Con poche decine
di centesimi
si accede a vere
e proprie guide
per la conoscenza
e l’uso del gran
numero di benefici che l’Europa mette
a disposizione dei cittadini.
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Ha vinto e festeggiato perfino il 13 dicembre 2003, il giorno che
buona parte della stampa europea ha definito del «trionfale
disastro», quello in cui a Bruxelles gli opposti egoismi nazionali
di Spagna e Polonia da un lato e di Francia e Germania dall’altro
hanno impedito un accordo sulla Costituzione dell’Unione.
Anche quel giorno, mentre l’Europa politica faceva una figuraccia,
l’Europa utile, quella che è al lavoro per migliorare
le condizioni di vita dei suoi cittadini, faceva un figurone con
la decisione di dare forza e autorità all’EFSA (European
Food Safety Agency, cioè l’Agenzia Europea per la Sicurezza
Alimentare), assegnandole una sede prestigiosa – Parma, la
città del formaggio e del prosciutto noti e apprezzati in
tutto il mondo – dotandola di un consiglio d’amministrazione
di prim’ordine (di cui, tra gli altri, fa parte l’italiano
Giorgio Calabrese, ordinario dell’Università Cattolica
di Milano).
E’ stata una coincidenza con aspetti davvero emblematici.
Quello relativo alle decisioni per l’EFSA non è stato
certo il primo risultato positivo dell’Europa utile. Mai tuttavia
prima era accaduto che questo tipo di risultato si verificasse nello
stesso giorno (13 dicembre 2003), nello stesso luogo (Bruxelles)
in cui l’Europa politica subiva una dolorosa sconfitta e,
nell’uno e nell’altro caso, con gli stessi uomini (i
capi di Stato e di governo dei 25 Paesi) come protagonisti. E' stata
l'esaltazione dei successi che gli europei possono ottenere quando
operano concordemente. Ma anche una sottolineatura delle difficoltà
di sopravvivenza che il grande valore dell’unità incontra
quando ci si sposta sul terreno politico. In altri termini: un nuovo
trionfo di quella che fu definita (da Altiero Spinelli) l’«Europa
dei mercanti» e che tuttavia sta diventando, in tanti campi,
anche l’Europa dei cittadini. Ma un trionfo pagato –
e con plateale evidenza – con il ridimensionamento dell’Europa
degli ideali, dei grandi progetti.

Si è trattato della manifestazione di una tendenza destinata
a durare o addirittura a diventare una costante? Da europeisti convinti
quali siamo da molti anni non possiamo che dire: speriamo di no.
Guardandoci bene tuttavia dall’aggiungere che getteremmo nel
cestino i notevoli risultati positivi dell’Europa utile se
essi, in avvenire, non fossero accompagnati da risultati altrettanto
positivi da parte dell’Europa politica. Diciamo anzi il contrario,
sapendo benissimo che l’Europa utile da sola non potrà
mai portarci alla federazione di Stati sognata dai padri fondatori
dell’integrazione, ma sapendo altrettanto bene – e non
stancandoci di ripeterlo nello spazio che ci ospita in questa Rivista
– che essa contribuirà a unire se non i governi almeno
i cittadini, a far sentire almeno questi ultimi europei nei sentimenti
e negli interessi.
Non è il traguardo ottimale. E’ però un traguardo
importante. E anche possibile e vicino, per certi aspetti addirittura
in arrivo con crescente soddisfazione da parte dell’opinione
pubblica e con crescente interesse da parte delle Istituzioni dell’Unione.
Ecco perché alle mille e una iniziative adottate o in preparazione
per migliorare le condizioni di vita dei cittadini le Istituzioni
dell’Unione stanno affiancando mille e una iniziative per
far conoscere agli europei quanto si fa o ci si prepara a fare a
loro beneficio. In questa direzione si muovono le sempre più
numerose campagne promozionali (pubblicità su giornali, radio
e televisione, opuscoli e altre pubblicazioni, siti Internet, concorsi
a premi); e anche la vera e propria proliferazione di consulenti
messi a disposizione nostra, vostra, di tutti per fornire notizie,
consigli utili, assistenza e anche per sollecitare pareri e proposte...
E’ l’avvio di un processo di comunicazione bilaterale
in cui tutti e due i terminali (cittadini da una parte, consulenti
dall’altra) raccolgono e forniscono notizie, si scambiano
opinioni e consigli. E’ un fatto anche politicamente interessante:
tra l’altro perché costituisce un tentativo per ridurre
il “deficit democratico” nell’Unione, dove finora
solo il Parlamento, unico organismo eletto dai cittadini, rappresentava
e oltretutto indirettamente – attraverso i deputati –
la voce degli europei. Se il tentativo avrà successo si potrà
forse ragionevolmente sperare in un’inversione di tendenza
dell’europessimismo, oggi, secondo i dati degli Eurobarometri,
in costante e preoccupante rafforzamento tra l’opinione pubblica.
Senza mettere il carro davanti ai buoi, senza cioè frettolosamente
trasformare le speranze in convinzioni, si può comunque già
dire che in attesa dei risultati politici del dialogo che l’Unione
sta avviando con i cittadini i risultati di generale utilità
sono sicuri e in arrivo. Con poche decine di centesimi spesi per
qualche minuto di navigazione su Internet, oppure utilizzando numeri
verdi telefonici, si accede infatti – attraverso i consulenti
– a vere e proprie guide per la conoscenza e l’uso del
gran numero di benefici che l’Europa mette a disposizione
dei cittadini. E si ha inoltre la possibilità di arricchire,
con proprie osservazioni e proposte, l’utilità di tali
guide.

Vediamo come avviene riferendoci, come primo esempio, ai servizi
offerti dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare entrata
nella pienezza delle sue funzioni il 13 dicembre dell’anno
scorso, in occasione del Consiglio europeo di Bruxelles. Il suo
sito web europa.eu.int/food/fs/sfp/ras-index_en.htm è prezioso
per coloro che avvertono l’esigenza d’impegnarsi per
evitare di distribuire, vendere o consumare prodotti alimentari
che possono essere nocivi per la salute. Questo consulente elettronico,
che viene aggiornato ogni settimana, pubblica tra l’altro
una lista degli alimenti di cui, per ragioni sanitarie, sono vietate
o temporaneamente bloccate la vendita e la distribuzione all’interno
del territorio dell’Unione. La lettura della lista può
porre negozianti e distributori al riparo da rischi di multe e sequestri
di merce e può evitare ai consumatori mal di pancia o guai
peggiori. E poiché, come tutti i consulenti europei, anche
questo sito web non solo dà notizie ma le sollecita e le
accoglie, un buon numero di organizzazioni di commercianti, di distributori,
di consumatori, di autorità locali e nazionali ricambia,
si può dire, il servizio, inviando segnalazioni su altri
casi di prodotti pericolosi per la salute, integrando così
– con notizie fornite dall’“utenza” –
la lista dell’Agenzia.
Già questo esempio mette in chiaro che, con l’entrata
in campo dei consulenti, l’Europa utile diventa più
utile; o meglio, più facilmente utilizzabile. E tante altre
conferme vengono da tanti altri esempi, cioè dall’enorme
rete costituita dall’insieme, in continua crescita, dei servizi
di consulenza dell’Unione.
Per ragioni di spazio e per rispetto del vostro tempo e della vostra
pazienza eviteremo il lunghissimo elenco di tali servizi. Ci limiteremo
a dirvi che ogni cittadino, uomo o donna, giovane o vecchio, studente
o lavoratore o disoccupato, persone di grande o modesta cultura
può, se lo vuole, disporre di un consulente in grado di aiutarlo
a risolvere le sue esigenze e può contattarlo con una certa
facilità. Come? Cercando il servizio di cui ha bisogno con
l’aiuto di una sorta di guida alla consulenza. Attivate con
una telefonata o alcune cliccate sulla tastiera del computer, queste
guide – che, con una più appropriata definizione, potremmo
anche chiamare “superconsulenti” – indirizzano
il cittadino verso l’esperto o la fonte di informazioni in
grado di aiutarlo.

Il più noto e forse il più importante di questi superconsulenti
è “Cittadini d’Europa”. Provate per credere,
cliccando sul seguente indirizzo di sito web: europa.eu.int/citizens.
Dopo aver scelto la lingua in cui preferite dialogare indicherete
– cliccando su una delle voci di sommario riportate sulla
home page – il genere di problema (lavoro o studio in Italia
o altro Paese dell’Unione, parità di diritti tra uomo
e donna, difesa del consumatore, possibili azioni contro la pubblicità
ingannevole, eccetera eccetera) su cui vi occorrono informazioni
o consigli specificando se, per le vostre esigenze, vi basta ricevere
opuscoletti e altro materiale già stampato sul tema indicato.
Qualora questo materiale non sia sufficiente per voi e vi occorra
qualcosa che sia, diciamo, su misura per il vostro caso, potrete
sollecitare una consulenza personalizzata o cliccando sulla voce
di sommario riferita a questo tipo di servizio, oppure telefonando
a un numero verde: 0080067891011. Poi formulerete la vostra richiesta
accompagnandola con i vostri dati personali, l’indirizzo,
i numeri telefonici. Entro tre giorni lavorativi – o almeno
così promette il servizio – o per posta o per e-mail
un esperto vi farà pervenire le informazioni e le notizie
di cui avete bisogno.
Com’è ovvio, la persona che non dispone di computer
o ama usarlo il meno possibile potrà chiedere la consulenza
di cui ha bisogno limitandosi a chiamare per telefono il numero
verde che prima abbiamo indicato e che è anche il punto di
riferimento di un servizio da poco istituito, quello “Per
l’orientamento dei cittadini”.
Tutti coloro (enti, associazioni, cittadini, altri) che, dopo aver
scoperto l’utilità dei servizi di consulenza europea,
prendono a ricorrervi con una certa frequenza finiscono col trovare
scorciatoie per arrivare rapidamente alle notizie e ai consigli
che li interessano e trarne i maggiori benefici possibili. Ecco
perché accade che alcuni particolari indirizzi web o numeri
di telefono corrispondenti a determinati consulenti dell’Unione
diventino familiari, amici si potrebbe dire, per gruppi di organizzazioni
e di persone.
Http://europa.eu.int/comm/consumers/redress/compl/euroguichet/index_en-htm
è ormai ad esempio un punto di riferimento abituale per chi
vuol sapere come possono essere tutelati i diritti dei consumatori.
Mentre un sempre maggior numero di imprenditori o dirigenti d’azienda
ricorre con crescente frequenza e interesse al sito europa.eu.int/business
ricavandone importanti, a volte preziosi, consigli.
Ma i consigli e le informazioni non sono i soli servizi offerti
ai cittadini dai consulenti europei. Almeno uno, che si chiama Solvit
ed è di recente istituzione, promette – e già
col suo nome – la soluzione dei problemi segnalatigli. Non
tutti i problemi, s’intende. Soltanto quelli – che però
non sono di poco conto – creati dalla mancata applicazione
delle norme entrate in vigore con l’istituzione (nel ‘93)
del Mercato Unico.
Queste norme, che riguardano ad esempio l’immatricolazione
dei veicoli, la costituzione di società, l’avvio di
attività autonome, l’imposizione fiscale, i controlli
alle frontiere, i diritti elettorali, dovrebbero essere messe in
atto, e ormai da oltre dieci anni, dalle pubbliche amministrazioni
dei Paesi dell’Unione. In realtà, non sempre avviene:
le mancate applicazioni o applicazioni solo parziali sono numerose.
Solvit interviene per porvi riparo. Quando da un cittadino o da
un’organizzazione riceve una segnalazione effettua anzitutto
una serie di controlli, se necessario mette poi in contatto i servizi
dei vari Paesi coinvolti nel problema, infine cerca una soluzione,
riuscendo spesso – pare! – anche a trovarla. Il tutto
nel giro di dieci settimane.
Non è meraviglioso? Per sapere di più sui vantaggi
e i meccanismi di Solvit si può consultare il seguente sito
web: europa.eu.int/comm/internal_market/solvit. Per chiedere la
soluzione di un problema bisogna invece rivolgersi al centro Solvit
del proprio Paese. Quello italiano ha i seguenti recapiti: tel.
06 67795195, e-mail: g.valente@palazzochigi.it.

Presa nota dell’interesse che un buon numero di cittadini
sta manifestando per l’attività dei consulenti, qualcuno,
tra i cervelloni delle istituzioni dell’Unione, si è
chiesto se lo strumento non possa essere utilizzato anche sul terreno
politico. E’ nato così europa.eu.int/yourvoice/ipm,
punto di riferimento per gli europei che vogliono dire la loro sugli
assetti attuali e su quelli futuri della politica europea. L’opuscolo
che presenta l’iniziativa ed è diffuso dalla Commissione
Europea ha un titolo molto invogliante: “Partecipate al processo
decisionale europeo”. E ancora più invoglianti sono
le affermazioni contenute nel testo della pubblicazione: «La
Commissione europea è molto interessata ai pareri dei cittadini
sulle politiche europee. Il vostro parere è un contributo
prezioso a tutte le fasi del processo decisionale».
Di questi pareri si terrà davvero conto quando sarà
il momento di varare il testo definitivo della Costituzione, di
adottare una linea comune a proposito di una crisi internazionale,
di prendere altre importanti decisioni? Ogni giorno, secondo dati
della Commissione, 10 mila cittadini europei dimostrano di sperarlo
facendo pervenire al sito web “your voice”, “la
vostra voce”, le loro opinioni sui principali problemi politici
dell’Europa comunitaria.
Non è un granché, si è costretti a dire, se
si mettono a confronto il numero delle persone che dialogano politicamente
con le istituzioni europee e il totale – 379 milioni! –
dei cittadini dell’Unione. Ma potrebbe essere solo l’inizio.
Potrebbe trattarsi solo di una prima pattuglia di volenterosi destinata
a crescere grazie anche al lavoro dei consulenti europei.
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