Che genere
di liberalismo
e che genere
di democrazia
sono più adatti
nell'epoca della
globalizzazione?
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Agli albori dellUnione europea, la famiglia Casagrande lasciò
la propria casa nellItalia del Nord per andare a lavorare
in Germania. Sebbene i loro nuovi impieghi come lavoratori immigrati
non li rendessero certo ricchi, le prospettive per il futuro sembravano
migliori, soprattutto per il giovane Donato, che poteva giovarsi
dei servizi sociali e dellistruzione.
I Casagrande iscrissero Donato alla Realschule di Monaco e, dopo
la morte del padre, la madre presentò domanda per gli assegni
mensili che la legge bavarese riconosce agli studenti con famiglia
a basso reddito. Ma il municipio di Monaco respinse la domanda,
dichiarando che la stessa legge che offre sostegno agli studenti
poveri considera i non tedeschi non ammissibili (a meno che non
siano apolidi o stranieri residenti in base al diritto dasilo).
Il fatto che Donato avesse vissuto tutta la vita in Germania non
importava.
I Casagrande si appellarono avverso questa decisione; non, come
ci si potrebbe aspettare, alle autorità tedesche, ma alla
Corte europea di giustizia. Si appellarono allarticolo 12
del regolamento del Consiglio europeo, che prevede che i figli di
cittadini di altri Stati dellUnione europea debbano essere
ammessi allistruzione alle stesse condizioni dei cittadini
di ciascuno Stato nazionale. La Procura bavarese scese in campo,
mettendo in dubbio lautorità del Consiglio europeo
a stabilire tale regolamento, ma la Corte europea si schierò
con il Consiglio, e Donato Casagrande ebbe il suo assegno.
Il caso è diventato una pietra miliare nello sviluppo del
diritto costituzionale dellUnione europea, sollevando molte
interessanti questioni di politica e di giurisprudenza in materia
di integrazione regionale e di legge internazionale. Ma, per quel
che ci riguarda, la sua importanza consiste nel fatto che esso illustra
alcune delle sfide più significative alla teoria della democrazia
liberale nella società globale. Compresi in questo caso,
sono gli elementi-chiave dei problemi che la globalizzazione pone
per il liberalismo e per la democrazia.
A prima vista, il caso Casagrande si direbbe un esempio del tradizionale
conflitto tra regola della maggioranza e diritti dellindividuo,
o, più in generale, tra democrazia e liberalismo. E in effetti
qualche cosa di questo conflitto è presente: la maggioranza
democratica di Baviera ha emanato una legge che si è ritenuto
violasse un diritto dellindividuo. Ma cè qualcosa
di problematico che riguarda entrambi i versanti di questo conflitto;
e neppure questo si adatta perfettamente alla cornice abituale della
democrazia liberale.
Se la democrazia liberale può e deve essere tenuta viva nello
Stato nazionale, che genere di liberalismo e che genere di democrazia
sono più adatti nellepoca della globalizzazione? Ogni
teoria soddisfacente della democrazia liberale deve essere in grado
di confrontarsi con i due problemi generali ai quali né il
cosmo politismo né la teoria della società civile
rispondono adeguatamente. Sul versante della democrazia, deve fare
i conti col problema delle maggioranze molteplici; sul versante
del liberalismo, col problema del disaccordo sui diritti. Credo
che la democrazia deliberativa una teoria della democrazia
che sta ricevendo crescente attenzione negli ultimi anni
indichi la strada più promettente per affrontare questo tipo
di problemi. Qui, intendo soltanto dimostrare brevemente come la
democrazia deliberativa può far fronte ai due problemi generali
menzionati.
La premessa fondamentale della democrazia deliberativa è
che le leggi e le politiche imposte agli individui devono essere
giustificate ai loro occhi in termini che essi possano ragionevolmente
accettare. La teoria è deliberativa, perché
i termini che raccomanda sono concepiti come ragioni che i cittadini,
o i loro rappresentanti di fiducia, si danno lun laltro,
in un processo continuo di mutua giustificazione. Le ragioni reciproche
non sono meramente procedurali (perché la maggioranza
lo vuole), o esclusivamente sostanziali (perché
è un diritto umano). Esse si appellano a principii
morali (come le libertà fondamentali o luguaglianza
di opportunità) che gli individui, motivati a trovare termini
equi di cooperazione, possano realmente accettare. Certamente, alcune
delle ragioni che possono essere accettate in questo senso spesso
non lo sono di fatto, in quanto le condizioni sociali e politiche
non sono favorevoli alla pratica della deliberazione. Ma la democrazia
deliberativa mantiene questo standard di reciprocità come
un ideale contro il quale le pratiche reali devono essere misurate.
Al vertice del 1996, il Gruppo dei Sette stilò una comunicazione
(intitolata Rendere il successo della globalizzazione un beneficio
per tutti) nella quale si sosteneva: «In un mondo sempre
più interdipendente dobbiamo tutti quanti riconoscere che
abbiamo interesse a diffondere i benefìci della crescita
economica quanto più ampiamente possibile».
Il sentimento è benvenuto, ma lo scopo è incompleto.
In un mondo sempre più interdipendente abbiamo tutti un interesse
a diffondere i benefìci della libertà e della democrazia
quanto più ampiamente possibile. Questo scopo politico non
è meno importante di quello economico, e sebbene possano
entrare in conflitto, alla fine essi stanno oppure cadono insieme.
Nella nostra premura di gestire in modo efficiente leconomia
globale, non dobbiamo dimenticare che abbiamo bisogno di governare
democraticamente la società globale che la sostiene.
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