Nel mondo rutilante e spesso militaresco degli
inni nazionali, il testo medioevale di quello dedicato al Mikado
è uno dei più poetici.
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Eseguito per intero, linno di Mameli dura un gran tempo:
esattamente 7 minuti primi e 45 minuti secondi. Lautore lo
scrisse a ventanni. La difesa della Repubblica Romana gli
costò la vita. Aveva ventidue anni. Morì da eroe,
e forse mai eroe venne risarcito meglio. Le sei strofe furono musicate
dal Novaro. Gli italiani conoscono appena la prima. I calciatori
della Nazionale non conoscono forse neanche quella, comunque molti
rifiutano di mandarla a memoria, intenti come sono, probabilmente,
a far cantare cartamoneta, nel senso che se mettono la mano sul
petto è per difendere il portafogli, non per ascoltare un
palpito di cuore. Comunque sia, riportiamo il testo dellinno,
peraltro non facilmente rintracciabile.
Sei strofe per la Patria
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Fratelli dItalia
lItalia sè desta,
dellelmo di Scipio
sè cinta la testa.
Dovè la vittoria?
Le porga la chioma,
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte,
siam pronti alla morte,
lItalia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte,
siam pronti alla morte,
lItalia chiamò. Sì!
Fratelli dItalia
lItalia sè desta,
dellelmo di Scipio
sè cinta la testa.
Dovè la vittoria?
Le porga la chioma,
ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Noi fummo da secoli
calpesti, derisi
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci ununica
bandiera, una speme;
di fonderci insieme
già lora suonò.
Fratelli dItalia, ecc.
Uniamoci, uniamoci,
lunione e lamore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio!,
chi vincer ci può?
Fratelli dItalia, ecc.
DallAlpe a Sicilia,
ovunque è Legnano;
Ogni uom di Ferruccio
ha il core, la mano.
I bimbi dItalia
si chiaman Balilla,
il suon dogni squilla
i Vespri sonò.
Goffredo Mameli
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E ovviamente il testo adottato in tempi di Repubblica, dunque
emendato, e vedremo perché. Ora ci interessa altro. Si dice
che linno di Mameli sia brutto. E si fa il confronto, in particolare,
con la Marsigliese. Intanto, andrebbe ricordato che Mameli andò
a morire da eroe rivoluzionario, mentre Rouget de Lisle, autore
del testo francese, borghesemente morì nel suo letto: circostanza,
questa, sulla quale i transalpini preferiscono sorvolare. E in ogni
caso, non è che ci sia molta differenza fra dellelmo
di Scipio / sè cinta la testa e un sangue
impuro / abbeveri i nostri solchi; per non parlare del britannico
Dio salvi la regina / Dio salvi la nostra graziosa maestà!.
Ma veniamo al tema musicale. Sulla presunta superiorità originale
della Marsigliese cè chi ha da ridire: de Lisle, secondo
tutti i musicologi, doveva avere ben radicato in testa un concerto
di Mozart quando compose il canto di guerra per i volontari marsigliesi
dellarmata del Reno. E un altro inno nazionale, lisraeliano
Hatikvà, poggia su un plagio abbastanza percepibile, quello
della Vltava, di Smentana. E se andiamo al testo: Od lo avda
tikvatenu, che tradotto suona la nostra speranza non
è ancora perduta, per chi ha presente lorigine
polacca di gran parte dellebraismo mondiale, e per chi conosce
linno polacco Marcia di Dombrowski, non può che destare
perplessità. Nellinno polacco, infatti, si legge: Jeszcze
Polska nie zginela, la Polonia non è ancora perduta.
Fra laltro, la Marcia ha una sorta di scambio di cortesie
con lItalia. La strofa del nostro inno, quella emendata, dice:
Son giunchi che piegano / le spade vendute / già laquila
dAustria / le penne ha perdute / il sangue dItalia /
e quello polacco / bevé col Cosacco / ma il cor le bruciò.
Ed ecco come attacca linno polacco: Marcia marcia Dombrowski
/ dallItalia alla Polonia / la Polonia non è ancora
perduta. Linno polacco parla dellItalia, quello
italiano della Polonia. Dombrowski, generale di una legione polacca
che combatteva sotto le bandiere di Napoleone, è leroe
della nazione più cattolica dEuropa, e nello stesso
tempo uno dei condottieri giacobini tacciabili di genocidi,
secondo la recente polemica sulle insorgenze cattoliche
del 1799. E genocida del Sud, come garibaldino, sarebbe
tacciabile dallidentica fonte anche laltro grande eroe
nazionale polacco dell800: litaliano Francesco Nullo,
morto combattendo durante linsurrezione polacca del 1863.
Gli israeliani vorrebbero cambiare il loro Inno lacrimoso, che risale
al 1878, magari facendo ricorso al coro del Nabucco, al Va
pensiero, che di ebrei parla, e che in Italia è stato proposto
come anti-Mameli, oltre che scippato dalla Lega. Gli spagnoli, invece,
problemi di questo tipo non li hanno: il loro Himno Real è
senza testo scritto, ha soltanto la musica, che fu composta come
omaggio agli eredi dei re cattolicissimi di Castiglia
e di Aragona dal prussiano, luterano e volterriano Federico II.
Altri problemi hanno i tedeschi. Deutschland über alles, su
testo del loro Risorgimento, è stato adattato su musica di
Haydn, così come linno austriaco fu adattato su musica
di Mozart e quello americano su un vecchio inno inglese settecentesco,
intitolato Anacreonte in cielo. Ma chi taccia linno di Mameli
di essere brutto ha mai letto il testo dellinno americano?
Si recita: Oh! Potete vedere, nei fulgori mattutini / colei
che così fieramente salutammo negli ultimi bagliori del crepuscolo
/ le cui larghe strisce e luccicanti stelle avevano attraversato
la perigliosa pugna / sui nostri bastioni guardammo così
gagliardamente sventolare.
Ma torniamo allinno tedesco: Germania Germania sopra
tutto / sopra ogni cosa al mondo / dalla Mosa al Memel / dallAdige
al Belt: e dal momento che, per riconquistare i confini
naturali indicati nella sua prima strofa e persi dalla Germania
guglielmina nella prima guerra mondiale, Hitler ne aveva scatenato
una seconda, la Repubblica Federale si mette al sicuro, ora, facendo
partire le esecuzioni dalla seconda strofa.
Il Giappone, per far dimenticare il passato fino al 1945, aveva
messo sotto naftalina inno e bandiera. Solo da poco, col revisionismo
storico che si respira a Tokyo, la Dieta ha riconsacrato
questi emblemi nazionali. E va detto che nel mondo rutilante e spesso
militaresco degli inni nazionali, il testo medioevale di quello
dedicato al Mikado è probabilmente uno dei più poetici,
nel gentile e tutto orientale tratteggio della natura in cui si
risolve: Che il tuo regno diecimila anni si prolunghi / governa,
Signore, fino a che le pietre del presente / saranno fuse dal tempo
nelle rocce giganti / sui cui venerabili fianchi sallunga
il muschio.
E infatti: chi ha prescritto che inno nazionale debba parlare di
guerra, Jomo Kenyatta, padre della patria del Kenya, dopo lindipendenza
indisse un concorso e scelse come inno unantica ninna nanna.
Il Canto del Mattino dellIndia è su testo del Premio
Nobel per la Letteratura Rabin-dranath Tagore. E ci sono stati,
e continuano ad esserci, incidenti di percorso: gli eredi di Tagore
avevano venduto i diritti dellinno a un cantante folk americano,
circostanza che ha causato molte noie legali. Così nel 1844,
quando in Messico si indisse un concorso per linno nazionale:
dal momento che il premio non fu mai pagato al vincitore, gli eredi
vendettero il copyright a una casa editrice statunitense, alla quale
il Messico deve pagare tuttora i diritti ogni volta che linno
viene eseguito. E cosa declama questinno? Messicani,
al grido di guerra / un acciar apprestate e larcion / e rimbombi
nel cuore la terra / al sonoro ruggir del cannon. Cè
rima anche nella traduzione italiana. Vogliamo ancora dir male dellinno
italiano?
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