino e Lecce”, VII (1981), 2.
21) Le “Cronache” di messer Antonello Coniger e le note sui Turchi ad Otranto e nel Salento (1480-81), in “Sallentum”, V, (1982) 2-3, pp. 3-21.
22) Gli avvenimenti otrantini del 1480-81 nell’attenzione dei contemporanei e dei posteri e nella disattenzione dei testi scolastici di storia, in “Contributi”, I (1982), 1, pp. 17-22.
23) Recensione a: A. Angelone Dello Vicario, Il richiamo di Virgilio nella poesia italiana, in “Istruzione Tecnica e Professionale”, n. s., XIX (1982), 71, pp. 203-204.
24) I Martiri di Otranto tra documenti e tradizione, a c. dell’Amministrazione comunale della Città di Otranto, 1983, pp. 22.
25) Recensione a: M. Santoro, L’uomo nel labirinto, in “Istruzione Tecnica e Professionale”, n. s., XX (1983), 76, pp. 281-283.
26) Recensione a: A. Vallone, Storia della critica dantesca dal XIV al XX secolo, nella stessa rivista indicata sopra, n. 25, pp. 283-286.
27) “Se potuto aveste veder tutto…”: rileggendo il canto III del Purgatorio, in “L’Alighieri”, XXV (1984), 1, pp. 47-69.
28) Fonti salentine sugli avvenimenti otrantini del 1480-81, in Otranto 1480 (Atti del Convegno internazionale di studio tenutosi in Otranto dal 19 al 23 maggio 1980), Galatina, Congedo Editore, 1984, vol. II, pp. 1-175 (l’edizione definitiva degli Atti porta la data del 1986). Questo lavoro filologico-critico raccoglie in un unico corpo una serie di saggi pubblicati in anni diversi su “Sallentum”, su “Tempi nostri” e altrove.
29) Recensione a: Gli Umanisti e la guerra otrantina. Testi dei secoli XV e XVI, a c. di L. Gualdo Rosa, I. Nuovo e D. Defilippis, con introduzione di F. Tateo, in “Studi e problemi di critica testuale”, 29, (1984), p. 7.
30) Recensione a: F. Tateo, Chierici e feudatari del Mezzogiorno, in “Studi e problemi di critica testuale”, 30, (1985), pp. 7.
31) Venezia e veneziani nell’esperienza e nel giudizio di Antonio Galateo, in Atti del Convegno nazionale “Presa di Gallipoli del 1484 ed i rapporti tra Venezia e Terra d’Otranto”, Gallipoli, 22-23 settembre 1984, Bari, Editrice Tipografica, pp. 159-177.
32) Per una rilettura della “Vituperatio litterarum” di Antonio Galateo, in “Esperienze letterarie”, XIX, (1985), 1, pp. 63-92.
33) Un improvvido ritorno al mai esistito “De bello Hydruntino” di A. Galateo, in “Sudpuglia”, 4 (1985), pp. 69-71.
34) I Turchi ad Otranto (1480-81). Registrazioni umanistiche tra fonti salentine, in “Quaderni” (Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento Meridionale), 3 (1986), pp. 97-121.
35) Spigolature galateane, in AA. VV. Rinascimento meridionale e altri studi, raccolta di studi pubblicata in onore di Mario Santoro, Napoli, Società Editrice Napoletana, 1987, pp. 333-348 (pubblicata anche in “Sallentum”, IX (1-3), 16, 1986, pp. 53-67.
36) Teste l’autore, a lungo ignorato, in “Sallentum”, 1-2 (1988), pp. 25-27.
37) Per l’autentico Antonio De Ferrariis Galateo, Napoli, Ferraro, 1990, pp. 174.
38) Segni nostri, con prefazione di O. Macrì, Manduria, Lacaita, 1993, pp. 143.
39) Introduzione a: G. F. Romano, Superstite io rammento, Lecce, Piero Manni, 1993, pp. 7-25.
40) Cinquecento anni di amicizia fra il Salento e la Polonia, in “La città”, Galatina, III, (1995), 3, pp. 3-14.
41) Relazione su Historia delli Martiri. L’Informo otrantino del 1539, a c. di Nicola G. De Donno, Milano, Scheiwiller, 1996, pp. 82, in “L’eco idruntina”, Otranto, LXXVII (1996), pp. 291-302.
42) A Giovanna detta anche Girmi, con una nota di L. Blasucci, in “L’immaginazione”, n. 141, (1997), pp. 11-12.
43) A Giovanna detta anche Girmi, con presentazione di L. Blasucci, Lucca, Maria Pacini Fazzi, 1997, pp. 25.
44) Dicembre è ritornato, con note introduttive di A. Macrì Tronci e Gino Pisanò, Taurisano, Collana “I grani di Presenza”, n. 8, 1998, pp. 42 (postumo).
45) Testimonianza e fedeltà, in “Note di Storia e Cultura Salentina”, X-XI, 1998/99, Società di Storia patria per la Puglia - Sezione di Maglie e Otranto, (postumo).


Articoli pubblicati su periodici locali

1) Mandorino: il colore come luce dell’uomo, in “Il Galatino”, 24-12-1970, p. 3.
2) Galatina e il suo Ospedale, in “Il Galatino”, 11-2-1971, p. 1.
3) Aldo Moro al di là della cronaca, in “Tempo d’oggi”, 16-5-1978, p. 1.
4) L’esempio di Aldo Moro, in “Realtà Salentina”, 16-5-1978, p. 3.
5) Nino Della Notte Direttore dell’Istituto Statale d’Arte di Poggiardo, nel vol. 1961-1991-Trent’anni di idee, a c. dell’I.S.A. di Poggiardo, Galatina, Editrice Salentina, 1993, pp. 20-38.
6) Una saga familiare galatinese, recensione al vol. Non sotto il moggio di Maria Vallone, in “La Città”, II (1984), 4, p. 4.

(1 - continua)

   
   
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