Marzo 2003

EURO/STERLINA

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Splendido isolamento
A.P.
 
 

 

 

 

 

 

Siamo riusciti
a sbarazzarci delle monete storiche, una delle caratteristiche “nazionali” di cui invece i britannici vanno fieri.

 

Si leggano i giornali britannici. Quando parlano dei Paesi che hanno adottato l’euro, lo fanno quasi sempre contrapponendosi. Noi e gli altri. L’isola e il continente. Noi abbiamo la sterlina e gli altri no. La sterlina è molto di più di uno strumento di misura dei prezzi. E’ intrecciata alla storia del Paese, alla sua tradizione, ai suoi costumi, così come guidare tenendo la sinistra. E’ una differenza, una differenza considerata dai più in termini positivi. Gli altri e noi. Non va detto in modo esplicito, non sarebbe educato. Ma viene dato quasi sempre per scontato.
Le ricerche degli psicologi sociali – che per ironia della sorte sono soprattutto inglesi – hanno spiegato molto bene come funzionano i meccanismi che ci permettono di dividere il mondo in gruppi. Quando creiamo dei gruppi o ce li troviamo belli e fatti, siamo inclini a sovrastimare le differenze con l’esterno, quelle tra i membri del nostro gruppo e gli altri (differenze inter-gruppo). Viceversa, tendiamo a sottovalutare le differenze interne, quelle tra gli individui che appartengono al gruppo con il quale ci identifichiamo (differenze intra-gruppo).
Questa è una chiave per capire i veri motivi per cui è stato importante adottare la moneta unica. Non è la semplicità per chi viaggia. Non è la facilità di confronto tra i prezzi europei. Non è l’aiuto a compiere scelte virtuose, dato che siamo insieme a tanti altri che ci rimprovereranno in caso di errori. E non sono neanche le seccature e le delusioni, speriamo temporanee: le tasche pesanti per gli spiccioli che spiccioli non sono più, lo scalino dell’inflazione, che per alcuni è stato un gradino di poco conto e per altri una scala che non finisce più. Dimentichiamo anche i fastidiosi calcoli mentali, di cui hanno approfittato troppo spesso commercianti disinvolti. Non si tratta di fare un bilancio, che i più ritengono positivo, tra i vantaggi e gli svantaggi derivanti dall’adozione nel “continente” europeo di una sola moneta.

Abbiamo raggiunto un traguardo ben più durevole e ambizioso. Siamo riusciti a sbarazzarci delle monete storiche, proprio di una delle caratteristiche “nazionali” di cui invece i britannici vanno fieri. La moneta unica è uno dei tanti segni di una nuova era, di un passato che non ritornerà più. Un passato fatto di divisioni, di contrapposizioni, appunto di “noi” e gli “altri”. Molto resta ancora da fare. Ma intanto la moneta come simbolo di una nazione è stata eliminata.
E’ proprio guardando il continente europeo da lontano, dall’isola britannica, che possiamo cogliere la funzione simbolica, identitaria, svolta dalla moneta. Quali sono gli inglesi che più si battono per mantenere la sterlina, o meglio, contro l’adozione dell’euro?

I sondaggi ce li descrivono molto bene: sono quelli più “insulari”, più fieri delle loro differenze, più inclini a vedere il mondo come diviso in “noi” e gli “altri”, in braccio al loro tradizionale “splendido isolamento”. Quelli invece, e sono una minoranza, che vorrebbero abbandonare la sterlina, sanno bene che un’integrazione economica non significa annacquare le tradizioni linguistiche e culturali. Al contrario, queste verranno esaltate se non si accompagneranno più a interessi economici contrapposti.

Quando le differenze tra i gruppi nazionali non sono soltanto culturali, siamo tentati di diluire queste differenze attribuendole all’appartenenza a una patria storica: Italia, Francia, Germania, Spagna, e via di seguito. Se invece creiamo una struttura economica e politica comune, come in Svizzera, ci accorgeremo più facilmente delle diversità che spiccheranno su uno sfondo condiviso. Ciò che diventa “figura” su uno sfondo comune costituisce un’occasione di confronto e non un appiglio per contrapporsi. Diventerà così sempre più facile accorgersi delle differenze interne alle altre nazioni e questo ci avvicinerà sempre di più: quella persona non è così in quanto “tedesca”, ma semplicemente perché è fatta così.
L’adozione dell’euro è stata un passo importante in questo processo di diminuzione delle differenze tra le nazioni e di esaltazione delle differenze dentro le nazioni. Un’autentica rivoluzione culturale, pacifica, moderna.

   
   
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