Settembre 2003

DALLA COLLEZIONE D’ARTE DELLA BANCA POPOLARE PUGLIESE

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ARTA: Il Gusto in mostra
A cura di Giuseppe Tondi
 
 

Coniugare la scienza esatta qual è l’economia con il volo della fantasia
e della creatività, che va ben oltre i confini della cornice di ciascuna tela.

 

«Una collezione è una confessione. Guardi quel Borrani… deve avere la sua giusta luce. E’ il quadro che amo di più… E’ una specie d’innamoramento… Cos’è il gusto? Per me è amore, è passione, è bellezza…». Si apre con questa affermazione del Presidente Caroli Casavola il catalogo donato ai numerosi ospiti intervenuti la sera del 21 luglio scorso all’inaugurazione della mostra delle opere d’arte della Banca Popolare Pugliese, nelle suggestive sale del Castello Aragonese in Otranto.
La mostra, progettata per offrire un intrigante excursus sul concetto di “gusto”, si fonda su una frase, breve ed efficace, di Isidoro di Siviglia: «Sapiens dictus a sapore» (“detto sapiente, da sapore”) e si concluderà il 30 settembre 2003.

Essa è caratterizzata da una “piacevole” singolarità: l’accostamento delle opere d’arte alla degustazione di vini salentini. Si tratta di un particolare percorso del gusto dall’occhio al palato; dalle pitture di ieri (90 opere tra dipinti, sculture e disegni di proprietà della Banca) ai vini di oggi (15 prestigiose e selezionate etichette salentine), promosso dalla Provincia di Lecce, nell’ambito dell’edizione 2003 “Il Museo nei castelli”, e dal Comune di Otranto; pensato, voluto e realizzato dalla Banca, dal Rotary Club Lecce e dallo studio Moscara Associati, con la partecipazione in qualità di “partner istituzionali” della Camera di Commercio e dell’Aprol di Lecce.
Dopo i saluti del sindaco di Otranto Francesco Bruni, dell’assessore alla cultura della Provincia di Lecce Remigio Morelli, del Presidente del Rotary Club Lecce Maurizio Muratore e del Presidente Raffaele Caroli Casavola, sul significato della manifestazione e sulla portata della collezione della Banca – composta da opere dell’Ottocento e del primo Novecento, specialmente di autori napoletani e salentini, con un’attenzione e predilezione per la pittura di paesaggio che arricchisce la raccolta di autori anche europei e americani (Moreau, Truesdell, Didier Clovis) – sono intervenuti Antonio Cassiano, direttore del Museo provinciale di Lecce, e Pierluigi Leone De Castris, docente dell’Università di Napoli e della Basilicata.
Riportiamo qui a lato una sintesi dell’intervento del Presidente Caroli Casavola in occasione della mostra otrantina.
Gentili Signore e Signori,

Ho il piacere di ringraziare quanti hanno contribuito a realizzare l’evento di questa sera, con il quale, in un certo senso, si dà rilievo, al di fuori dello stretto ambito aziendale, all’intuizione che ha portato la Banca Popolare Pugliese, di cui porgo il più deferente saluto, a valorizzare questo versante dell’arte e della cultura, con una particolare attenzione agli autori autoctoni, ad artisti che si sono ispirati alla tradizione della grande Scuola Napoletana, ma anche agli interpreti della realtà pittorica contemporanea.
Saggi critici e notizie bio-bibliografiche su Toma, Casciaro, Michele Palumbo, Vincenzo Ciardo, Geremia Re, Luigi Gabrieli e altri autori dell’800 e 900 salentino sono stati pubblicati in diverse occasioni da Apulia, la rassegna trimestrale edita dalla nostra Banca, e diretta sin dal primo numero dal noto giornalista Aldo Bello, che è qui fra noi e che saluto con stima e affetto.
Si tratta di spiriti inquieti, cittadini del mondo, artisti di autentica, preziosa caratura, e alcuni anche maestri di primo piano nel complesso panorama delle correnti pittoriche meridionali, pugliesi e salentine. Essi documentano l’originalità della loro vocazione e le puntuali sintonie creative con i movimenti e le tendenze culturali nazionali e internazionali.

Sotto questo profilo, gli strumenti di conoscenza e le soluzioni espressive realizzate da ciascuno di loro concorrono a disegnare un contesto geo-storico e contenuti ideali che sono alla radice di un’arte che vive nello stesso tempo i climi e le atmosfere della terra-madre Sud e i momenti d’incontro e di confronto con le manifestazioni artistiche fiorite oltre le latitudini di confine, italiane ed europee.
Ed è così che questa speciale collettiva, nella quale è presente solo una parte, sia pure cospicua, del patrimonio artistico della Banca, rappresenta per noi della “Popolare Pugliese” una “prima”, un esordio in assoluto, e nello stesso tempo vuole tradursi in un messaggio chiaro sui valori delle nostre radici, e sull’evoluzione nel tempo di quei valori, sulla loro capacità di comunicare significati propositivi, di stabilire interrelazioni e reciproca conoscenza. Che è poi la funzione creativa dell’arte, della pittura come linguaggio dinamico, del colore come manifestazione di sentimento e come rivelazione di stile e di temperamento.
Potrebbe sembrare arbitrario accostare delle tele ai vini. Ma pensiamoci un momento: se un’opera d’arte è sintesi anche di musicalità e di poesia, ebbene, il vino è sempre stato di casa nel Parnaso, da Anacreonte ad Orazio, tanto per fare dei nomi, e dal Redi al Carducci, fino al nobile verseggiare di Quasimodo; ma anche da Cimabue a Caravaggio, da De Chirico ai futuristi, fino al raffinato Dalí. E non bisogna dimenticare la specificità del vino pugliese, che presso i Romani dominatori del mondo era “merum”, dalla radice illirica “mir”, che significa forte, generoso, sincero. Cioè anch’esso, come le immagini pittoriche emerse dagli studi e dai cavalletti della Puglia, proiezione autentica della nostra vita, del nostro lavoro, e, in estrema sintesi, della nostra civiltà.
Bene. La proposta che formuliamo è questa: coniugare la scienza esatta qual è l’economia con il volo della fantasia e della creatività, che va ben oltre i confini della cornice di ciascuna tela. [...]

   
   
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