LEuropa
centro-orientale ha guardato a Occidente
per riannodare
i fili della storia,
della cultura
e dellidentità, alla
ricerca di un
modello democratico.
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Secondo il Trattato di Amsterdam, ogni Paese che si candida
ad entrare nellUe deve rispettare i valori fondamentali
delle società politiche occidentali: libertà,
democrazia, salvaguardia dei diritti umani, stato di diritto.
Nel giudizio dei responsabili dellallargamento, «tutti
i Paesi di imminente ingresso continuano ad essere in regola
con i criteri politici.
Non vè dubbio che la prospettiva di accedere
alla Ue ha aiutato a stabilizzare la democrazia nellEuropa
centrale e orientale».
Secondo il Trattato di Amsterdam, ogni Paese che si candida
ad entrare nellUe deve rispettare i valori fondamentali
delle società politiche occidentali: libertà,
democrazia, salvaguardia dei diritti umani, stato di diritto.
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Secondo il Trattato di Amsterdam, ogni Paese che si candida ad
entrare nellUe deve rispettare i valori fondamentali delle
società politiche occidentali: libertà, democrazia,
salvaguardia dei diritti umani, stato di diritto. Nel giudizio dei
responsabili dellallargamento, «tutti i Paesi di imminente
ingresso continuano ad essere in regola con i criteri politici.
Non vè dubbio che la prospettiva di accedere alla Ue
ha aiutato a stabilizzare la democrazia nellEuropa centrale
e orientale».
Nel 1993, il Consiglio di Copenaghen aveva già fissato i
criteri economici e politici per i nuovi membri: una sostanziale
economia di mercato, adusa alle sfide della concorrenza e delle
fluttuazioni economiche; stabili istituzioni in grado di garantire
un governo democratico e lo Stato di diritto, di recepire e applicare
le leggi dellUnione, di assicurare la protezione dei diritti
umani e quella delle minoranze.
Sul fronte delleconomia di mercato, il progresso è
visibile. Le riforme hanno avuto risultati diseguali, ma la competitività
sul mercato interno è stata raggiunta in larga misura dai
Dieci Paesi, grazie soprattutto alla liberalizzazione commerciale
tra il Paese candidato e lUnione: già nel 2000 i Dieci
avevano contribuito per l11 per cento circa al totale del
commercio dellUe con Paesi terzi, contro il 6 per cento nel
1992. Lintegrazione finanziaria, inoltre, aveva fatto sì
che due terzi dei flussi netti di capitale provenissero dagli Stati
membri dellUe e che gran parte dei medesimi assumesse la forma
di investimenti diretti. Per quanto riguarda la crescita, i tassi
sono stati e continueranno ad essere più elevati nei Dieci
che nellUe dei 15.
Tuttavia, questo vantaggio è controbilanciato da un reddito
pro-capite molto più basso: esso è pari al 39 per
cento della media dei 15 calcolata in base alla parità dei
poteri dacquisto. Il differenziale di crescita a favore dei
10, secondo esercizi di simulazione condotti dagli uffici della
Commissione, nel primo quinquennio dopo lammissione (2005-2009)
dovrebbe aumentare ancora. I loro tassi di crescita dovrebbero incrementarsi
di due punti percentuali lanno, mentre quelli dei 15 beneficerebbero
soltanto di uno 0,5-0,7 in più annualmente. Anche se la crescita
si materializzerà e il differenziale, secondo le proiezioni,
si allargherà in modo significativo, una generazione e forse
più sarà necessaria per colmare il divario che oggi
separa lUe dei 15 dai 10 nuovi adepti.
Passando alla stabilità dei prezzi, si deve sottolineare
che i tassi dinflazione e i disavanzi di bilancio sono talvolta
ancora troppo alti, il che è dovuto o almeno aggravato da
debolezze strutturali. Gli sforzi di monitoraggio e la pressione
dei pari si sono rivelati utili per tenere sotto maggiore
controllo queste variabili, ma azioni decise sono richieste dai
singoli governi per venirne a capo. La tendenza della core
inflation continua ad essere più alta, anche se è
previsto un suo abbassamento. Va ricordato che lingresso nellEuropa
non comporta il passaggio alla moneta unica, che dovrà essere
adottata soltanto quando i 10 onoreranno i criteri di Maastricht.
Pertanto, considerato che lingresso dei nuovi Paesi aumenterà
la popolazione dellUnione di un centinaio di milioni di abitanti,
ma il Prodotto interno lordo soltanto del 4,5-5 per cento, ne consegue
che gli ulteriori benefici economici per i 15 dellUe saranno
abbastanza modesti. Dallallargamento deriverà loro,
sì, una maggiore crescita, ma essi si troveranno esposti
al rischio di una consistente immigrazione dai Paesi di nuova adesione
e, soprattutto, di sostanziosi trasferimenti attraverso sia la vigente
politica agricola comune (Pac) sia attraverso la politica di riequilibrio
regionale.
In mancanza di una riforma della Pac, il bilancio dellUnione,
che ultimamente ha dedicato allagricoltura 40,5 milioni di
euro (45 per cento delle risorse), dovrebbe ingrossarsi di altri
10 milioni nel 2007.
La Commissione ha esposto di recente linee di riforma per restituire
libertà agli agricoltori nella scelta delle produzioni in
base alla richiesta del mercato, pur mantenendo sostegni al reddito
agricolo e incentivi per lo sviluppo rurale. I negoziati con i nuovi
Paesi non sono avvenuti su questa base. Inoltre, i Paesi che attualmente
beneficiano di trasferimenti dai vari fondi strutturali rischiano
di perderli per labbassamento del reddito comunitario pro-capite
e chiedono che le regole del gioco vengano cambiate, il che non
è gradito dai Paesi che sono contribuenti netti al bilancio.
Non è un caso che in futuro si dovranno definire ancor meglio
tre argomenti chiave del settore primario, dei fondi strutturali
e del bilancio.
LEuropa centro-orientale, dopo la caduta del Muro di Berlino
e la scomparsa dellUrss, ha guardato a Occidente per riannodare
i fili della storia, della cultura e dellidentità;
per trovare un modello democratico che stabilizzi le pulsioni di
ben radicati nazionalismi in un quadro retto da regole sovranazionali
e da collaborazione intergovernativa istituzionalizzata; per sentirsi
parte non soltanto di un mercato unico, ma di una dimensione che
sempre più si allargherà alla politica estera, alla
difesa, alla sicurezza e alla giustizia. La stabilità determinata
da questi sviluppi è un bene pubblico, in questo caso, internazionale.
LEuropa è chiamata ad offrirla, anche se costa.
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