Settembre 2003

LE “CONSIDERAZIONI” DEL GOVERNATORE

Indietro
Il cantico
dell’innovazione
Filippo Cucuccio
 
 

 

 

“Dalla metà degli anni Novanta
è iniziato un declino della competitività che ha riportato
la partecipazione italiana agli scambi mondiali al livello raggiunto alla metà degli anni Settanta”.

Bankitalia, Relazione 2003

 

Se la liturgia del 31 maggio è ormai consolidata e arcinota, i suoi contenuti destano invece stimoli per riflessioni e approfondimenti oltreché, talvolta, moti di sorpresa. Si sta ovviamente parlando delle Considerazioni Finali lette dal Governatore della Banca d’Italia che costituiscono il capitolo conclusivo di un ponderoso documento, la Relazione Annuale, fonte autentica di informazioni essenziali sul panorama economico interno e internazionale, e anche miniera inesauribile di dati puntuali e attendibili.
Quest’anno il tema di fondo trattato dal Governatore è stato quello dell’innovazione, fattore cruciale per garantire all’Italia la necessaria propulsione per riavviare il proprio ciclo economico, nonché elemento necessario per agganciarsi al treno della ripresa prossima futura.
Numerosi i richiami in questo senso: «la scarsa presenza delle produzioni tecnologicamente avanzate, il ritardo nelle applicazioni dell’informatica ai processi produttivi e alla struttura sono da ricondurre anche al limitato ammontare delle risorse destinate all’innovazione e alla ricerca...». Desolante, purtroppo, a sigillo di questa diagnosi, il riferimento allo 0,5%, misura della spesa del settore pubblico per ricerca e sviluppo rispetto al prodotto interno lordo; un valore definito senza mezzi termini «basso rispetto alle altre economie industriali».
Ma il riferimento all’innovazione non è certo fine a se stesso, se Fazio qualche paragrafo dopo afferma: «l’applicazione delle nuove tecnologie nel coordinamento e nel controllo dei processi produttivi... implica una riqualificazione delle forze di lavoro, l’adozione di nuovi modelli organizzativi, la ridefinizione dei rapporti con i fornitori e con i canali distributivi». E poi ancora: «una politica economica innovativa sul fronte della ricerca, dell’istruzione, dell’avanzamento tecnologico, relazioni industriali adeguate [...] possono arrestare il declino lento ma progressivo della competitività, accrescere la produttività nel settore industriale e nei servizi».

E qualora il concetto non fosse stato recepito a sufficienza, nell’ultima pagina delle Considerazioni Finali il Governatore ribadisce che «processi di aggregazione e forme di coordinamento che facciano ricorso in misura pervasiva alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono la via per accrescere la competitività».
Se questa è la via maestra da seguire, il protagonista per Fazio sarà il mondo bancario che dovrà «con più decisione contribuire all’ammodernamento della nostra economia e mettere il patrimonio informativo a disposizione delle imprese, assisterle nei progetti di aggregazione e nella ricerca di fonti di finanziamento più evolute».
Data la cornice prospettica in cui collocarsi per ritrovarsi sulla via dello sviluppo, è allora necessario – per meglio comprendere il significato di questa chiamata alla responsabilità primaria per il sistema bancario – soffermarsi sugli aspetti visibili del processo di ammodernamento dell’intermediazione finanziaria. In questo senso, c’è solo l’imbarazzo della scelta, tanti essendo i dati e i riferimenti presenti nell’ultima Relazione Annuale.
Si può, allora, partire da una prima considerazione legata alla numerosità degli ATM e dei POS giunti rispettivamente a 37.000 unità (+8,8% nel 2001) e a circa 820.000 unità (in questo caso con una crescita del 9,4% rispetto all’anno precedente, ma addirittura del 43,5% rispetto al 2000).
L’opportunità dell’utilizzo di questi due strumenti è stata sicuramente colta dal pubblico, se le carte di debito che nel 2002 erano arrivate a circa 25 milioni hanno contribuito a far sì che le transazioni extracontante fossero rappresentate per circa 1/4 da operazioni condotte loro tramite.
Sicuramente alla crescita dei prelievi con ATM registrata lo scorso anno (+6,7%) ha dato significativo impulso il change over euro/lira, registrando una marcata espansione durante il periodo di doppia circolazione delle due monete.
Per un quadro completo di questo settore bisogna certamente ricordare anche le carte di credito, pari a circa 22 milioni (+8,8%), che hanno registrato un notevole sviluppo delle transazioni svolte per il loro tramite (358 milioni, +14% nell’anno).
In definitiva, lo sviluppo delle carte di pagamento in Italia a cavallo degli ultimi due secoli ha conosciuto valori di crescita del 30%, ben al di là della media europea (+20%) e di quella statunitense (+10%).
Ancora uno sguardo al capitolo degli strumenti di pagamento per ricordare come quelli a contenuto tecnologico più elevato abbiano avuto la prevalenza sui documenti cartacei: così si è avuta una contrazione di assegni bancari e circolari (circa il 9% in meno) a fronte di un’espansione dei bonifici automatizzati (+11,6%) e degli addebiti preautorizzati (+11,0%).
Sul versante degli strumenti innovativi non poteva mancare nella Relazione una specifica attenzione ai pagamenti su Internet, la cui rilevanza è, comunque, rimasta ancora contenuta (nel caso delle carte di credito solo il 21,5% delle operazioni complessive, mentre in quello dei bonifici la percentuale sale al 3%).
Una maggiore crescita sarà possibile in futuro superando diffidenze culturali e una legittima avversione al rischio. Rimane, infatti, elevato in questo caso il timore delle frodi, anche se in Italia le frodi per transazioni con carte di credito hanno rappresentato nel 2002 il 4% del totale degli atti truffaldini su operazioni avvenute con carte. Un’occhiata, infine, anche ai canali, per avere un quadro completo della “potenza di fuoco” a disposizione delle banche.

Nel caso del canale telefonico, ottanta banche offrono servizi sia di tipo informatico che dispositivo a circa 3,5 milioni di clienti (nell’anno precedente rispettivamente 59 banche e 2,3 milioni) a conferma di un andamento marcatamente crescente nel relativo utilizzo.
Se, poi, si passa a considerare le banche che consentono di effettuare operazioni mediante collegamenti telematici, si arriva al congruo numero di 445 (oltre il 50% del mondo bancario quanto a numerosità) con un numero di imprese che usufruiscono di tale servizio ragguardevolmente cresciuto (da 355.000 a 444.000).
Facendo un passo in avanti e quindi parlando di Internet, Via Nazionale ci mostra che lo scorso anno 511 banche (25 in più del 2001) erano in grado di offrire servizi, sia di tipo dispositivo a 3,3 milioni di clienti (2,2 milioni a fine 2002) sia di tipo informativo ad altri 750.000 clienti (560.000).
Credo che dopo questa alluvione di cifre (ma i dati sono altrettanti segni tangibili ed esplicativi) difficilmente possa restare ad alcuno il dubbio sull’ineluttabilità di un sigillo tecnologico da apporre in modo indelebile sullo scorrere del nuovo secolo.
Il monito finale di Fazio suona, dunque, come un cantico dell’innovazione in cerca di un direttore e di orchestrali in grado di eseguire alla perfezione lo spartito: «Abbiamo le risorse per crescere. E’ dovere dell’impresa, del lavoro, della Politica operare per volgerle in favore dell’occupazione, dei giovani, del progresso economico e civile, per ritrovare la via dello sviluppo». Intelligenti pauca...

   
   
Indietro
     

Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2003