Grazie a Lisa, ora, almeno in certe circostanze,
luomo può essere più veloce
degli effetti
della catastrofe,
limitandone
i danni.
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Lisa e il vulcano. E un titolo: non di una favola,
o di un racconto ispirato dalla mitologia, ma di una storia vera
ambientata in Europa o meglio, per essere più precisi, nellUnione
Europea di cui lItalia fa parte assieme ad altri 14 Paesi.
E una bella storia. E, per rifarsi, come si dice, la bocca,
vale la pena per noi di riferirla e per voi di leggerla, in un momento,
questo, in cui dallEuropa arrivano molte brutte storie e,
quel che è peggio, molte brutte notizie. Le brutte storie
e le brutte notizie (vedi quelle, veramente pessime, sui contrasti
tra europei a proposito del Medio Oriente, della guerra in Iraq
in particolare) sono, come tante altre volte, di carattere politico.
Meno male che, a consolarci, arriva anche la cavalleria, cioè
lEuropa utile, quella che, invece di mettere in luce le sue
divisioni e la sua impotenza di fronte alle tensioni internazionali,
ai presunti assi del male e del bene, sinteressa della condizione
dei suoi cittadini, tutelando come abbiamo precedentemente
documentato in questa rubrica la loro salute, la loro
alimentazione, il loro diritto al lavoro e allistruzione,
intervenendo anche, come stiamo per raccontarvi, per difenderli
dalle catastrofi naturali.
Eccoci a Lisa e il vulcano, alla bella storia che, grazie allEuropa
utile, abbiamo oggi il piacere di riferirvi. Cominciando con il
precisare che Lisa non è un nome di donna di leonardesca
ispirazione. Si tratta di una sigla. Scritta tutta in maiuscolo,
diventando perciò LISA, unisce le lettere iniziali di Linear
Syntetic Aperture, un sistema di radar ad alta risoluzione appena
sceso in campo, grazie allEuropa, o meglio allEuropa
utile, contro un vulcano irrequieto e spesso pericoloso. Vale a
dire lo Stromboli.
Lo Stromboli è uno dei vulcani più antichi e più
attivi del mondo. Da 2000 anni alterna brevi periodi di riposo a
eruzioni più o meno violente, talvolta con conseguenze che
sfiorano o addirittura raggiungono la dimensione della catastrofe.
Alla catastrofe si è arrivati, ad esempio, alla fine dellanno
scorso, quando le esplosioni, le frane, il fiume di lava del vulcano
hanno provocato un vero e proprio maremoto, con onde alte parecchi
metri, danni notevoli a edifici e imbarcazioni e anche diverse persone
ferite sia a Stromboli sia a Ginostra.

Lisa o meglio LISA, lultima meraviglia dellEuropa utile,
può impedire il ripetersi di tutto questo? Purtroppo no.
Può però limitare notevolmente le conseguenze della
furia dello Stromboli, ridurre, in certi casi evitare danni a persone
e cose, segnalando, in tempo reale, i primi segni del risveglio
del vulcano, dando alle popolazioni delle zone minacciate la possibilità
di trovare rifugio e di mettere in salvo una parte dei loro beni
prima che sia troppo tardi, prima che la lava infuocata, la pioggia
di pietre provocata dalle esplosioni, le frane che si aprono sui
fianchi del vulcano, le onde alte come case che spesso si formano
e si scatenano dopo lesplosione possano uccidere e distruggere.
La forza della violenza della natura, in altre parole, resta ancora
invincibile per luomo nonostante i prodigi della tecnologia
e della scienza. Ma grazie a LISA, ora, almeno in certe circostanze,
luomo può essere più veloce degli effetti della
catastrofe. E può, così, limitarne i danni. Non è
poco.
Philippe Bousquin, Commissario europeo per la ricerca scientifica,
ha dunque buoni motivi per commentare: «Ora possiamo informare
con rapidità le autorità italiane permettendo loro
di dare tempestivamente lallarme alla popolazione locale.
E non solo a Stromboli. Saremo in grado di applicare il sistema
anche altrove».
Sta già avvenendo. LISA è già scesa in campo
o sta per farlo anche in altre parti dellUnione Europea e
per altri problemi. Lo vedremo più avanti. Prima, però,
aggiungiamo qualche dettaglio utile per capire e apprezzare
meglio la storia che stiamo raccontando a proposito delloperazione
Stromboli: che nasce, si può dire a caldo, anzi a caldissimo,
cioè mentre il vulcano scatena una sorta di vera e propria
apocalisse. E allora che la Protezione Civile italiana, oggetto
oltretutto di critiche per presunti ritardi e insufficienze nei
suoi interventi, chiede aiuto allUnione Europea. Avviene in
occasione delleruzione del novembre-dicembre 2002 e, con pressioni
anche più allarmate, quando, nel gennaio di questanno,
il vulcano aggredisce di nuovo luomo e lambiente.
E chiaramente, un caso di emergenza, che richiede interventi
rapidi. Interventi che non si fanno attendere. In tempi brevi lUnione
affronta il problema con i cervelli e le tecnologie del CCR, il
Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea. E il CCR mette
sul piatto il suo asso. E LISA, un sistema che si serve di
un radar inferometrico ad apertura sintetica e alta rilevazione.
La definizione è, lo ammettiamo, abbastanza criptica, è
di chiara comprensione solo per gli addetti ai lavori e pochi altri.
Diventa però facile a capire se si aggiunge che LISA è
in grado di rilevare qualsiasi cambiamento nella struttura del vulcano
a una distanza che va da pochi metri a qualche chilometro dal luogo
in cui è collocato il sistema. E poiché le eruzioni
sono sempre precedute da movimenti allinterno del cratere
(frane, smottamenti, altro) la rilevazione permette di dare lallarme
prima che la catastrofe avvenga. Cè o ci dovrebbe essere
il tempo sufficiente perché la Protezione Civile predisponga
un adeguato piano di emergenza che consenta di mettere in salvo
le popolazioni dei centri minacciati e di difendere il difendibile.
Funzionerà davvero? Nel corso della seconda eruzione del
2003, quella avvenuta i primi giorni daprile, subito dopo
che LISA era stata collocata sullo Stromboli, il sistema ha fornito
le prime, interessanti segnalazioni. Di più e di meglio ci
si aspetta dal prossimo futuro. Attivata e controllata da un gruppo
di scienziati del CCR, LISA continua dunque il suo collaudo senza
che ci siano, per ora almeno, motivi seri per temere brutte, deludenti
sorprese. Il sistema, infatti, come prima abbiamo accennato, è
arrivato a Stromboli dopo precedenti esperienze e successi. Esso
fa parte di una gamma di nuove tecnologie impiegate dallEuropa
per la difesa dellambiente e contro i rischi di catastrofi
nel quadro di un programma chiamato GAMES, cioè Global Monitoring
of Environment and Security, cioè detto in italiano
Monitoraggio Globale dellAmbiente e della Sicurezza.
E quindi in numerosa e autorevole compagnia. E quel che più
conta ha già dimostrato, in parecchie occasioni, di essere
utile, talvolta prezioso. Estato ed è impegnato tra
laltro: 1) per controllare eventuali deformazioni in ponti
e dighe; 2) per verificare se sono in corso spostamenti o frane
in zone dove potrebbero avvenire eruzioni vulcaniche (come nel caso
dello Stromboli) o scosse telluriche; 3) per monitorare cedimenti
o spostamenti nelle strutture di monumenti artistici e storici.
Eccetera eccetera.
Leccetera eccetera, per chi ritenesse troppo breve questa
bella storia e avesse tempo e voglia per arricchirla di altri particolari,
può essere trovato su un sito web, il seguente: http: //
humanitarian-security.jrc.it / facilities / lisa.htm.
A noi personalmente sembra preferibile occupare lo spazio che ci
resta per questo numero della nostra rubrica spostando il nostro
e vostro sguardo su unaltra impresa dellEuropa utile.
Eccoci così a una seconda bella storia, quella di eEurope,
il piano dazione per combattere il cosiddetto analfabetismo
informatico, cioè la scarsa conoscenza, da parte di
un rilevante numero di cittadini dellUnione, delle croci e
delle delizie date dalluso del computer.
Lanalfabetismo informatico è considerato dallEuropa
un importante, anzi serio problema. Sta diventando la causa
si legge in un recente documento della Commissione Europea
di «un forte rischio di esclusione sociale». Non solo
perché impedisce a moltissimi europei lutilizzo personale
e sociale del sistema di autostrade della comunicazione basato su
Internet. Più ancora perché in uneconomia
dove ormai le nuove tecnologie dellinformatica spadroneggiano
riduce la possibilità di lavoro.
Per questi buoni motivi nel 2000, nel corso del Consiglio Europeo
svoltosi in Portogallo, a Feira, fu lanciato il piano di azione
eEurope 2002 che, attraverso finanziamenti nazionali
e comunitari e altri interventi, stabiliva una terapia durto
biennale contro, appunto, lanalfabetismo informatico.
La terapia ha funzionato. Non ha eliminato il problema, ma lo ha
ridotto, quindi sdrammatizzato. A conclusione del biennio dazione
previsto dal piano, la Commissione Europea è stata in grado
di annunciare che, rispetto al 2000, il numero delle famiglie che,
nei 15 Paesi membri dellUnione, conoscono e usano Internet
è quasi raddoppiato, arrivando al 48 per cento del totale.
Resta, è vero, nellanalfabetismo informatico oltre
la metà dei cittadini. Ma linizio è promettente.
E tanto più perché anche più positivi sono
i dati sulla diffusione cui, per luso dInternet, grazie
al piano europeo, si è arrivati per le scuole e le aziende.
Qui siamo al 90 per cento, dunque vicini al totale.
Cè più di quanto basta per convincere lUnione
Europea della necessità di dare un seguito alliniziativa.
Parte così eEurope 2005, che promette di assestare
altri duri colpi a quanto ancora sopravvive in fatto di analfabetismo
informatico. Si prevede tra laltro una spesa europea di 36
milioni di euro tra il 2004 e il 2005 per favorire listituzione
di campus virtuali, per incoraggiare il gemellaggio tra le scuole
dellUnione via Internet, per rendere più facile e più
economico laccesso al mezzo (il computer) per la gran parte
dei cittadini.
Anche in questo caso, come in quello di LISA e il vulcano, chiudiamo
il discorso sullargomento indicando un sito web che potrà
essere utile, per gli interessati e i curiosi, per sapere di più
sullazione dellUnione contro lanalfabetismo informatico.
E: http:// europa.eu.int / comm / education / elearning.
Di nostro, per finire, aggiungiamo un rapido commento. Questo articolo
esce mentre, in un momento che coinvolge direttamente lItalia
da luglio a dicembre presidente di turno dellUnione
importanti eventi politici sono in arrivo o addirittura si
sono appena verificati per lEuropa dei 15: la conclusione
della Convenzione incaricata di predisporre una bozza di costituzione
europea, la conferenza intergovernativa che dovrebbe dare il suo
consenso a tale bozza e a un progetto di riforme istituzionali,
gli atti finali per rendere possibile, a partire dal primo maggio
2004, lallargamento della famiglia comunitaria a 10 dei Paesi
che hanno chiesto di farne parte.
Laria che tira, in seguito ai contrasti sulla politica per
il Medio Oriente, in particolare sul conflitto iracheno, non incoraggia
una previsione ottimistica. Ma anche per questo, anzi, nel momento
attuale soprattutto per questo, è più che mai importante
tenere gli occhi aperti e lattenzione viva sullaltra
Europa, quella utile di cui, in questa rubrica, stiamo parlando
da qualche tempo.
E una fonte di notizie che tutti euroscettici ed euroentusiasti
approviamo e apprezziamo senza riserve. E anche un
motivo per sperare che, prima o poi, lEuropa che si dà
LISA, simpegna contro lanalfabetismo informatico, tutela
la nostra salute e la nostra alimentazione, difende lambiente,
riuscirà a far bene, dunque a ottenere i consensi dei suoi
cittadini e forse quelli di tutto il mondo anche nelliniziativa
politica.
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