LEuropa è ancora debole da molti
punti di vista.
Ma può diventare un modello,
sta già diventando un modello.
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Col mercato unico e con leuro, lUnione ha dimostrato
agli europei, agli americani e a tutti gli altri che lEuropa,
quando parla con una sola voce, diventa un partner alla pari, può
anzi diventare un punto di riferimento per il resto del mondo. Nel
2003, con le nuove regole costituzionali, si farà un altro
passo avanti decisivo, lEuropa potrà anche avere una
voce unica della politica estera e della difesa. Una singola superpotenza
non basta per governare il mondo.
Facciamo qualche passo indietro. Il primo gennaio scorso non è
stato un anniversario semplice, bensì duplice: si sono celebrati
i primi dodici mesi di moneta unica circolante, ma anche i dieci
anni del padre delleuro, cioè il mercato
unico.
Fu un progetto lanciato a Milano, nel giugno 1985, in occasione
del Consiglio europeo che si tenne al Castello Sforzesco. LEuropa,
allora, fu mobilitata per far partire dal gennaio 1993 uno spazio
senza frontiere per la libera circolazione di persone, merci, servizi
e capitali. Senza mercato unico, il figlio euro non
sarebbe nato.
Adesso, se parliamo delleuro, cè in alcuni una
certa delusione quando si vede che, pur essendosi realizzata una
conquista storica, manca il risultato completo. Succede spesso così.
Prima prevalgono entusiasmo e attese forse eccessive, come se una
volta formalmente partite queste novità dovessero risolvere
tutti i problemi. La realtà ci ha insegnato che queste realizzazioni
hanno bisogno di essere accompagnate da altre condizioni, da porre
in atto con pazienza per dare pienamente i loro frutti. Se parliamo
di mercato unico, per esempio, ci sono ancora ritardi nellosservazione
delle direttive europee e nel loro effettivo rispetto. LItalia,
che pure ha conseguito progressi rilevanti, è al secondo
posto, dietro la Francia, per numero di infrazioni. Leconomia
italiana sarebbe più dinamica, con uninflazione più
bassa, se fosse più pronta a far penetrare nel proprio tessuto
economico le regole del mercato unico, che portano apertura e flessibilità.
Certo, ogni volta che lEuropa ha annunciato un progetto importante,
da parte americana si è stati portati a metterne in dubbio
il realismo e lefficacia. Forse non è un caso, anche
se stupisce che gli statunitensi abbiano a suo tempo criticato due
ambizioni europee, il mercato unico e la moneta unica, che pure
essi hanno da sempre.
In tutta la seconda metà degli anni Ottanta, dopo lannuncio
del progetto del mercato unico per il 1993, sono state espresse
le preoccupazioni di Washington e di Tokyo per la costruzione
di una Fortezza Europea: sostenevano che la Comunità
si sarebbe chiusa al resto del mondo.
A distanza di tempo, americani e giapponesi riconoscono la validità
e lapertura insita nella nostra integrazione commerciale.
E nel frattempo sono nate, da quella parte del mondo, organizzazioni
simili, come il Nafta nel Nordamerica, lApec nel Pacifico
e il Mercosur nellAmerica Latina.
Per quel che riguarda la moneta unica, molti americani in
particolare politici ed economisti ritenevano che fosse o
un progetto concettualmente sbagliato o una distrazione
dellEuropa da quella che, ai loro occhi, doveva essere la
vera priorità europea: lallargamento ad Est dellUe,
che avrebbe portato (in questo caso avevano perfettamente ragione)
vantaggi geopolitici allintera comunità nordatlantica.
Adesso che leuro è realizzato, il resto del mondo lo
sta guardando con attenzione, lo mette nelle riserve valutarie.

Ma cè una soddisfazione in più. LEuropa
ha dimostrato allAmerica e al mondo e prima di tutti,
a se stessa di aver saputo conciliare le due cose, lo sforzo
per leuro e lallargamento. Leuro circola ed è
apprezzato, nelle menti e nei mercati. Lallargamento è
stato concretamente varato a Copenaghen, e non in modo temerario,
ma sulla base di una preparazione approfondita. LEuropa è
ancora debole da molti punti di vista. Lo sappiamo bene e dobbiamo
continuare a costruirla con impegno, nella modestia. Ma può
diventare un modello, sta già diventando un modello.
Attraverso il proprio esempio di integrazione dei mercati, accompagnata
da una certa integrazione delle politiche pubbliche, può
offrire al mondo una speranza concreta: che la globalizzazione sia
governabile in modo democratico e multilaterale. Così che
i cittadini possano trarne pienamente i vantaggi e non debbano,
come oggi avviene in parte in Europa e molto nel Terzo Mondo, sentirsi
alienati da ciò che percepiscono come una forza scura guidata
da mercati dominati da poche multinazionali, in un mondo controllato
da una singola superpotenza. Su questo lEuropa ha, rispetto
agli americani e deve farla valere ancor di più
una miglior capacità di persuasione nei confronti del resto
del mondo.
Si è aperto un anno decisivo per fare dellEuropa un
protagonista mondiale a pieno titolo. LItalia ebbe un ruolo
determinante nelle due precedenti occasioni, di cui abbiamo celebrato
gli anniversari. Fu sotto presidenza italiana (governo Craxi nell85
e governo Andreotti nel 90) che lUe prese decisioni
fondamentali per il mercato unico e la moneta unica: sotto presidenza
italiana, nel secondo semestre di questanno, si potrebbe concludere
il Trattato con le nuove regole costituzionali.
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