Dalla metà degli anni Novanta
è iniziato un declino della competitività che ha riportato
la partecipazione italiana agli scambi mondiali al livello raggiunto
alla metà degli anni Settanta.
Bankitalia, Relazione 2003
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Se la liturgia del 31 maggio è ormai consolidata e arcinota,
i suoi contenuti destano invece stimoli per riflessioni e approfondimenti
oltreché, talvolta, moti di sorpresa. Si sta ovviamente parlando
delle Considerazioni Finali lette dal Governatore della Banca dItalia
che costituiscono il capitolo conclusivo di un ponderoso documento,
la Relazione Annuale, fonte autentica di informazioni essenziali
sul panorama economico interno e internazionale, e anche miniera
inesauribile di dati puntuali e attendibili.
Questanno il tema di fondo trattato dal Governatore è
stato quello dellinnovazione, fattore cruciale per garantire
allItalia la necessaria propulsione per riavviare il proprio
ciclo economico, nonché elemento necessario per agganciarsi
al treno della ripresa prossima futura.
Numerosi i richiami in questo senso: «la scarsa presenza delle
produzioni tecnologicamente avanzate, il ritardo nelle applicazioni
dellinformatica ai processi produttivi e alla struttura sono
da ricondurre anche al limitato ammontare delle risorse destinate
allinnovazione e alla ricerca...». Desolante, purtroppo,
a sigillo di questa diagnosi, il riferimento allo 0,5%, misura della
spesa del settore pubblico per ricerca e sviluppo rispetto al prodotto
interno lordo; un valore definito senza mezzi termini «basso
rispetto alle altre economie industriali».
Ma il riferimento allinnovazione non è certo fine a
se stesso, se Fazio qualche paragrafo dopo afferma: «lapplicazione
delle nuove tecnologie nel coordinamento e nel controllo dei processi
produttivi... implica una riqualificazione delle forze di lavoro,
ladozione di nuovi modelli organizzativi, la ridefinizione
dei rapporti con i fornitori e con i canali distributivi».
E poi ancora: «una politica economica innovativa sul fronte
della ricerca, dellistruzione, dellavanzamento tecnologico,
relazioni industriali adeguate [...] possono arrestare il declino
lento ma progressivo della competitività, accrescere la produttività
nel settore industriale e nei servizi».

E qualora il concetto non fosse stato recepito a sufficienza, nellultima
pagina delle Considerazioni Finali il Governatore ribadisce che
«processi di aggregazione e forme di coordinamento che facciano
ricorso in misura pervasiva alle tecnologie dellinformazione
e della comunicazione sono la via per accrescere la competitività».
Se questa è la via maestra da seguire, il protagonista per
Fazio sarà il mondo bancario che dovrà «con
più decisione contribuire allammodernamento della nostra
economia e mettere il patrimonio informativo a disposizione delle
imprese, assisterle nei progetti di aggregazione e nella ricerca
di fonti di finanziamento più evolute».
Data la cornice prospettica in cui collocarsi per ritrovarsi sulla
via dello sviluppo, è allora necessario per meglio
comprendere il significato di questa chiamata alla responsabilità
primaria per il sistema bancario soffermarsi sugli aspetti
visibili del processo di ammodernamento dellintermediazione
finanziaria. In questo senso, cè solo limbarazzo
della scelta, tanti essendo i dati e i riferimenti presenti nellultima
Relazione Annuale.
Si può, allora, partire da una prima considerazione legata
alla numerosità degli ATM e dei POS giunti rispettivamente
a 37.000 unità (+8,8% nel 2001) e a circa 820.000 unità
(in questo caso con una crescita del 9,4% rispetto allanno
precedente, ma addirittura del 43,5% rispetto al 2000).
Lopportunità dellutilizzo di questi due strumenti
è stata sicuramente colta dal pubblico, se le carte di debito
che nel 2002 erano arrivate a circa 25 milioni hanno contribuito
a far sì che le transazioni extracontante fossero rappresentate
per circa 1/4 da operazioni condotte loro tramite.
Sicuramente alla crescita dei prelievi con ATM registrata lo scorso
anno (+6,7%) ha dato significativo impulso il change over euro/lira,
registrando una marcata espansione durante il periodo di doppia
circolazione delle due monete.
Per un quadro completo di questo settore bisogna certamente ricordare
anche le carte di credito, pari a circa 22 milioni (+8,8%), che
hanno registrato un notevole sviluppo delle transazioni svolte per
il loro tramite (358 milioni, +14% nellanno).
In definitiva, lo sviluppo delle carte di pagamento in Italia a
cavallo degli ultimi due secoli ha conosciuto valori di crescita
del 30%, ben al di là della media europea (+20%) e di quella
statunitense (+10%).
Ancora uno sguardo al capitolo degli strumenti di pagamento per
ricordare come quelli a contenuto tecnologico più elevato
abbiano avuto la prevalenza sui documenti cartacei: così
si è avuta una contrazione di assegni bancari e circolari
(circa il 9% in meno) a fronte di unespansione dei bonifici
automatizzati (+11,6%) e degli addebiti preautorizzati (+11,0%).
Sul versante degli strumenti innovativi non poteva mancare nella
Relazione una specifica attenzione ai pagamenti su Internet, la
cui rilevanza è, comunque, rimasta ancora contenuta (nel
caso delle carte di credito solo il 21,5% delle operazioni complessive,
mentre in quello dei bonifici la percentuale sale al 3%).
Una maggiore crescita sarà possibile in futuro superando
diffidenze culturali e una legittima avversione al rischio. Rimane,
infatti, elevato in questo caso il timore delle frodi, anche se
in Italia le frodi per transazioni con carte di credito hanno rappresentato
nel 2002 il 4% del totale degli atti truffaldini su operazioni avvenute
con carte. Unocchiata, infine, anche ai canali, per avere
un quadro completo della potenza di fuoco a disposizione
delle banche.

Nel caso del canale telefonico, ottanta banche offrono servizi
sia di tipo informatico che dispositivo a circa 3,5 milioni di clienti
(nellanno precedente rispettivamente 59 banche e 2,3 milioni)
a conferma di un andamento marcatamente crescente nel relativo utilizzo.
Se, poi, si passa a considerare le banche che consentono di effettuare
operazioni mediante collegamenti telematici, si arriva al congruo
numero di 445 (oltre il 50% del mondo bancario quanto a numerosità)
con un numero di imprese che usufruiscono di tale servizio ragguardevolmente
cresciuto (da 355.000 a 444.000).
Facendo un passo in avanti e quindi parlando di Internet, Via Nazionale
ci mostra che lo scorso anno 511 banche (25 in più del 2001)
erano in grado di offrire servizi, sia di tipo dispositivo a 3,3
milioni di clienti (2,2 milioni a fine 2002) sia di tipo informativo
ad altri 750.000 clienti (560.000).
Credo che dopo questa alluvione di cifre (ma i dati sono altrettanti
segni tangibili ed esplicativi) difficilmente possa restare ad alcuno
il dubbio sullineluttabilità di un sigillo tecnologico
da apporre in modo indelebile sullo scorrere del nuovo secolo.
Il monito finale di Fazio suona, dunque, come un cantico dellinnovazione
in cerca di un direttore e di orchestrali in grado di eseguire alla
perfezione lo spartito: «Abbiamo le risorse per crescere.
E dovere dellimpresa, del lavoro, della Politica operare
per volgerle in favore delloccupazione, dei giovani, del progresso
economico e civile, per ritrovare la via dello sviluppo».
Intelligenti pauca...
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