E in corso un gran-de disegno: fare del-lEuropa
un modello per il mondo, un pilastro di pace, in una realtà
globale piena di incognite.
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Oggi lUnione europea si pone due ardui compiti: la riforma
delle proprie strutture e lallargamento. Si delinea pertanto
un grande progetto di unEuropa fatta di cerchi concentrici,
che hanno in comune forti legami di tradizione e di identità,
e che vanno racchiusi in un perimetro giuridico comune.
Tutto questo mondo si alimenta di comuni aspirazioni, con un comune
interesse al consolidamento della pace e della convivenza fra i
popoli nel pluralismo delle identità e nella consapevolezza
che lidea di nazione come insegnava Chabod «è
legata indissolubilmente a quella dellEuropa».
Tutto, dalleredità del passato ai risultati acquisiti
in questi cinquantanni, spinge a porre il raggiungimento di
una soggettività costituzionale europea al centro della visione
del futuro.
Di questo processo dintegrazione lItalia è parte
attiva e determinante. Esso passa in primo luogo attraverso liniziativa
degli Stati che, più di altri, si sentono custodi dei principii
ispiratori dellEuropa.
Riflettendo sul doppio compito dellapprofondimento e dellallargamento,
ci si chiede: ha uno di questi compiti la priorità, temporale
o logica, sullaltro?
Nella presente realtà dellUnione europea, la priorità
lha il rafforzamento delle strutture. E indispensabile
rafforzare prima di allargare, per non compromettere, anzi per migliorare
lefficacia del sistema comunitario. Ma, scandito razionalmente
nel tempo, deve esserci un processo politico articolato, che leghi
luno allaltro sviluppo: lallargamento e il rafforzamento.
Si possono e si debbono portare avanti le trattative in ambedue
i campi, insieme.
Tocca dunque ai Paesi che sono già parte dellUnione
europea e che accettano lidea della sovranazionalità
procedere alla modifica delle regole, per rendere più forti
le istituzioni europee, per rendere pienamente operativo il governo
dellentità sovranazionale. Questo compito va intrapreso
in unottica non soltanto europea, ma mondiale. Allinterno
di questo quadro bisogna realizzare concretamente lavanzamento
dellintera Europa verso un benessere vero, non soltanto economico
ma civile, rispondente alla visione sociale che è caratteristica
della cultura europea.
E in corso un grande disegno: fare dellEuropa un modello
per il mondo, un pilastro di pace, in una realtà globale
piena di incognite. Per questo bisogna prepararsi, disegnare, perseguire
progetti ambiziosi.
Nella costruzione di questopera cè lavoro per
tutti. Per gli uomini di governo, anzitutto. Ma anche per gli uomini
di studio. Ad essi spetta, in particolare, di chiarire i termini
di passaggi istituzionali che sono fondamentali; di inventare
soluzioni che non possono non essere in parte nuove, perché
nuovi, non sperimentati sono in molti aspetti i problemi ai quali
è necessario dare soluzione.
La dilatazione dei confini dellUnione europea è una
sfida ed è unoccasione da non perdere. Ma è
doveroso rendere i nuovi Stati candidati consapevoli della volontà
che in futuro lUnione europea sia molto più di quanto
è ora. Devono essere consapevoli che lUnione europea
di oggi sta cambiando, perché tende alla sovranazionalità,
pur nel rispetto delle nazioni, che non verrà mai meno. Devono
sapere che lUnione, alla quale chiedono di aderire, si propone
sviluppi ulteriori che la porteranno alla sovranazionalità
in campi oltre la moneta: dalla politica estera e dalla difesa allo
spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia. Questo complesso
di materie è già oggetto di una calendarizzazione
che ci impegnerà fra il 2000 e il 2004.
Avendo questo in mente, e riflettendo sul fatto che non tutti i
Paesi che vogliono entrare nellUnione sono oggi pronti ad
accettare quei livelli di sovranazionalità che sono stati
realizzati, o che si stanno realizzando, si può affermare
che, accanto ai Paesi che potranno presto attuare lormeggio
allUnione, altri ve ne sono, cui occorre offrire intanto un
sicuro ancoraggio.
Questa Europa incompiuta ha molto da insegnare al mondo. Ha la capacità
di creare poteri sovranazionali, che divengano strumenti di cooperazione
e di pace. Lesperienza di ciascuno può indicare la
via al rafforzamento anche delle istituzioni internazionali.
Questo può essere il compito che lEuropa, consapevole
dei suoi fatali errori del passato, ma forte anche dei suoi valori
e dei suoi antichi e nuovi ideali, figli di una cultura maturata
nei secoli, può prefiggersi di assolvere nel nuovo secolo:
giungendo a parlare con una sola voce nel grande concerto delle
nazioni.
La Carta dei Diritti Fondamentali, che lapposita Convenzione
sta elaborando a Bruxelles, mira a richiamare i diritti fondamentali
dei cittadini europei, definendone la natura (individualità,
inviolabilità, giurisdizionalità) e a infondere un
contenuto concreto alla cittadinanza europea, in modo da incardinare
i principii basilari della democrazia nel tessuto costitutivo dellUnione
europea.
E necessario prevedere, in unUnione allargata, per impedire
dispersioni, il diritto ad unintegrazione più stretta,
ad una cooperazione rafforzata, fra i Paesi che sono in grado di
farlo e vogliono farlo: come già è accaduto per la
moneta europea.
Lobiettivo dominante di questo processo è in ultima
istanza la pace europea. Quando si parla di pace europea, si deve
intendere non soltanto la capacità di difesa nei confronti
di terzi, ma in primo luogo la capacità di realizzare la
convivenza pacifica fra i popoli europei.
La crisi dei Balcani è stata unamara lezione per tutti.
I Balcani sono un banco di prova della capacità europea di
collaborare e di parlare con una voce sola. Durante la crisi nel
Kosovo lEuropa ha mostrato la propria maturità politica.
Altrettanto, se non di più, deve fare nella costruzione della
pace e di solidi assetti. Anche i più coraggiosi interventi
rischiano di fallire se non si afferma tra i popoli lo spirito di
rispetto della persona umana, se rimangono vivi odii etnici e religiosi.
Questanno di conferenza inter-governativa, questo 2000 che
è un altro anno cruciale per lEuropa, deve produrre
i cambiamenti necessari. Non ci si può accontentare di cambiamenti
minimali che lascino lopera incompiuta o che ne pregiudichino
il compimento.
LEuropa, finalmente unita, ha trovato il cammino della saggezza
e della pace, sta generando in sé le forze per essere artefice
nel mondo, è tornata alla piena coscienza della propria civiltà.
Sta a tutti proseguire lungo il cammino intrapreso senza esitazioni,
con determinazione, con fiducia, sicuri dei propri ideali, consapevoli
delle proprie forze.
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