Secondo statistiche recenti, almeno una metà
dei cittadini dellEuropa
comunitaria parla, più o meno bene, unaltra lingua
in aggiunta alla propria.
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Sarà forse vero, anzi è vero senzaltro che,
come ha affermato il settimanale americano Time, le 148 pagine della
bozza di costituzione europea licenziata a fine giugno dalla Convenzione
presieduta da Giscard dEstaing sono una lettura che può
deliziare solo gli appassionati alle disquisizioni giuridiche in
quanto lasciano aperti e insoluti la gran parte dei problemi che
dovrebbe definire e se possibile risolvere: a cominciare dal come,
quando e se abolire quella che è la più pesante e
paralizzante palla al piede del processo dintegrazione politica,
lobbligo del voto allunanimità, quindi, di fatto
la facoltà del ricorso al diritto di veto da parte anche
del più piccolo tra i Paesi membri (il Lussemburgo) in unancora
rilevante quantità delle decisioni del Consiglio dei Ministri.
Sarà forse vero, anzi lo è senzaltro che, con
laria che tira, è ipotizzabile che si rischi di non
poter dire di più e di meglio, quando, tra la fine di questanno
e linizio dellanno prossimo, il testo dello stesso documento
sarà stato riesaminato ed eventualmente ritoccato da una
conferenza intergovernativa cui parteciperanno i rappresentanti
di tutti i 25 Paesi dellEuropa che sta completando (con gli
ultimi referendum e ratifiche parlamentari) il suo allargamento.
E senza forse, sicuramente è vero che la crescita di calore
e di asprezza delle polemiche in Gran Bretagna a proposito delleventuale,
eventualissima adesione alleuro dà consistenza e diffusione
a valutazioni come quelle recentemente espresse da Michel Ancram,
ministro degli Esteri del cosiddetto governo ombra del
partito conservatore: «Noi inglesi ci siamo sempre sentiti
e ci sentiamo europei, ma europei diversi dagli altri». Senza
forse, sicuramente è vero infine che quando, sulla scena
internazionale, lEuropa comunitaria si muove, o tenta di muoversi
(vedi Medio Oriente, vedi Iraq), parla non con una sola voce ma
con una Babele di voci, le une e le altre, spesso e volentieri,
in polemica tra loro.
Ma se tutto questo, oltre ad essere vero, costringe a essere daccordo
con Padoa Schioppa quando (sul Corriere della sera di qualche mese
fa) sostiene che bene che vada la prospettiva è di ununione
politica europea in funzione e visibile solo una volta ogni tanto,
è non meno vero che a ridare speranza, in certi momenti addirittura
ottimismo, a tutti coloro che si sentono europei senza diversità
come noi e certamente come molti di voi cè
un secondo aspetto dellUnione. E quello dove sono in
bella vista le esigenze dei cittadini e le iniziative che lEuropa
realizza per risolverle. E un aspetto cui abbiamo dato
il nome di Europa utile nel quale i successi prevalgono:
diversamente da quanto accade, purtroppo, per lEuropa politica.
LEuropa utile, come abbiamo visto nei mesi passati in questo
spazio della nostra Rivista, interviene, e con più abbondanza
di fatti che di parole (mentre lEuropa politica spesso si
comporta esattamente al contrario), in ogni campo del sociale: dalle
pensioni alla sanità, dalla tutela dei diritti dei consumatori
al miglioramento dellistruzione e alla protezione dalle catastrofi
naturali, senza trascurare problemi che potrebbero anche sembrare
secondari, più di forma che di sostanza e che, invece, se
risolti aiutano i cittadini a sentirsi europei: ed europei soddisfatti.

Certamente la pensano così ad esempio coloro che, per ragioni
di età, o basandosi su testimonianze sentite o lette, sono
in grado di fare un raffronto tra le gioie e i dolori del viaggiatore
europeo del passato (anche di un passato recente, di poche decine
danni fa) e di quelle del viaggiatore di oggi. Le differenze
sono enormi, anzi abissali.
Oggi (contrariamente a quanto avveniva ieri) allinterno dello
spazio in cui si collocano i Paesi dellUnione Europea si circola
con un passaporto dello stesso colore (bordeaux). Alle frontiere
tra luno e laltro di questi Paesi (fanno eccezione la
Gran Bretagna e lIrlanda) non è più necessario
mostrare tale passaporto o altro documento didentità
a Polizia e Finanza, a condizione che si sia cittadini comunitari
e salvo che circostanze eccezionali come lacutizzarsi
del fenomeno del terrorismo rendano necessario un temporaneo
ripristino dei controlli.
Una volta per viaggiare in macchina oltre i confini del proprio
Paese occorreva una patente internazionale. Oggi si circola in tutta
lUnione con quella nazionale. lobbligo dellassicurazione
internazionale non esiste più (anche se munirsi di una carta
verde è consigliabile per chi viaggia attraverso lUnione
Europea per affrettare e semplificare le pratiche per eventuali
rimborsi).
Se prima di partire ci si è muniti, ritirandolo alla propria
Ausl, di un apposito modulo si chiama E111 si può,
in caso di necessità, usufruire del pronto soccorso e di
altre cure urgenti in qualsiasi Paese dellUnione. E presto
forse già a partire dallanno prossimo
una Carta sanitaria europea darà diritto a tutti
gli euroviaggiatori a una più ampia assistenza medico-farmaceutica.
Di questi e altri cambiamenti (ai quali accenneremo tra poco) a
beneficio di chi viaggia attraverso lUnione gli europei sembrano
soddisfatti. Molto soddisfatti: e lo manifestano con atteggiamenti
che, a piccoli ma decisi colpi, contribuiscono a far cadere tra
i popoli dellUnione non solo le frontiere politiche ed economiche
ma anche quelle psicologiche. Fa parte di questi atteggiamenti,
ad esempio, la crescita dellinteresse per lapprendimento
delle lingue. Secondo statistiche recenti, almeno una metà
dei cittadini dellEuropa comunitaria parla, più o meno
bene, unaltra lingua in aggiunta alla propria. Non finisce
qui. Un terzo degli europei è addirittura in grado di esprimersi
e di capire in due lingue cosiddette (una volta) straniere,
cioè di casa oltre i confini nazionali. Sono dati di grande
interesse e significato.
Se tanti europei oggi simpegnano per migliorare la propria
conoscenza delle lingue avviene certamente per effetto delle campagne
promosse dallUnione (tra laltro con la giornata europea
delle lingue, ogni anno il 26 settembre). E anche come risultato
delle novità negli indirizzi per listruzione e per
la formazione. Ma anche, infine, perché tra gli europei aumenta
il bisogno di stare insieme, di capirsi. Anche per questo ora molti
studiano le lingue, che usano per il proprio lavoro, per i propri
approfondimenti culturali e per sentirsi a casa loro in ogni Paese
dellUnione quando viaggiano. Lapprendimento dellinglese,
del francese, del tedesco, dello spagnolo in aggiunta al proprio
idioma, diventa così tra laltro una dichiarazione di
soddisfazione e fiducia da parte di tanti cittadini per quanto,
anche nel campo dei viaggi, lEuropa utile fa a loro beneficio
oltre che per renderli più amici, per farli sentire più
uniti.
Chiudiamo questa parentesi sui risultati che potremmo chiamare psicologici
della politica dei viaggi dellEuropa utile e torniamo ai fatti
più importanti di tale politica.
Una volta, passando da un Paese allaltro dellEuropa
comunitaria poteva avvenire che un addetto alla dogana ti facesse
aprire e rovesciare valigie e borse per verificare se durante il
tuo viaggio avessi acquistato una quantità di sigarette,
liquori, profumi, altri generi superiore alle modestissime quote
consentite (poche centinaia di grammi di tabacco, qualche litro
di vino, birra, superalcolici, eccetera). Oggi non più. Oggi
se il tuo portafoglio o la carta di credito sono ben forniti e se
hai con te maxi-valigioni o borsoni puoi acquistare e portarti a
casa, al termine del viaggio, quello che vuoi a condizione soltanto
che sia per uso personale, quindi non a scopo di commercio. Regole
diverse, con qualche limite ancora, valgono solo per Danimarca,
Finlandia e Svezia, e fino al primo gennaio 2004.
Il mosaico del viaggio europeo ora più facile, piacevole
e conveniente (rispetto al passato) è composto da tante altre
piccole e grandi tessere ed è in progress, è
sede cioè di lavori in corso che non sembrano destinati a
fermarsi. Fino a poco tempo fa chi, fuori dal proprio Paese, era
vittima di spiacevoli emergenze (un incidente, un furto, un malore),
si consumava la vista e i polpastrelli per cercare sugli elenchi
telefonici, scritti oltretutto in una lingua che conosceva poco
o per niente, il medico, la stazione di polizia, il servizio di
soccorso di cui aveva bisogno. Ora basta che telefoni al numero
112 e, in Finlandia o in Portogallo, proprio come nel suo Paese,
qualcuno gli risponderà e gli organizzerà lassistenza
di cui ha bisogno.
Fino a pochi anni fa norme sanitarie vigenti in vari Paesi rendevano
estremamente difficile, a volte impossibile portare con sé
un gatto o un cane in un viaggio oltre la frontiera nazionale. Ora,
anche per gli animali domestici, i paletti di confine tra i vari
Paesi dellUnione sono caduti. Basterà che il gatto
e il cane abbiano il tatuaggio o il microchip dellidentificazione
(obbligatoria, del resto, anche a casa propria) e un certificato
veterinario da cui risulti che sono stati sottoposti a vaccinazione
antirabbica: e con questo, assieme al loro padrone, si guadagneranno
i sorrisi e le parole di benvenuto quando varcheranno le frontiere.
Con qualche difficoltà in più come al solito!
esclusivamente in Gran Bretagna, Irlanda e Svezia, dove funzionari
particolarmente molto, anche troppo, scrupolosi potranno disporre
un test veterinario che accerti lefficacia della vaccinazione
dichiarata.
Ogni ultimo sabato di marzo scatta ogni anno lora legale non
in alcuni ma in tutti i 15 Paesi dellUnione. In tutta lUnione
non solo in alcuni dei 15 Paesi è obbligatorio viaggiare
in macchina con le cinture di sicurezza ed è stata abolita
la benzina super. Per tutto il territorio dellEuropa comunitaria
cè lo stesso prefisso telefonico internazionale
lo 00 (cui va aggiunto quello di ogni Paese: il 39, ad esempio,
per lItalia) e si può usare il proprio cellulare
(se dotato di sistema Gsm).
Sono altri esempi di quanto lEuropa utile, nel nostro caso
lEuropa dei viaggiatori, fa per facilitare, rendere più
gradevoli e meno costosi i nostri spostamenti da un capo allaltro
del territorio dellUnione. Con questi esempi, anche se lelenco
non è finito e promette oltretutto di arricchirsi presto
con altre novità, potremmo anche chiudere la nostra rubrica
di questo numero.
Invece no, invece concluderemo parlando delleuro, che riguarda
non solo i viaggiatori ma tutti i cittadini e che però ai
viaggiatori ha dato e dà particolari benefici che hanno importanti
effetti pratici e anche come per lapprendimento delle
lingue effetti psicologici, che aiutano la diffusione del
senso di cittadinanza europeo, fanno del viaggio un gradevole strumento
per unire gli abitanti dellUnione.
Una volta nei 15 Paesi dellEuropa comunitaria cerano
15 valute. Oggi per 12 di questi Paesi ce nè una sola,
che è molto quotata e apprezzata anche nei tre Paesi (Gran
Bretagna, Irlanda, Svezia) che non lhanno fino a questo momento
adottata, oltre in altre parti dEuropa (ad esempio nei Paesi
candidati) e di altri continenti. Per i viaggiatori le perdite di
tempo e le spese per i cambi delle monete sono finite o ridotte
al minimo. Si paga o si ricevono soldi nella stessa moneta usata
a casa propria, anche se da casa propria si è distanti parecchie
centinaia di chilometri e diventa così più facile
capire se i prezzi richiesti sono o no giusti e fare anche, se capita,
qualche buon affare, ad esempio acquistare una macchina che, per
effetto della concorrenza tra le industrie automobilistiche e tra
i loro rappresentanti, può costare, in un altro Paese, diverse
centinaia di euro in meno rispetto a quanto, prima di partire, ci
è stato richiesto dal concessionario... di fiducia della
nostra città.
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