LUnione europea deve trovare soltanto il modo di mettere
da parte i criteri di Maastricht, quando la situazione lo richiede.
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Partiamo da ciò che tormenta di più gli economisti:
la disoccupazione. La disoccupazione continua sempre ad aumentare
anche dopo la fine di una recessione, perché le aziende devono
riorganizzarsi prima di aumentare la produzione.
Dubito però che la crescita economica degli Stati Uniti possa
continuare alla velocità annua del 5,8 per cento vista nel
primo periodo di questanno. Molto probabilmente rallenterà
su ritmi più blandi. Infatti, si tratta di un andamento consueto:
dopo una crisi, le aziende devono riempire i magazzini che nei tempi
duri avevano svuotato, e questo ha contribuito al ritmo di crescita
di circa il tre per cento. Poi la ripresa è stata sostenuta
dalle molte offerte speciali, ad esempio nel settore delle auto.
La vera crescita ripartirà quando aumenteranno gli investimenti,
per ora più o meno fermi.
Per quel che riguarda la salute del dollaro, fino a quando non ci
saranno fluttuazioni esagerate non bisogna temere ripercussioni
particolari. Appena gli investitori percepiranno che i profitti
delle aziende statunitensi torneranno a crescere, e che lo faranno
più di quelle europee, torneranno ad acquistare in dollari.
E pur vero che le schermaglie continuano. In una fase delicata,
il presidente americano ha inasprito le tensioni imponendo dazi
sulle importazioni di acciaio. E stato un terribile errore.
Non cè nessuna ragione economica per proteggere unindustria
che ha beneficiato per anni di misure protezionistiche, restando
comunque del tutto inefficiente. Lo scopo della mossa dellamministrazione
americana è stato puramente politico, volto a raccogliere
consensi.
Dal canto suo, lUnione europea ha deciso di colpire i prodotti
degli Stati americani dove i repubblicani potrebbero incontrare
le maggiori difficoltà rispetto ai democratici. Ho trovato
divertente questa scelta, ma non credo che sia stata una buona idea.
LUnione europea ha due modi per reagire: protestare contro
il protezionismo americano, e a sua volta mettere in atto un protezionismo
europeo, per esempio colpendo altre materie prime. Il problema dellEuropa
è proprio il fatto che la sua principale, e forse unica fonte
di ottimismo, è rappresentata dallattesa crescita economica
degli Stati Uniti. E un vicolo cieco dal quale il Vecchio
Continente deve tentare di uscire. Molti ritengono ancora che il
solo modo per farlo sia quello di riformare il mercato del lavoro,
ma io sono convinto che non sia sufficiente. Non è vero che
lunica ricetta vincente sia la flessibilità. Occorre
invece osare molto di più, occorre in primo luogo espandere
leconomia attraverso la politica monetaria e attraverso la
politica fiscale. Agire soltanto sul mercato del lavoro rischia
di rivelarsi economicamente insufficiente e politicamente poco attraente.
Solo dopo aver dato maggiore slancio alleconomia sarà
possibile andare dalle forze sociali per stabilire nuove regole,
perché non si può pensare che lunica soluzione
dellattuale debolezza sia ridurre i benefici dei lavoratori.
In più di una circostanza mi è stato chiesto se
secondo me la Banca centrale europea non sia in grado, come
la Federal Reserve, di dare maggiore slancio alleconomia.
Guardiamo ai fatti.
Il contrasto tra queste due istituzioni è emerso drammaticamente
allinizio del 2001, quando la crisi è iniziata. La
Federal Reserve ha cominciato a tagliare i tassi già da gennaio,
abbassandoli fino ad oggi, mentre la Banca centrale europea ha aspettato
quasi metà anno, raggiungendo un tasso di riferimento pressoché
doppio rispetto a quello americano. La reazione della Bce è
stata troppo meccanica, mentre il pregio del presidente della Fed,
Greenspan, è la flessibilità: osserva attentamente
ciò che accade, reagisce e impara dagli errori.
Per quel che riguarda il controllo dellinflazione europea,
insieme con lesplosione del debito pubblico in alcuni Paesi,
va detto che i criteri di stabilità di Maastricht hanno avuto
un senso in passato, quando i governi nazionali erano drogati dal
deficit di bilancio.
Ora occorre cambiare strategia. Il pericolo più serio per
la ripresa europea in questo momento è rappresentato dalla
debolezza delleconomia tedesca, che avendo raggiunto un deficit
vicino alla soglia del tre per cento ha dovuto tagliare le spese,
attuare un consolidamento di bilancio che ha reso la situazione
ancora peggiore.
Se lEuropa vuole essere prospera, deve far crescere la propria
occupazione, che in Paesi come lItalia e la Germania è
ancora troppo bassa. LUnione europea deve trovare soltanto
il modo di mettere da parte i criteri di Maastricht, quando la situazione
lo richiede. Non dovete permettere allUnione europea di essere
distrutta da Maastricht.
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