Quelle tracce
sono ciò che resta
di un mondo a noi ancora sconosciuto, inesplorato,
misterioso.
|
|
A maggio sono stati tre anni. Alla cava Pontrelli di Via Santeramo,
a un tiro di schioppo dalla città di Federico, non è
cambiato ancora nulla. Larea sembra abbandonata, anche se
recintata e con cartelli che vietano lingresso a chi volesse
avventurarsi in questo luogo che ti riporta a 65 milioni di anni
fa, quando la murgia di Pontrelli era una piana bagnata da acque
calme dove crescevano rigogliose mangrovie, cibo preferito dagli
unici abitatori, mansueti dinosauri che da queste parti pascolavano
beatamente.
Quando Massimo Sarti e Michele Claps, geologi marini dellUniversità
di Ancona, entrano per caso in questa sorta di gran canyon, scavato
nella roccia con mine e picconi da Vincenzo De Lucia, artigiano
scavatore, per farne pietrisco da utilizzare per la vicina strada
provinciale e per quella ferrata Altamura-Santeramo-Gioia del Colle,
non pensano di fare la più importante scoperta di orme e
piste di dinosauri del mondo. Portati in quel posto da uno strano
destino, stavano studiando le stratificazioni geologiche della vicina
Val dAgri in Basilicata, dove sè scoperto loro
nero.
Osservando il piano di roccia carsica, slavato da interminabili
piogge che lo avevano fatto diventare tutto bianco, pensarono che
quei segni regolari, così visibili sul calpestio roccioso,
fossero stati creati dai mezzi meccanici. Per anni, a Pontrelli,
Vincenzo De Lucia aveva lavorato duro sbancando migliaia di metri
cubi di roccia. Fortunatamente si era fermato di fronte a quella
grandissima lastra di pietra, che lo portò a continuare la
coltivazione della cava verso i lati, e non in profondità.
Resta ancora misteriosa la ragione di tale scelta. Una scelta, dopo
la chiusura e labbandono della cava, che ha portato i dinosauri
fino a noi, rivoluzionando la stessa paleogeografia dellItalia
meridionale. Quei segni erano orme e piste di dinosauri venute casualmente
alla luce dopo che la cava era stata abbandonata e con un destino
segnato: continuarne la coltivazione e farne discarica per inerti
che certamente avrebbe seppellito tutto.
I due studiosi, per capirne di più, chiamano Umberto Nicosia,
sorta di capo Sioux, Direttore del Dipartimento di Scienze della
Sapienza di Roma, che sa distinguere su qualsiasi terreno le impronte
lasciate da animali.
Nicosia, famoso icnologo, scienza nata in Germania solo alla fine
dellOttocento, alcune settimane dopo, esaminando il piano
di roccia non riesce a capire, non trova spiegazioni a ciò
che vede. «Forse è quel che resta dei fori scavati
per depositare le mine...». Per ore e ore gira intorno al
piano di cava. Forse lemozione e la quantità dei segni
gli confondono la testa. Fortunatamente, un suo assistente riprende
tutto con una piccola videocamera.
E a Roma, allinizio di giugno 99, in unanonima
stanzetta della Sapienza attrezzata per vedere i filmati
girati nelle tante avventure alla ricerca del passato
più lontano, che Nicosia comincia a capire. Immagina il piccolo
Iguanodonte camminare su quella spiaggia. Quelle tracce su quellenorme
superficie di roccia bianca, accecante nelle giornate del solleone,
sono ciò che resta di un mondo a noi ancora sconosciuto,
inesplorato, misterioso. Orme degli abitanti della terra di 65 milioni
di anni fa, quando il grande golfo della Tetide separava le masse
continentali dellEurasia e della paleo-Africa: i dinosauri.
E poco prima della loro scomparsa, avvenuta proprio nel Cretacico.
La conferma ulteriore arriva dallosservazione di tutta la
superficie, di circa due ettari, dalle fotografie prese dallalto
da un pallone aerostatico e da un piccolo aereo da ricognizione.
65 milioni di anni fa la Puglia, unita ai Balcani e alla Turchia,
era una terra emersa con un clima tropicale, mare piatto e una vegetazione
rigogliosissima, tanto da poter sfamare migliaia di bestioni. La
Puglia insomma era già emersa. E dopo la scoperta di altre
orme sul Gargano era emersa già da 120 milioni di anni. Poi
nuovamente sommersa dalle acque e poi nuovamente emersa circa un
milione di anni fa.
La scoperta è eccezionale. La notizia interessa e spinge
verso Altamura, già ampiamente nota per lUomo di Altamura
scheletro di ominide scoperto nella Grotta di Lamalunga e
incastonato nella roccia , centinaia di esperti e visitatori,
che adesso sono divenuti migliaia e che si meravigliano ancora come
mai questarea non sia diventata sede del più grande
sito paleontologico di orme di dinosauri del mondo.
Sono già 25 mila i visitatori, secondo i dati ufficiali forniti
dal giovane amministratore dellEcospi, Enzo Fiore, azienda
proprietaria della cava, che dintesa con la Soprintendenza
e il Ministero ha messo su un servizio di visite guidate alle piste
già scoperte.
Linteresse è mondiale. Arrivano visitatori e studiosi
da tutto il mondo. Spesso sono i musei paleontologici più
importanti che chiedono di creare intese e gemellaggi. Fino alla
consacrazione ufficiale sul National Geographic.
Alla cava Pontrelli, però, è tutto come prima. La
strada comunale di accesso è ancora occupata da copertoni
di camion abbandonati, non un segnale indicatore. Anzi, a poche
centinaia di metri stanno sorgendo enormi capannoni industriali
che ne snaturano le potenzialità turistiche e culturali.
Eppure, tutto sembrava andare per il meglio. La Ecospi decide dopo
la grande scoperta di bloccare la coltivazione della cava e dichiara
la disponibilità, subito accolta dalla Soprintendenza, a
sperimentare una originalissima forma di rapporto pubblico-privato
per la conservazione e la valorizzazione di questa area.
Non solo. La stessa Ecospi dà vita ad un gruppo di lavoro
composto da tecnici ed esperti di progettazione e marketing per
far diventare questo sito di valore mondiale. La stessa Walt Disney
proprio nel novembre 2000 lancia, dopo anni di lavoro durissimo,
il film danimazione Dinosaurs, dedicato a un piccolo
dinosauro del cretacico, Aladar.
Dopo un primo periodo di intenso lavoro con la presentazione a Bari
della prima nazionale del film e lorganizzazione di una mostra
sui dinosauri fatta grazie alla Provincia di Bari e allintervento
dellAmministrazione comunale di Altamura e allAssociazione
Culturale Dinos, tutto appare fermo.
Eppure è gia pronto lo studio per creare un Parco dei Dinosauri,
il piu grande e originale dEuropa. Intanto il sito di Altamura
è visitabile solo grazie alla disponibilità della
Soprintendenza, della proprietà e allimpegno profuso
dallarcheologa Damiana Santoro e da Salvatore Santoro.
Gli unici finanziamenti pubblici finora stanziati e finalmente utilizzabili
sono quelli decisi dal Ministero dei Beni Culturali del precedente
Governo che stanziava per la Soprintendenza archeologica di Taranto
seicento milioni di vecchie lire da spendere per lavori di conservazione
e tutela delle orme. Ma cè di più. «Dopo
gli incontri dichiara Enzo Fiore tenuti con i rappresentanti
della Provincia di Bari e del Comune di Altamura, sulla base delle
richieste che ci sono arrivate dagli enti locali, noi abbiamo presentato
unipotesi di accordo che prevede la concessione di una parte
dellarea della cava dove dovrebbero sorgere il grande centro
visita, i parcheggi e le aree pertinenti ai servizi; la creazione
di una società a maggioranza pubblica per la gestione del
sito e impegnata in tutte le azioni di valorizzazione del territorio,
ipotesi progettuale già in stato avanzato, con le indicazioni
e i piani finanziari per accedere ai fondi PIS dellUnione
Europea. Inoltre siamo impegnati a trovare strade inedite per favorire
lo sviluppo turistico del territorio».
«Insomma continua Fiore vogliamo creare una
virtuosa occasione di collaborazione tra noi, proprietari dellarea,
gli enti territoriali e la Soprintendenza. Tutto, per favorire nuove
opportunità e nuova occupazione, evitando così inutili
lungaggini burocratiche e litigiosità sulla disponibilità
dellarea che porterebbero inevitabilmente a chiusure reciproche.
La nostra proposta è stata avanzata già a giugno scorso.
Attendiamo risposte».
Ma intanto è tutto fermo. I dinosauri in Puglia possono attendere...
Che strano destino: il caso li ha fatti scoprire, la sciatteria
istituzionale li ricopre.
In Australia, ad Adelaide, alcuni anni fa scoprirono un po
di orme: ne hanno fatto il più grande parco scientifico e
ludico dei dinosauri del mondo! In Puglia, in una piccola area,
se ne scoprono 30 mila...
|