Nemmeno i Paesi virtuosi si possono permettere
di
legiferare tagli
di imposte, senza compromettere
lo stato di salute delle proprie
finanze.
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Nella storia economica le inflazioni sono spesso riconducibili
al disordine nelle pubbliche finanze, che si manifesta allindomani
di guerre attraverso un forte deficit e, ancor più, in un
elevato debito pubblico. LEuropa non ha sofferto negli ultimi
decenni dinflazione a causa di guerre, ma per le crisi petrolifere
e per la scarsa capacità di controllo della spesa. Lidea
di una moneta comune, la lunga marcia per onorare i criteri di ammissione
e il vincolo del Patto di stabilità e di crescita hanno in
Eurolandia ridotto i disavanzi pubblici e impresso una tendenza
negativa sino al 2003 al rapporto debito/Pil.
La guerra, che dagli anni Cinquanta a quelli Ottanta del secolo
scorso sembrava essere stata esorcizzata dallEuropa, nel decennio
successivo si è riaffacciata, prepotente e anche efferata,
nei Balcani. UnEuropa disabituata a decidere su pace o guerra
lasciò agli Stati Uniti di sciogliere il dilemma.
L11 settembre 2001 sopravvenne a dichiarare un nuovo tipo
di guerra, quella del terrorismo internazionale, frutto avvelenato
dellaumentata permeabilità delle frontiere, dellaccresciuta
capacità dinformazione, del fanatismo che crede di
sublimarsi nel martirio.
Da conflitto armato tra Stati, la guerra tende a diventare uno strumento
per seminare terrore nella società civile da parte di gruppi
incuranti della propria e, soprattutto, dellaltrui vita. L11
marzo 2004 è venuto a ricordarci, a prescindere dalla matrice
della strage di Madrid, che anche lEuropa è vulnerabile.
Per reagire allattacco subìto in casa propria, gli
Stati Uniti hanno già combattuto due guerre che non si possono
dire ancora concluse, assecondati solo in parte dallEuropa.
Quali effetti si sono avuti sulle pubbliche finanze in America?
Quali sono da attendere in Eurolandia, alla luce anche della lentezza
con la quale si continua a manifestare la ripresa congiunturale?
Quali lezioni per Eurolandia e per lItalia dal raffronto?

1) Gli Stati Uniti entrarono nel nuovo millennio con un avanzo
di bilancio che, in una previsione estesa a un periodo di dieci
anni, faceva ascendere a cifra molto elevata il gruzzolo da restituire
ai contribuenti attraverso la riduzione delle imposte. Per ravvivare
leconomia, che si trovava nella parte bassa del ciclo
il 2001 fu anno di recessione e per tenere fede alle promesse
elettorali, lamministrazione americana propose e ottenne dal
Congresso che gran parte dellalleggerimento del carico fiscale
andasse a vantaggio delle classi con reddito più elevato,
anche se la prudenza dei parlamentari spinse non solo a ridurre
lammontare del taglio, ma soprattutto a dichiarare temporanee
le riduzioni. Ancora oggi il Presidente si sta battendo per renderle
definitive.
Lattacco alle Torri Gemelle e al Pentagono richiese stanziamenti
non solo per la protezione e la difesa interna, ma soprattutto per
condurre le guerre in Afghanistan e in Iraq. Il congiunto operare
delle riduzioni fiscali e dellaumento delle spese per la difesa
ha portato il bilancio in disavanzo; questultimo si commisura
al 5,1 per cento del Prodotto interno lordo. Già autorevoli
voci hanno invitato a intraprendere sollecitamente azioni correttive
per il timore che alto deficit e debole formazione di risparmio
privato generino spiazzamento: linevitabile aumento dei tassi
finirebbe col razionare o comunque ridurre la domanda di fondi del
settore privato, mortificando la crescita. A rendere lo scenario
più fosco contribuisce linvecchiamento della popolazione,
che negli anni a venire aumenterà le uscite della sicurezza
sociale.
Se i mercati finanziari non hanno dato particolari segnali di preoccupazione
a questo riguardo, la ragione probabilmente sta nel fatto che il
Congresso ha già cominciato a porsi il problema di rientrare
dal disavanzo.
Una risoluzione approvata di recente dal Senato americano richiede
di ridurre a 202 miliardi di dollari il disavanzo nel 2009 dal livello
stimato per questanno di 478 miliardi; allo stesso tempo,
è stata approvata una nuova regola di spesa che condiziona
nel prossimo quinquennio a una maggioranza di sessanta voti ogni
proposta di riduzione fiscale, salvo che tagli nelle spese o aumenti
in altre imposte non siano in grado di finanziarla.
Questultima norma, non permettendo di rendere definitive le
riduzioni dimposta già in vigore, è avversata
dallamministrazione Bush. La riduzione delle imposte e le
spese per la difesa e per la guerra, comunque, stanno rendendo il
disavanzo federale più grave e più duraturo.

2) Nel 2003 il disavanzo pubblico in Eurolandia è salito
dal 2,2 per cento del Prodotto interno lordo al 2,7 per cento, confermando
le previsioni autunnali della Commissione; basti ricordare che Francia
e Germania hanno raggiunto disavanzi del 4 per cento circa del Pil.
Responsabile del deterioramento nelle pubbliche finanze lanno
passato è stato landamento congiunturale meno favorevole
rispetto alle previsioni, in qualche caso troppo ottimistiche, il
che ha attivato gli stabilizzatori automatici. Non va però
sottaciuto che i previsti aggiustamenti di bilancio non sono stati
attuati. Conseguentemente, per laggiunta della Francia sono
oggi sei i Paesi che hanno un rapporto debito/Pil superiore al 60
per cento; per lintera Eurolandia quel rapporto è passato
dal 69,0 per cento al 70,2 per cento nel 2003. Per lanno in
corso, sempre in rapporto al Prodotto interno lordo, il disavanzo
dovrebbe scendere al 2,4 per cento e il debito attestarsi al 70,1
per cento.
Nellorizzonte dei programmi di stabilizzazione che arriva
al 2006-2007 il bilancio non sarebbe pareggiato per circa l1
per cento del Pil e il debito in termini dello stesso aggregato
si ridurrebbe di poco. Paesi come lItalia e il Lussemburgo
potrebbero violare il limite del 3 per cento ove la congiuntura
si rivelasse meno buona nel 2004 e nel 2005, ma nemmeno i Paesi
virtuosi si possono permettere di legiferare tagli di imposte, non
compensati da riduzioni di spese o da incrementi di altre tasse,
senza compromettere lo stato di salute delle proprie finanze.
3) Un rapido confronto tra la situazione fiscale degli Stati Uniti
e quella europea mette in luce che questultima è in
migliori condizioni. Tuttavia, gli Stati Uniti e gran parte delleconomia
mondiale sono in forte sviluppo, mentre lEuropa langue. La
guerra al terrorismo imporrà allEuropa di spendere
di più per questa bisogna; ci si può permettere di
seguire gli americani anche nella riduzione delle imposte per sollecitare
una più robusta ripresa? Anche trascurando gli obblighi del
Trattato di Maastricht e del Patto di stabilità e crescita,
questa è unopzione che non si può permettere
un Paese come lItalia, che ha ancora un rapporto debito/Pil
del 106,2 per cento
Per giunta, stanno diventando insistenti
le sollecitazioni alla Federal Reserve americana di aumentare i
tassi, poiché labbondante liquidità sta facendo
lievitare i valori degli asset; un nuovo ciclo di boom e bust sarebbe
in gestazione. E probabile che la Federal Reserve attenda,
almeno fino a novembre.
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