Marzo 2001

FEDERALISMO AMMINISTRATIVO

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Trasferimenti al Sud
Federico Coroneo
 
 

 

 

 

 

Il federalismo
amministrativo
scattato il primo gennaio
di quest’anno
guarda con
attenzione alle
regioni meridionali.

 

Il federalismo amministrativo, a Costitu-zione invariata, scattato il primo gennaio di quest’anno, guarda con attenzione alle regioni meridionali. Al Sud, infatti, sono stati convogliati circa dodicimila degli oltre trentaduemila miliardi di lire (che diventano circa trentaseimila, considerando gran parte delle risorse per il personale) trasferiti dai bilanci dei ministeri a quelli degli enti territoriali col piano di attuazione della “riforma Bassanini”.
E a beneficiarne maggiormente è la Campania. Con oltre 4.700 miliardi, 2.400 dei quali destinati a opere pubbliche e ad incentivi alle imprese (esclusi quelli previsti dalla legge 488), a questa regione spetta la palma dell’ente territoriale più ricco sul versante del decentramento.
Questi dati emergono dall’ultima relazione semestrale della Commissione Bicamerale sulla riforma amministrativa che, complessivamente, ha promosso l’azione del governo, non evitando comunque di segnalare alcuni ritardi nell’opera di recepimento da parte di qualche regione, a cominciare dalla Calabria e dalla stessa Campania.
Nel documento, messo a punto alla fine del dicembre 2000, si ricorda inoltre che l’opera di trasferimento delle risorse deve essere accompagnata da un contestuale spostamento del personale dal “centro” alle strutture territoriali. In particolare, prima dell’inizio della prossima estate, saranno 22.537 i dipendenti pubblici che saranno trasferiti, anche attraverso il ricorso alla mobilità territoriale, dalla gestione dei ministeri a quella delle regioni a statuto ordinario e degli Enti locali.

Le risorse spostate dalle amministrazioni centrali alle quindici regioni a statuto ordinario e agli Enti locali si aggirano attorno ai ventisettemila miliardi, 15.500 dei quali con la formula “una tantum”. Una fetta abbastanza cospicua di risorse che, considerando gli ulteriori stanziamenti necessari per il trasferimento del personale, salirà ad almeno 28.500-29 mila miliardi di lire.
A questi stanziamenti vanno poi aggiunti i settemila miliardi destinati alle cinque regioni a statuto speciale (nel Sud, la Sicilia e la Sardegna).
A questo proposito, la Commissione ha ricordato che «le risorse così determinate verranno attribuite attraverso trasferimenti solo in una prima fase, per poi essere definitivamente sostituite con compartecipazioni all’Irpef e all’Iva per le regioni e con l’istituzione dell’addizionale Irpef per i comuni».
La definizione del processo organizzativo del decentramento, sancito dall’accordo raggiunto nel 2000 tra governo e Confe-renza delle regioni, è stata considerata dalla Commissione un passo importante, in attesa di una riforma costituzionale dello Stato in senso federale. Questo processo risulta caratterizzato da una serie di elementi positivi, sia sotto il profilo procedurale e formale, sia nella sostanza dei risultati, grazie anche all’attuazione di un principio innovativo rispetto ai precedenti trasferimenti. Comunque, va sottolineato che resta ancora aperto (anche se si sta avviando a soluzione) il problema dell’organizzazione associata dei piccoli Enti locali, al fine di dar loro una dimensione adeguata per la gestione delle nuove funzioni.

Anche sul fronte del recepimento della riforma da parte delle regioni il giudizio della Commissione è sostanzialmente positivo: «Le regioni hanno in gran parte portato a compimento la fase di puntuale individuazione in ciascun settore delle funzioni trasferite o delegate agli enti locali e di quelle mantenute in capo a se medesime». Ma dal monitoraggio condotto dalla “Bicameralina” a pochi giorni dall’ora x del decollo del “federalismo amministrativo” (primo gennaio scorso) risultavano ancora alcuni ritardi.

I fondi alle Regioni

Trasferimenti di risorse finanziarie “una tantum” alle Regioni a statuto ordinario e agli Enti locali (edilizia residenziale pubblica, intervento ex Mezzogiorno, opere pubbliche, viabilità). In milioni di lire.

 

Abruzzo
585.111
Basilicata
664.313
Calabria
1.507.261
Campania
2.354.637
Emilia-Romagna
667.772
Lazio
1.574.165
Liguria
297.925
Lombardia
1,276.385
Marche
139.471
Molise
675.251
Piemonte
689.143
Puglia
1.358.018
Toscana
637.078
Umbria
198.487
Veneto
493.172

TOTALE
13.118.190

Calabria, Campania e Veneto, ad esempio, non avevano ancora approvato la legge regionale di ripartizione del decreto legislativo 112/98 sul decentramento. E sempre per quel che riguarda l’attuazione di questo provvedimento, che è la spina dorsale di tutto il processo del “federalismo amministrativo”, la Commissione ha mosso alcuni rilievi al Piemonte e alla Puglia per aver varato leggi «non esaustive di tutte le materie» comprese nella riforma.
Nella relazione, infine, non manca un invito al governo «a chiarire la propria posizione in ordine alle diverse ipotesi di riforma prospettate» per la riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato che incide direttamente sui meccanismi di trasferimento delle risorse per il settore dell’agricoltura (circa 650 miliardi di lire).

   
   
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