Una Costituzione
europea non può non fondarsi sulle radici
cristiane del
Vecchio Continente,
radici che, per il loro
valore universale,
sono a fondamento
di tutta la civiltà
occidentale.
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Nella crisi dello Stato-nazione le sfide delloggi sono la
definizione di una nuova statualità e la promozione di nuovi
ordinamenti internazionali. Gli Stati, soprattutto in Europa, cominciano
a trovarsi sotto la spinta, dallalto, degli assetti sovranazionali
e, dal basso, delle affermazioni delle autonomie territoriali. E
un passaggio cruciale: esige un impegno elaborativo e propositivo
per certi versi simile a quello che accompagnò la nascita
degli Stati moderni.
La globalizzazione non deve accentuare le diseguaglianze, lo sfruttamento;
essa deve essere governata, dominata dalluomo. Se non vogliamo
che prevalga il diritto del più forte, occorre far riemergere
le basi del diritto naturale, affermare un sistema dei diritti umani
che, pienamente rafforzato e riproposto dai singoli Stati, diventi
parte fondante del nuovo ordine.
Devono essere posti alla base di un riconcepito assetto internazionale
i princìpi e i valori che affermano la dignità della
persona, il suo libero determinarsi, il suo diritto al lavoro e,
più in generale, i princìpi della coesistenza pacifica,
della pace, della non ingerenza, della lotta al terrorismo e del
contrasto dei comportamenti delittuosi degli Stati e dei Governi.
Si tratta di articolare questi princìpi in intese internazionali.
Punto cardine rimane la sanzionabilità degli atti che violano
i princìpi stessi e le norme che ne discendono. Fondamentale
è il ruolo delle giurisdizioni che possono essere previste
e introdotte. Una rielaborazione si impone anche per gli istituti
del diritto internazionale privato.
In assenza di un governo politico mondiale, la cooperazione tra
Paesi costituisce lo strumento più efficace per accrescere
le occasioni di confronto, di dibattito, di rielaborazione di linee
di azione che i singoli Stati applicheranno al loro interno e ai
rapporti internazionali. Anche lEuropa ha bisogno di legittimare
democraticamente, attingendo alla sovranità popolare, le
proprie istituzioni. Una Costituzione europea non può non
fondarsi sulle radici cristiane del Vecchio Continente, che sono
alla base del formarsi della sua società e del suo progresso:
radici che, per il loro valore universale, sono a fondamento di
tutta la civiltà occidentale.
Le forze di mercato non sono in grado di condurre, da sole, a unallocazione
efficiente delle risorse su scala mondiale. Il mercato ha bisogno
di regolazione per poter funzionare nellinteresse delluomo,
della collettività. Luomo, daltro canto, non
è soltanto oeconomicus, e soprattutto non è
soltanto individuo.

Nelle mie ultime Considerazioni finali ho sottolineato come, per
dare risposta ai problemi aperti, oltre al rafforzamento della cooperazione
internazionale, si richieda lattivazione di gruppi informali
dei maggiori Paesi. Occorre una chiara e convinta convergenza su
alcuni interessi primari, quali risorse, clima, ordine pubblico
internazionale: su quelli, cioè, che possono definirsi beni
pubblici globali.
In campo economico, nel 1999 è stato creato il Gruppo dei
Venti, per la discussione dei problemi dello sviluppo e delle linee
di governo della finanza globale. Le istituzioni di Bretton Woods,
costituite in una fase storica in cui il mondo era diviso in aree
di influenza, oggi, nel mutato contesto, sono chiamate a svolgere
la funzione di organi deputati a sorvegliare landamento dei
singoli sistemi economici, a fornire e indirizzare il credito per
gli investimenti, a contribuire alladozione di adeguate regole
di stabilità finanziaria.
Una crescita sostenuta, trainata dai Paesi più industrializzati,
si pone come presupposto di base per il rafforzamento dei Paesi
più deboli, più vulnerabili dalle ripercussioni degli
andamenti ciclici sfavorevoli. Al tempo stesso è necessario
superare le barriere protezionistiche che, per i prodotti agricoli,
danneggiano non poco i Paesi poveri.
La riduzione delle diseguaglianze è la questione sociale
dellinizio del nuovo millennio. La lotta sistematica alla
povertà è un valore in sé; diviene anche lo
strumento per ricercare condizioni di sicurezza e relazioni pacifiche
tra i popoli.
Occorre assicurare sistemi di liberalizzazione commerciale e finanziaria
capaci di attenuare le distorsioni distributive; consentire ai Paesi
più poveri, con la riduzione del debito estero, di avviare
un processo di crescita. Si rendono necessari investimenti nel campo
dellistruzione, anche in funzione della diffusione delle tecnologie
informatiche che possono dare un impulso determinante per ridurre
le condizioni di arretratezza.
Va portato avanti lo sforzo intrapreso nelle sedi internazionali,
come è stato fatto negli incontri di Doha, per la rimozione
delle barriere tariffarie, e di Monterrey, per mobilitare gli aiuti
allo sviluppo e renderli efficaci.
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