La differenza che ha improntato l'intera genesi
della moneta unica ha prodotto una Bce fatta sullo stampo della
Bundesbank.
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La Bce (Banca centrale europea) è lunica istituzione
compiuta alla quale sia pervenuta lintegrazione tra i Paesi
del Vecchio Continente più avanti in questa processo. Cè
una Commissione che presiede alle politiche che ciascuno Stato,
nella sua autonomia, ha scelto di mettere in comune,ma non cè
un potere legislativo, il Parlamento avendo soltanto poche funzioni
ed ancor meno poteri, e non cè un potere esecutivo,
se non disseminato tra i quindici governi dei Paesi membri che solo
raramente, e sempre con grande fatica, riescono ad esprimere un
indirizzo comune. Né cè ununica politica
estera, che rappresenti lEuropa nel suo insieme.
Cè, invece, una Banca centrale che ha il compito di
gestire lunica politica realmente e integralmente comune almeno
tra undici dei quindici membri dellUnione, la politica monetaria
appunto, intesa fin dal suo concepimento come grimaldello per forzare
le resistenze che incontra ogni disegno di integrazione politica.
Si disse, e tuttora si dice, che una politica monetaria comune,
una moneta comune, finirà per imporre quellunione politica
la cui genesi, altrimenti, sarebbe assai più incerta e comunque
più lunga. Ne discende che dalla riuscita dellesperienza
di una politica monetaria e di una moneta comune dipende il futuro
dellintegrazione, insieme con il comportamento di quel disegno
che, al termine del cammino intrapreso mezzo secolo fa col Trattato
di Roma ha sempre posto (e presupposto) una unione politica.
Se questo è il ruolo storico della Banca centrale europea,
è facile concludere che non tira una buona aria. Questo,
perché la Bce non è uscita ad accreditare un suo ruolo,
istituzionale ancor prima che tecnico, finendo per venire identificata
sia pure a torto con il cambio della moneta. Anche
se la debolezza delleuro non è neanche un po
riconducibile oggettivamente alla responsabilità della Banca,
essa sembra autorizzare polemiche, contestazioni, persino dileggio
in una forma e con una violenza delle quali non cè
alcun precedente nella storia di una qualche Banca centrale di qualsivoglia
Paese.
La lira è stata una moneta che nella sua pur breve storia
ne ha passate di tutti i colori ma il prestigio e lautorevolezza
(oltre che lautorità) della Banca dItalia non
ne sono mai stati toccati; nessun giornalista si è mai permesso
toni provocatori e quasi sprezzanti come quelli usati durante la
conferenza stampa di Duisemberg qualche tempo fa; nessun organo
istituzional ha mai contestato tanto apertamente loperato
della Banca come hanno fatto poco dopo, il ministro italiano del
Lavoro o il relatore della Commissione Bilancio dellAssemblea
nazionale francese; nessun autorevole quotidiano ha mai titolato
un editoriale sul Presidente di una Banca centrale nei termini di
un Olandese rotolante. Sotto laspetto tecnico,
non ci sono critiche che con un certo fondamento possano esser mosse
alla Bce. Ma proprio qui sta il punto: anzi, lequivoco. La
Bce non può essere governata come una Banca centrale normale,
perché non è una Banca centrale normale. Avere come
complementi istituzionali undici governi non significa che può
rivolgersi al loro insieme, come una Banca solitamente con il suo
governo, perché ciascuno di quegli undici ritiene di incidere
così poco che non modifica il suo comportamento quando sia
dettato da interessi politici inerenti al proprio Paese.
Insomma, quale degli undici governi affronta limpopolarità
delle riforme sollecitate da Duisemberg quando, anche facendolo,
inciderebbe soltanto marginalmente sul quadro di riferimento della
politica monetaria e del cambio delleuro? Ogni governo si
ritiene destinatario di un undicesimo delle critiche, delle richieste,
delle azioni della Banca centrale; non sarà certamente questa
piccola quota a modificare scelte e comportamenti.
La reciproca diffidenza che ha improntato lintera genesi della
moneta unica e della Bce, e in particolare quella della Germania
per i Paesi mediterraneo, ha prodotto una Bce fatta
sullo stampo della Bundesbank, e un presidente che con la sua ortodossia,
ben collaudata in quindici anni di governo della moneta più
strettamente ancorata al marco tedesco, (il fiorino olandese), potesse
garantire un governo delleuro di stampo teutonico. Serviva
e non è certamente senno di poi
una persona con le caratteristiche opposte: grande autorevolezza
internazionale, carisma, senso della collocazione istituzionale,
esperienza politica e di governo e perché no?
inclinazione alla creatività e alle eterodossia; in definitiva,
una persona in grado di imprimere un carattere personale ad una
istituzione alla quale le circostanze impedivano di averne.
Lunione monetaria è oggi una realtà soltanto
perché è stata realizzata come la voleva la Germania.
lalternativa sarebbe stata uno stallo nel processo dintegrazione
dellEuropa deleterio sotto ogni profilo. Ma ora sarebbe necessario
affrontare i limiti e i condizionamenti con i quali lunione
monetaria è nata, e con essa la Banca centrale europea. Cosa
ardua, del tutto improbabile, o addirittura al di là dellorizzonte
del possibile. Ma questo non riduce di una virgola il rischio che
il futuro dellEuropa può correre se lunica istituzione
realmente comune verrà lasciata nel discredito nel quale
è palesemente caduta.
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