Si tratta di dare materiale aiuto e cristiano
conforto ad unumanità in gran parte povera e in condizioni
igienico-sanitarie a dir poco carenti.
|
|
Per condurre una breve indagine sia sulla situazione sociale che
sulle caratteristiche delleconomia di Tricase nel Settecento
è necessario riferirsi al Catasto onciario della
prima metà del XVIII secolo. Esso è compilato secondo
la legge sullapprezzo dei beni per i quali è
stabilito che si paghino le imposte sulla base del reddito dichiarato
espresso in once 1. Tale unità di misura fiscale dà
il nome allo stesso Catasto che, introdotto nel 1741 da Carlo Borbone
nel Regno di Napoli, fornisce un censimento dei beni dei sudditi
in modo da accertarne più correttamente il patrimonio al
fine di unequa ripartizione dei carichi fiscali.
Allepoca la moneta base è il ducato, coniato in argento
e poi in oro dappertutto in Italia in origine veneziano (ducato,
da doge) detto anche zecchino, utilizzato dalla metà
del XV secolo nel Regno di Napoli prima e nel Regno delle Due Sicilie
successivamente, fino al 1865. Esso si divide in dieci carlini;
a sua volta il carlino si divide in dieci grani [gna = grana = grani]
e ogni grano si divide in dodici cavalli.
Il cavallo, daltra parte, è una moneta di rame coniata
nel 1472 e poi per alcuni anni del valore di un denaro
e 1/12 di soldo; fa la sua ricomparsa nel 1626 sotto Filippo IV
di Spagna. Loncia doro a Napoli, a metà del Settecento,
equivale a grammi 26,75 e corrisponde a 6 ducati, ovvero 60 carlini.
Secondo lantico Catasto, la Terra tricasina conta 299 fuochi
(nuclei familiari) per un totale di circa 1.800 abitanti poiché
si considerano sei persone per fuoco. Complessivamente
il paese, con i suoi cittadini e le sue istituzioni, per gli anni
in esame, è tassato sulla base di un imponibile totale di
circa 16.794 once, con la precisazione che i religiosi, ad esempio
i Domenicani, pagano solo per la metà dei beni.
Organismi assistenziali e attività finanziaria
Alla fine del XVI secolo Tricase con i commerci e con una
borghesia intraprendente vive unepoca vivace dal punto
di vista economico, sociale, culturale ma anche solidaristico e
presenta una rete assistenziale allestita nel corso degli anni,
come in buona parte della Penisola, sia per iniziativa di religiosi
e di privati sia per spinta corporativistica. Si tratta di dare
materiale aiuto e cristiano conforto ad unumanità in
gran parte povera e in condizioni igienico-sanitarie a dir poco
carenti.
Il legame tra le iniziative assistenziali di carattere caritatevole
e la gestione di considerevoli capitali, col passar del tempo mette
in azione nel tessuto sociale tricasino dei circuiti a mano a mano
più complessi e autonomi rispetto alliniziale esercizio
della cristiana pietà fino a concretizzare negli anni successivi
nel credito e nel giro finanziario collegato lespressione
tra le più interessanti dei vari sodalizi e istituzioni (religiosi
e laici) che inizialmente si sono offerti ad aiutare i più
sfortunati.
Col trascorrere degli anni Confraternite, Ospedale, Monti, frati
Domenicani, religiosi titolari di Benefici e sacerdoti capitolari
della chiesa matrice animano un microcosmo che si occupa prevalentemente
di assistere ammalati, pellegrini, orfani, minorati, invalidi, poveri,
giovani sbandati ma che, con i diversi e progressivi movimenti di
denaro, incide notevolmente sul tessuto sociale e produttivo del
paese. Queste organizzazioni che oggi chiameremmo enti, istituzioni
amministrano un patrimonio (assegnato loro specialmente da
pii testatori per il bene della propria anima, come dabitudine
per lepoca) costituito da terreni, case e capitali da concedere
in prestito (crediti); i relativi proventi sono impiegati soprattutto
in opere di aiuto e sollievo per bisognosi e indigenti.
Lo studio di questo fenomeno permetterebbe di approfondire le strategie
messe in atto nellambito dei vari sistemi di carità
dalle istituzioni locali, dalle comunità religiose e dalle
famiglie e inoltre di ricostruire le relazioni tra beneficenza,
assistenza e credito monetario al fine di delineare sia i rapporti
allinterno dei gruppi interessati alla gestione dei vari enti
sia la dialettica tra i diversi ceti sociali tricasini. Uno studio
che queste pagine non pretendono certo esaurire, ma solo stimolare.
A lato di queste note è possibile trovare i collegamenti
tra creditori e debitori, così come tratti dal Catasto.
Il credito in Tricase nel XVIII secolo
In età moderna la tendenza allattività creditizia
appartiene a quasi tutte le istituzioni assistenziali ed ecclesiastiche
di Tricase e si tratta di un impegno presente anche in altri paesi,
dentro e oltre i confini pugliesi. A Tricase nel 1745 il mercato
complessivo del credito locale è sintetizzato nella tabella
a lato ed è rappresentato dalle disponibilità monetarie
di enti laici e religiosi, ma anche di privati, compresa la Casa
dei Principi Gallone.
Non è facile dedurre il valore del ducato in rapporto alla
moneta dei nostri giorni ma si può approssimativamente congetturare
che un ducato, verso la metà del XVIII secolo, equivalga
a circa centocinquanta euro 2. Quindi il volume del credito in paese
nello stesso periodo ammonterebbe a circa novecentomila euro ovvero
quasi un miliardo e ottocento milioni delle lire sostituite dalleuro,
la nuova divisa europea. In moneta corrente per lepoca si
tratta dunque di 6.036 ducati distribuiti tra tutte le categorie
sociali, secondo un tasso di interesse variabile dal tre al nove
per cento annuo, ma prevalentemente assestato al nove per cento.
E un tasso piuttosto alto rispetto ad altre località
italiane: ad esempio il Trentino, dove nel XVIII secolo gli enti
assistenziali applicano un interesse medio del 4,7 per cento (massimo
7,3 e minimo 4) 3. Questo dipende dalle diverse condizioni del mercato
creditizio tricasino, che muteranno solo verso il 1771 quando
come ratificato anche dalla decisione unanime dei sacerdoti capitolari
si passerà prevalentemente al 6 per cento.
Il prestito ha significati particolari in Terra dOtranto per
la mancanza di istituti di credito. Questo considerevole utilizzo
del capitale monetario a disposizione delle richieste dei creditori
fondamentale per lo sviluppo economico da un lato
consente in particolare la promozione e lincremento dellagricoltura
fra le classi più bisognose e dallaltro contrasta la
tendenza inflazionistica che potrebbe derivare dalla circolazione
di troppo denaro liquido fra le classi più abbienti 4.
Nella Terra tricasina del 1745, dunque, Benefici (situati prevalentemente
presso Cappelle o Altari di varie chiese e soprattutto nella Matrice),
Domenicani, Capitolo, Confraternite, Ospedale, soggetti privati
vari, Casa dei Gallone e Monti tra cui il Monte Piccolo,
collegato con la Confraternita dei Morti presente nella Matrice
erogano sotto forma di crediti il denaro che serve per sostenere
e far crescere leconomia locale.
I creditori
A questo punto risulta opportuno fornire qualche annotazione caratteristica
su alcuni dei creditori tricasini.
I Domenicani, come noto, sono i frati predicatori presenti nel Convento
intitolato ai Santi Pietro e Paolo. LOspedale è unistituzione
caritatevole (con origini anteriori al XVII secolo) che riceve beni
e denaro da benefattori e li amministra (affitta terreni e case
e presta denaro) utilizzandone gli utili per interventi di cristiana
carità come lassistenza a poveri, pellegrini, malati
e persone abbandonate.
Le Confraternite sono sodalizi laici con finalità prevalentemente
religiose, soggetti alla gerarchia ecclesiastica, istituiti su base
volontaria per la salvezza della propria anima da raggiungere per
mezzo di pratiche caritatevoli (opere buone come il sostegno agli
indigenti, talora confratelli) e di periodica recitazione delle
preghiere. Spesso sono erette presso cappelle dove celebrano i loro
uffizi e ricevono da pii testatori donazioni e lasciti prevalentemente
tramite legati che richiedono la celebrazione di messe
o pratiche religiose di suffragio. Gli iscritti che fanno parte
delle Confraternite possono contare sulla solidarietà dei
sodali nei momenti di bisogno e possono garantirsi una degna sepoltura,
non nella fossa comune ma nella cappella, o simile, della stessa
Confraternita. Laggregazione sociale ottenuta con liscrizione
tende dunque ad un conforto spirituale e materiale ed è probabilmente
per questo fatto che tra gli iscritti vi sono soprattutto i più
umili 5.
Tuttavia anche le classi socialmente più elevate ne fanno
parte e talvolta le fondano e non per il loculo garantito
(hanno cappelle di famiglia) ma per le messe, gli anniversari di
morte e i prestiti in denaro che le stesse Confraternite possono
assicurare avendo anche un patrimonio in denaro da gestire proveniente,
come detto, da lasciti.
La Confraternita dei Morti ad esempio eretta nella chiesa
matrice dove dispone di un suo altare ha proprio il Monte
Piccolo come cassa di mutuo soccorso, lo dimostrano
i libri contabili custoditi nella chiesa matrice. Nel XVIII secolo
in Tricase vi sono tre Confraternite censite dal Catasto
tutte collocate nella chiesa matrice: la Confraternita del
SS. Sacramento, la Confraternita dellImmacolata Concezione
e la Confraternita dei Morti.
I Benefici sono enti ecclesiastici intitolati a Santi e Madonne
e stabiliti, in gran parte dei casi, presso altari o cappelle generalmente
da devoti i quali, per la salvezza della propria anima, li fondano
tramite un legato.
Il fondatore stesso conserva in genere il diritto di patronato
ovvero il privilegio di designare lecclesiastico rettore e
amministratore del Beneficio stesso. Il legato che assegna i beni
prevalentemente terreni e denaro e le relative rendite,
con lobbligo di celebrare delle messe, deve ottenere lautorizzazione
dagli organi superiori (il Papa o il Vescovo), gli unici a stabilire
il Beneficio e attribuire ad esso le rendite ecclesiastiche; in
caso contrario, senza lassenso dei vertici, rimane un semplice
legato pio o pia donazione.
In Tricase vi sono quarantatré Benefici, dei quali ventinove
appartengono ad altari e nove a cappelle; ventisei risiedono nella
chiesa matrice. Solo dieci prestano denaro e difatti la maggior
parte di queste pie istituzioni riscuote le proprie rendite dai
terreni di cui sono dotate. Su sedici Benefici è vantato
il patronato da parte dei maggiorenti del luogo come i Gallone (ben
quattro), i Pipini, i Montano, i Raeli, i Legari, i Vincenti. Diciannove
sono retti da religiosi che non appartengono alla Terra di Tricase.
In genere, è chiamato a reggere un Beneficio un sacerdote.
In Tricase i religiosi sono numerosi e vi è anche chi non
appartiene alla Terra tricasina. Oltre ai Domenicani il paese conta
35 sacerdoti di cui 18 capitolari, compreso il parroco 6. Il Capitolo,
come noto, è un «organismo collegiale che riunisce
i rappresentanti dei membri di un Istituto religioso a diversi livelli»7;
in questo caso indica gran parte dei preti della locale chiesa matrice.
I capitolari si dividono i proventi della massa dei beni di proprietà
della Chiesa, gli altri sacerdoti vivono con un reddito inferiore
e talvolta piuttosto esiguo.
Il numero rilevante dei religiosi riscontrabile non solo
a Tricase può trovare giustificazione nel fatto che
nel Regno di Napoli, come nel resto dEuropa, il clero rappresenta
una classe privilegiata, esentata dalle tasse e dotata di vari benefici
fra i quali limmunità personale. Esso difatti è
giudicato solo dai tribunali ecclesiastici e non da quelli ordinari.
Può accadere che le famiglie borghesi o aristocratiche consiglino
oppure obblighino un proprio familiare a prendere la tonaca, magari
intestandogli dei beni agrari i quali, come patrimonio sacro,
non pagano tributi. E quanto avviene nella fondazione di un
Beneficio: una famiglia vi lega parte del patrimonio in genere
beni agrari, come detto, perché le case sono già esentate
dai tributi per non essere frenati dagli obblighi del fisco,
quindi usufruendo del diritto di patronato nomina un proprio religioso
a reggere quello stesso Beneficio e i beni in questione, poiché
ereditabili dalla famiglia, non mutano di proprietà conservando
evidenti vantaggi fiscali 8. Si possono in tal modo intuire taluni
abbinamenti tra particolari famiglie locali, che godono del diritto
di patronato su un Beneficio, e il religioso che lo regge. Basti
considerare che, nel caso di quattordici Benefici, il titolare ne
ha assunto la reggenza in linea ereditaria, ad titulum patrimonij.
Il prestito di denaro (censo)
Accordato il credito, segue la stipula del contratto (contratto
di censo) tramite un regolare atto notarile in cui si ratifica la
consegna in contanti, davanti al notaio, della somma pattuita, si
precisano le condizioni ed il debitore sottoscrive a nome proprio
e dei suoi eredi. Nella stessa sede notarile si concorda inoltre
la scadenza dellimpegno finanziario che talora risulta stabilita
molto avanti nel corso degli anni.
Ecco la veste giuridica del contratto ovvero le modalità
dellimpegno assunto tra creditore e debitore: non si attua
la formula del mutuo o prestito comune ma quella del contratto di
censo che in paese prevale nel XVIII secolo e che richiede di essere
vincolato ad un immobile per essere garantito.
Cosa significhi questa prevalenza è da approfondire, ma è
certo che la scelta di un tipo di prestito rispetto allaltro
non dipende da agevolazioni sui tassi dinteresse né
sui tempi di restituzione perché risultano simili se non
identici.
Cercare di approfondire le motivazioni della prevalenza del contratto
di censo rispetto a quello del prestito comune per averne
una possibile giustificazione significa andare molto indietro
nel tempo.
Dallanno 1000 al 1700 la Chiesa vieta linteresse nei
contratti di prestito, pena la denuncia al Tribunale ecclesiastico.
Un simile divieto diviene oggetto, da parte di teologi ed economisti,
di valutazioni e analisi che occupano diversi secoli e che queste
pagine non pretendono certamente di illustrare.
Esso ha radici nellinterpretazione di alcune frasi contenute
sia del Vecchio che del Nuovo Testamento: [Al fratello] non
presterai il tuo denaro a interesse e non gli darai vitto con usura
(Levitico 25, 37); [Gesù dice] amate anche i vostri
nemici, fate del bene e prestate senza sperare di ricevere nulla
in cambio: allora la vostra ricompensa sarà grande [
]
(Luca 6, 35).
Per la dottrina della Chiesa riscuotere un interesse (indipendentemente
dalla percentuale applicata) sul denaro prestato è dunque
illegittimo, è usura. Ecco probabilmente il motivo per cui
nel Medio Evo, tra la fine del XII secolo e linizio del XIII,
in coincidenza con il processo di trasformazione economica che vede
lutilizzo del denaro imporsi nelleconomia del tempo
e i suoi possessori aumentare, nasce listituto economico dellemptio
reddituum, la vendita dei redditi 9.
La vendita dei redditi è parte sostanziale del contratto
di censo perché chi beneficia del prestito è obbligato
a legarlo allimpegno di un terreno di sua proprietà
e nello stesso tempo, in cambio, egli (e i suoi eredi) verseranno,
per il periodo di tempo pattuito, una somma annuale derivante dalla
vendita di parte dei prodotti e dei frutti del terreno in questione.
La formula giuridica del censo viene scelta e praticata da tutti
i soggetti erogatori di prestiti in Tricase.
La figura del debitore
Sulla figura del debitore vi sono precise indicazioni prevalentemente
sullantico Catasto perché quasi sempre gli atti notarili
tralasciano la professione di chi richiede il prestito.
Fuori dai confini tricasini spesso la sua tipologia, pur essendo
eterogenea come in Tricase, appartiene frequentemente ai ceti medio-alti
per la necessità di affidarsi a persone sicure.
Nella Terra tricasina invece è il settore della gente comune,
il terzo ceto contadini (bracciali), manovali, massari,
venditori di mercanzie, artigiani, vedove e nubili a dividersi
il maggior numero di crediti finanziari nei confronti del secondo
ceto medici, farmacisti, giudici e borghesi in genere
e del numeroso primo ceto sacerdoti, nobili e possidenti
(talora indicati con lappellativo Magnificus perché
personalità di rilievo in paese o addirittura laureati).
Nel raggiungimento di questo positivo risultato, che evidentemente
alimenta leconomia locale dal basso, è fondamentale
il ruolo dei Domenicani, i quali distribuiscono ben sessanta (pari
al 32,7 per cento) dei centottantaquattro prestiti totali e, secondi
solo ai Benefici, distribuiscono 1.305 ducati, pari al 21,6 per
cento del mercato complessivo del credito tricasino.
Questo significa anche una certa benefica polverizzazione dello
stesso credito da parte delle casse dellantico Convento con
una media di 21,7 ducati per prestito, meno bassa solo di quella
del Monte dellImmacolata che, essendo gestito da un ente pubblico
(lUniversità), distribuisce evidentemente per dovere
istituzionale piccoli prestiti la media è difatti
di 16,2 ducati ciascuno quasi esclusivamente al terzo ceto.
A parte dunque i privati, solo i Domenicani (ottantotto per
cento) e il Monte dellImmacolata (circa lottantasei
per cento) mostrano maggiore attenzione finanziaria verso il terzo
ceto.
Benefici, Capitolo e Confraternita dei Morti hanno invece
prevalenti rapporti creditizi col primo ceto e lo stesso Capitolo
anche col secondo ma è singolare che, nonostante la gran
quantità di ducati a disposizione, i Domenicani non facciano
credito a nessuno dei sacerdoti. E possibile che questi ultimi
abbiano altre casse più vicine alle quali rivolgersi, ma
è noto che tra le due componenti del mondo ecclesiastico
tricasino vi siano diverse controversie soprattutto per questioni
riguardanti lorganizzazione e il percorso delle processioni
per le strade del paese finite anche in lite giudiziaria.
Leffetto del movimento di denaro nel paese, oltre al beneficio
economico, porta anche quello sociale del consolidamento dei legami
di ceto con i prestiti tra massaro e massaro,
bracciale e bracciale o tra istituzioni
religiose e nobili e possidenti ma anche del dialogo tra
ceti diversi.
Le motivazioni che inducono a contrarre un prestito sono riportate
molto di rado nelle deliberazioni degli enti o negli atti notarili;
esse riguardano generalmente la soluzione di necessità del
momento: Per bisogni di sua casa o Per suoi bisogni
sono le frasi normalmente ricorrenti.
E difficile perciò risalire ai motivi più frequenti,
ma è opinione comune, tratta da documenti della città
di Verona 10, che si tratti di costituire doti specie per
i ceti medio e alto per i quali la vita del 700 è piuttosto
dispendiosa , di saldare precedenti debiti o di acquistare
delle terre oppure di sostenere spese per pubbliche necessità
da parte di amministratori locali o della stessa Università
tricasina.
In particolare i contadini, o bracciali, devono dotarsi
di denaro liquido per comprare animali, sementi o attrezzi da lavoro
oppure per superare i periodi di cattivo raccolto. Inoltre hanno
bisogno di sfuggire, per quanto possibile, alla necessità
di vendere i prodotti della terra (olive, grano e uva in particolare)
alla voce, cioè ancora immaturi e perciò
ad un prezzo piuttosto basso, per poter avere dai mercanti
che praticano questo tipo di vendita il denaro necessario
per le spese di coltivazione. I massari inoltre che
gestiscono masserie in proprio o più spesso per conto
di un proprietario del quale sono fattori cercano denaro
per lallevamento di ovini e caprini e per la produzione in
proprio di latticini.
Gli artigiani infine hanno da sviluppare il loro negozio
e comprendono varie figure lavorative: dal conciapelli al sartore,
dal legnaiolo al fabbricatore, dal solachianelli (calzolaio)
al mastro dimbasti (sellaio), dal barbiere al
venditore di vino, dal ferraro al calzolaio e al beccaro
(macellaio).
ARCHIVIO DI STATO DI LECCE (A.S.L.)
Catasto onciario di Tricase, anno 1745
Ecco i rapporti tra creditori e debitori (beneficiari dei prestiti)
collegati con le loro caratteristiche sociali. Le parti riportate
tra virgolette sono tratte integralmente dal Catasto. Le parti inserite
tra parentesi quadre sono commenti dellautore. I riferimenti
in corsivo dentro parentesi tonde sono quelli bibliografici relativi
allo stesso Catasto.
Da notare che per tutti i debitori, nellelenco dei loro pesi
(debiti), la dicitura riportata sul Catasto è tiene il debito
col (segue il nome del creditore ) di detta Terra di annui (segue
lammontare del versamento annuale legato al prestito ricevuto)
per vendita dannue entrade per capitale di (segue lammontare
del prestito ricevuto), ad indicare che il capitale censo è
ottenuto impegnando un terreno le cui entrate annuali sono in parte
devolute al creditore; tutto questo è ratificato in un regolare
atto notarile.
IL VENERABILE OSPEDALE DI QUESTA TERRA
(vol. II, ff. 615 r.-617 v.)
Prestiti (o Capitali Censi, per un totale di 338 ducati) concessi
dallOspedale (sono abitanti di Tricase, salvo diversa indicazione)
a:
Don Paolino (sacerdote) e Giuseppe (massaro) fratelli Nicolardi
(venti ducati al nove per cento). Hanno anche un debito con la Confraternita
dei Morti (venticinque ducati al nove per cento). (vol. I, f. 183
r.).
Giuseppe Zocco (quaranta ducati al nove per cento), massaro di anni
68, vive in casa propria nel borgo di Fornomaggio [corrisponde allabitato
oggi comprendente via Monsignor Ingletti e via della Carità].
Ha altri debiti con Donato Resci (cinquanta ducati allotto
per cento), con Giuseppe dei Principi Gallone (venti al cinque per
cento), con la sorella Caterina Zocco (centocinque ducati al sei
per cento), con lAbb.e S.re D. Arcangiolo Gallone (trenta
ducati al nove per cento), con la Confraternita dei Morti (ventotto
ducati al nove per cento), con Anna Maria Longo di Tricase (dieci
ducati al nove per cento) e col Convento di S. Maria del Carmine
di Torrepaduli (cinquanta ducati al nove per cento). (vol. I, f.
188 r.).
Francesco Carrozzo ed Ippazio Nesca (venticinque ducati al nove
per cento). Sono entrambi bracciali cioè braccianti
agricoli. (vol. I, f. 92 v. e vol I, f. 208 r.).
Francesco Fragasso (dodici ducati al nove per cento), bracciale.
(vol. I, f. 109 r.).
Domenico Pisanò (trentadue ducati al nove per cento), mastro
conciapelli di anni 72. (vol I, ff. 71 v. e 72 r.).
Antonio Fragasso (dieci ducati al nove per cento), bracciale
di anni 72, possiede quattro terreni in enfiteusi ed un cavallo;
ha altri debiti con i Domenicani (30 ducati al 9%), con Vito Colaci
di Lucugnano (12 al 9%) e col Monte dellImmacolata Concezione
(30 al 9%); è tassato per once 54 circa. (vol. I, ff. 22
v.-24 v.). [A differenza dellaffidamento in semplice affitto,
concedere un terreno in enfiteusi significa chiedere allaffittuario
un canone di locazione di modesta entità, ma affidargli nello
stesso tempo tutti gli oneri derivanti dalla manutenzione e dal
miglioramento del bene; per un proprietario che non abbia tempo
o disponibilità per la gestione del patrimonio si tratta
di una formula gradita].
Pietro Raeli (ducati quaranta al nove per cento).
[Non riportato come fuoco nel Catasto]
Pietro Cazzato (ducati dieci al nove per cento), bracciale;
ha altri debiti con Abb.e D. Arcangiolo Gallone (ducati 50 al 9%),
Ill.re D. Giuseppe Gallone (20 ducati al 9%). (vol. I, f. 293 r.-294
r).
Vedova Caterina Marra (ducati dieci al nove per cento), vedova di
Cristofalo Nuccio, ha quaranta anni; ha un altro debito con lAbb.e
D. Arcangiolo Gallone (ducati 160 al 9%). (vol II, ff. 362 v.-364
r.).
Giacomo Minerva (ducati venti al nove per cento), conciapelli di
anni 36, la sua bottega è sita nella strada si dice
dAlessano [parte di essa è lattuale via
Toma] ed è allestita in una casa per la quale paga affitto
ai Domenicani; possiede anche due fondi. (vol. I, ff. 140 r.-141
r.).
Magnifico [persona nobile o di spicco, talora laureata] Francesco
Chianca (ducati trentanove al nove per cento), nobile di anni 55;
ha altri debiti: con gli eredi del fu D. Giuseppe Bleve di Montesardo
(70 ducati al 9%), con la Confraternita dei Morti (20 ducati al
9%), al Principe Giuseppe Gallone (30 ducati al 9 per cento); è
tassato per once 180 circa. (vol. I, ff. 98 v.-102 v.).
Magnifico Tommaso Pellegrini (ducati cinquanta al nove per cento),
nobile vivente di anni 34 [è tra i compilatori
del Catasto 1745], vive in casa propria nel borgo della Cittadella
[nota che nello stesso borgo vivono anche i medici Lodovico e Ferdinando
Maroccia, padre e figlio]; ha altri debiti: con lAbb.e S.e
D. Arcangiolo Gallone (60 ducati al 9%), con il Capitolo di Tricase
(120 ducati al 9%), con la Confraternita dei Morti (120 ducati all8
per cento ed ancora 30 ducati al 9%), e con i Domenicani (20 ducati
al 9%), col Capitolo di Caprarica del Capo (20 ducati al 9%); è
tassato per once 207 circa. (vol. I, ff. 339-343 r.).
Giuseppe Panico (ducati sedici al nove per cento), mastro
sartore di anni 43, ha altri debiti: con il Beneficio
sotto il titolo del Ss. Crocefisso di Tricase (50 ducati al
9%), con la Confraternita dellImmacolata Concezione di Tricase
(50 ducati al 9%), col sacerdote D. Pasquale Grezio di Lucugnano
(15 ducati al 9%), col Beneficio di S. Carlo di Tricase
(30 ducati al 9%); è tassato per once 14. (vol I, ff. 194
r.-195 v.).
Vincenzo Attrotto di Tricase, abitante in Presicce (ducati quattordici
al nove per cento), di anni 40, ha moglie (anni 40) e tre figli;
è tassato per once 21 circa. (vol. I, f. 348 v.).
IL REVERENDO CAPITOLO [i sacerdoti capitolari della
chiesa matrice] DI TRICASE concede un totale di 859
ducati in Capitali Censi ai seguenti abitanti di Tricase (salvo
diversa indicazione):
Antonio Minutello (ducati venti al nove per cento), bracciale;
ha debito di dieci ducati al nove per cento anche con i Domenicani;
è tassato per once ventiquattro circa. (vol. I, f. 20 v.).
Eredi di Agnesa De Iaco (ducati venti al nove per cento).
Andrea Musio (ducati dieci al nove per cento), beccaro
[macellaio]; è tassato per 17 once circa. (vol. I, f. 5 v.).
Sacerdote D. Paolino e Nicola Fratelli Renna (ducati 20 al nove
per cento)
Lazaro Scarascia (ducati venti al nove per cento), bracciale.
(vol. I, f. 215 v.).
Sacerdote D. Saverio e Nicola fratelli Tobia (ducati cinquanta al
nove per cento).
Magnifico Tommaso Pellegrini (ducati 120 al nove per cento) (Vedi
in precedenza)
Sacerdoti D. Pietro e D. Giuseppe Piri (ducati cento al nove per
cento).
Liberato Marra (ducati quaranta al nove per cento), bracciale.
(vol. I, f. 221 r.).
Eredi del fu D. Francesco Pagliari (ducati trenta al nove per cento).
Vedova Margherita Garrapa (ducati venticinque al nove per cento),
anni 66, è vedova del D.re Chirurgo Alessandro Chianca, ha
una figlia nubile di 41 anni ed un figlio sacerdote D. Giustiniano
Chianca. (vol. II, f. 373 v.).
Fratelli bracciali Cosmo e Pietro Piscopiello (ducati
venti al nove per cento). (vol. I, f. 48 v. e vol. I, f. 292 v).
Sacerdote D. Nicola Zocco (ducati venticinque al nove per cento).
Lionardo Sciurti (ducati venti al nove per cento), solachianelli
[calzolaio], vecchio ed inabile a faticare di anni 67.
(vol. I, f. 226 r.).
Sacerdote D. Antonio De Iaco (ducati cinquanta al nove per cento).
Domenico Pirti (ducati dieci al nove per cento), Giudice a
contratti, benché presentemente non esercita il suo ufficio
per la vecchiaia di anni 75, vedovo. (vol. I, f. 72 v.).
Pietro Paolo De Vito (ducati quindici al nove per cento), bracciale
di anni 45. (vol. I, f. 288 r.).
Eredi di Giandomenico Arseni (ducati dieci al nove per cento).
DD.ri Fisici [cioè medici] Lodovico e Ferdinando Maroccia
(ducati venti al nove per cento), Lodovico è di anni 75,
vive in casa propria nel borgo della Cittadella vicino alle case
degli eredi del fu Magnifico Francesco Mecchi. (vol. I, ff. 231
r.).
S.re Oronzo Longo di Maruggio in questa Terra dimorante
(ducati venti al nove per cento), fuoco acquisito in questa
Terra, nobile vivente di anni 45. (vol. I, f.
270 r.).
Sacerdote D. Tancredi Capranico (ducati venticinque al nove per
cento).
Sacerdote D. Saverio Alfarano e il fratello Eustachio (ducati venticinque
al nove per cento).
Magnifico Oronzo Raeli (ducati ventitre al nove per cento), Speziale
di medicina con impotenza di esercitare larte, di anni
31. (vol I, f. 267 v.).
Eredi di Giovanni Stampede (ducati diciassette al nove per cento).
Agostino Pisanò (ducati ventiquattro al nove per cento),
Mastro conciapelli. (vol. I, f. 3 v.).
S.re D. Francescantonio Vincenti (ducati cento al nove per cento),
nobile vivente di anni 38, [è tra i compilatori
del Catasto 1745]. (vol. I, f. 129 v.).

CONFRATERNITA DELLIMMACOLATA CONCEZIONE ERETTA NELLA
PAROCCHIAL CHIESA DI TRICASE
Possiede un solo capitale censo dato a Pietro Panico (ducati cinquanta
al nove per cento).
[Pietro Panico non risulta come fuoco].
IL MONTE DELLIMMACOLATA CONCEZIONE DI QUESTA TERRA,
CHE SAMMINISTRA DALLA MAGNIFICA UNIVERSITÀ DELLA MEDESIMA
(totale di ducati 114 in capitali censi concessi). Possiede Capitali
censi contro (abitanti di Tricase salvo diversa indicazione):
Luigi Coppola (ducati quattordici al nove per cento), fabbricatore
di anni 39. (vol. I, f. 233 v.).
Magnifico Oronzo Raeli (ducati venti al nove per cento) (Vedi in
precedenza).
Liberato Marra (ducati dieci al nove per cento) (Vedi in precedenza).
Francesco dIppazio Marra (ducati dieci al nove per cento),
bracciale di anni 77. (vol. I, f. 11 r.).
Antonio Fragasso (ducati trenta al nove per cento), bracciale di
anni 72, ha anche un debito per lo stesso importo con i Domenicani.
(vol. I, f. 22 v.). (Vedi anche in precedenza).
Pantaleone Piccino (ducati venti al nove per cento), massaro di
anni 37 (vol. I, f. 275 v.).
Vedova Margarita Rizzo (ducati dieci al nove per cento).
LA VENERABILE CONFRATERNITA DEI MORTI ERETTA NELLA PAROCCHIAL
CHIESA DI QUESTA TERRA (possiede un totale di ducati 513
in capitali censi concessi ad abitanti di Tricase, salvo diversa
indicazione):
Oronzo Longo di Maruggio (ducati quaranta al nove per cento), (vedi
in precedenza).
Giuseppe Coppola e Gaetano Stefanello bracciali (ducati
quaranta al nove per cento). (vol. I, f.181 r. e vol. I, f. 138
r.).
Nicola Scarascia (ducati trenta al nove per cento), barbiere di
anni 72, vecchio e impotente a fatigare. (vol. I, f.
250 r.).
Sacerdote D. Paolino e Giuseppe fratelli Nicolardi (ducati venticinque
al nove per cento); hanno anche un debito con lOspedale: venti
ducati al nove per cento; Giuseppe è massaro. (vol. I. f.
183 r.).
Francesco di Giampaolo Arseni (ducati trenta al cinque per cento),
uomo di campagna (vol. I, f. 105 r.).
D.re S.re D. Giandomenico Aimone (ducati cinquanta al nove per cento),
nobile vivente e padre onusto privilegiato, come dal privilegio
originalmente esibito di anni 62. (vol. I, f. 152 v.). Si
presta ancora cento ducati al nove per cento dal Beneficio di S.
Lucia, altri cento ducati al nove per cento dal Beneficio della
Nascita della Vergine e cinquanta al nove per cento dai Domenicani.
Fortunato Pisanò (ducati quindici al nove per cento), solachianelli,
ed impotente a faticare, di anni 70. (vol. I, f. 90 v.).
Giuseppe Zocco (ducati ventotto al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Magnifico Tommaso Pellegrini (ducati 120 allotto per cento).
(Vedi in precedenza).
Magnifico Francesco Chianca (ducati venti al nove per cento). (Vedi
in precedenza).
D.re Fisico [cioè medico] Domenico Mecchi (ducati trenta
al nove per cento), anni 75, [è tra i compilatori del Catasto
1745]; ha vari pesi rapportati a legati; ha altri debiti (105 ducati
al 9% con i Domenicani e 30 ducati al 9% con la Confraternita dei
Morti); è tassato per once 16 circa. (vol. I, ff. 65 e segg.)
.
Rosa Marra (ducati venticinque al nove per cento), anni 40, nubile.
(vol. I, f. 381 r.).
Magnifico Tommaso Pellegrini e Alessandro Coluccello (ducati cinquanta
al nove per cento); (per T. Pellegrini vedi in precedenza); Alessandro
Coluccello è massaro. (vol. I, f. 11 r).
Paolino Carrozzo (ducati dieci al nove per cento), bracciale.
(vol. I, f. 280 r.).
IL BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DELLA NASCITA DELLA VERGINE;
DE IURE PATRONATUS DE SIGNORI GALLONI Principi di questa
terra, sito in proprio Altare dentro la Parocchial Chiesa della
medesima, presentemente si tiene dallAbb.e Sig.re D. Arcangiolo
Galloni di detta Terra. Ecco i capitali censi, per un totale
di ducati 302, concessi (ad abitanti di Tricase, salvo diversa indicazione):
D.re S.re D. Giandomenico Aimone (ducati cento al nove per cento).
(Vedi in precedenza).
Magnifico Tommasantonio Senape di Gallipoli (ducati cento al nove
per cento).
Sacerdoti D. Francesco Maria e D. Girolamo fratelli Legari (ducati
cinquanta al sette per cento).
Francesco Carletta di Gagliano (ducati undici al nove per cento),
massaro. Si presta denaro (ducati 22 al 9%) anche da Teodora Trazza
di Tricase, nubile di anni 49, figlia del fu Domenico, ducati 22
al 9 per cento. (vol. I, f. 385 r.).
Giuseppe Zocco (ducati trenta al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Oronzo Minutello (ducati undici al nove per cento), bracciale di
anni 80, vedovo. (vol. I, f. 264 r.).

BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DI S. MARIA MADDALENA, SITO
IN PROPRIA CAPPELLA NEL BORGO DI QUESTA TERRA SI DICE DI FORNOMAGGIO,
che presentemente si tiene dal sacerdote D. Giuseppe Pisanò
della medesima, con essersene ordinato ad titulum patrimonij.
Presta denaro solo ad:
Agostino Pisanò (ducati centotrenta al nove per cento). (Vedi
in precedenza).
BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DI S. LUCIA, SITO IN PROPRIA
CAPPELLA EXTRA MOENIA di questa Terra, che presentemente si
tiene dal Ch.co Antonio Longo della medesima. Presta denaro
solo a:
D.re S.re D. Giandomenico Aimone (ducati cento al nove per cento).
(Vedi in precedenza).
BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DELLIMMACOLATA CONCEZIONE,
DE JURE PATRONATUS DEL SACERDOTE D. NICOLA ZOCCO DI QUESTA TERRA,
sito in proprio Altare dentro la Parocchial Chiesa della medesima,
che presentemente si tiene dal detto sacerdote D. Nicola, con essersene
ordinato ad titulum patrimonij. Presta denaro (in totale 150
ducati) solo ai seguenti abitanti di Tricase:
lo stesso sacerdote D. Nicola Zocco (ducati cento al cinque per
cento)
Agostino Pisanò (ducati cinquanta al cinque per cento). (Vedi
in precedenza).
BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DI S. LIBORIO DE JURE PATRONATUS
DE SIGNORI GALLONI PRINCIPI DI QUESTA TERRA, sito in proprio
Altare dentro la Venerabile Cappella di S. Maria di Costantinopoli
extra moenia, che presentemente si tiene dal Sacerdote D. Paolino
Renna della medesima Terra, con essersene ordinato ad titulum patrimonij.
Presta denaro, per un totale di ducati 200, ai seguenti abitanti
di Tricase:
Eredi del fu sacerdote D. Carlo Renna (ducati cinquanta al nove
per cento).
Antonio Scarascia (ducati trentasette al nove per cento), bracciale.
(vol. I, f. 31 v.).
Pietro Pirti (ducati venticinque al nove per cento), mastro
dimbasti [sellaio] di anni 50. (vol. I, f. 290 r.).
Nicola Renna (ducati venti al nove per cento).
[Non è riportato come fuoco]
Maddalena Renna (ducati venti al nove per cento)/
Giuseppe Renna (ducati venti al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Andrea Piri (ducati quindici al nove per cento), massaro di anni
52. (vol. I, f. 7 r.).
Eredi della vedova Prudenzia Legari (ducati tredici al nove per
cento)
[Nota: ci sono altri capitali censi, che in maggior quantità
possiede fuori feudo].
BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DEL SANTISSIMO CROCEFISSO,
sito in propria Cappella extra moenia di questa Terra, che presentemente
si tiene dal Sacerdote D. Salvatore Ingletto della medesima, con
essersene ordinato ad titulum patrimonij. [La Cappella del
SS.mo Crocefisso corrisponde allattuale Cappella di S. Lucia].
Presta denaro, per un totale di 100 ducati, ai seguenti abitanti
di Tricase:
Giuseppe Panico (ducati cinquanta al nove per cento). (Vedi in precedenza)
Giambattista Cazzato (ducati trenta al nove per cento), bracciale
(vol. I, f. 144 v.). Ha anche debito con i Domenicani. (10 al 9%).
Eredi di Paolo Ingletto (ducati venti al nove per cento).
BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DELLA BEATISSIMA VERGINE DEL
CARMINE, DE JURE PATRONATUS DE SIGNORI PIPINI, E MONTANI DI
QUESTA TERRA, sito in proprio Altare dentro la Parocchial Chiesa
della medesima, che presentemente si tiene dal Sacerdote D. Tommaso
Pipini dellistessa Terra, con essersene ordinato ad titulum
patrimonij. Presta denaro al solo:
D.re Sig.re D. Giovanni Pipini di Tricase (ducati cento allotto
per cento), di anni 65 [manca la professione] vive in casa propria
in via del Tempio con moglie (anni 63), due figli maschi di cui
uno sacerdote, una sorella nubile ed una serva di casa; possiede
molino, forno e vari terreni, un tarpeto per macinare olive
e vari animali; è tassato per once 65 circa. (vol. I, f.
162 v.).

BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DI S. CARLO DE JURE PATRONATUS
DE SIGNORI PRINCIPI GALLONI DI QUESTA TERRA, sito in proprio
Altare dentro la Parocchial Chiesa della medesima, che presentemente
si tiene dallAbb.te D. Zaccaria Cesi, Canonico della Cattedrale
dOstuni, con essersene ordinato ad titulum patrimonij.
Presta denaro, per un totale di ducati 80, ai seguenti abitanti
di Tricase:
Luigi Coppola (ducati cinquanta al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Giuseppe Panico (ducati trenta al nove per cento). (Vedi in precedenza).
BENEFICIO SOTTO IL TITOLO DE SS. ANTONIO E GIACOMO,
DE JURE PATRONATUS DE SIGNORI ASTORICCHI DI QUESTA TERRA,
sito in proprio Altare dentro la Venerabile Cappella di S. Maria
del Tempio intra moenia della medesima, che presentemente si tiene
dal Reverendissimo D.re S.re D. Francescantonio Moavero, Vicario
Generale della Citta di Alessano. Presta denaro, 60 ducati,
al solo:
Sacerdote D. Giustiniano Chianca di Tricase (ducati sessanta al
tre per cento).
IL VENERABILE CONVENTO SOTTO IL TITOLO DE SS. PIETRO
E PAOLO DELLORDINE DE PREDICATORI DI QUESTA TERRA
[si tratta dei Domenicani]. Presta denaro, per un totale di ducati
1.305, ai seguenti abitanti di Tricase (salvo diversa indicazione):
Alessandro Coluccello (vedi in precedenza) e Giuseppe di Tommaso
Greco bracciale (ducati ventidue al nove per cento).
(vol. I, f. 186 r.).
Giuseppe di Domenico Musio (ducati dieci al nove per cento), bracciale
di anni 22. (vol. I, f. 179 r.).
Giovanni Peluso (ducati sette al nove per cento), bracciale di anni
49. (vol. I, f. 158 r.).
Angiolo Attrotto (ducati venti al nove per cento), bracciale di
anni 73. (vol. I, f. 15 r.).
Giovanni ed Oronzo Greco (ducati venti al nove per cento), bracciali.
(vol. I, f.151 r. e vol. I, f. 266 r.)
Lazaro Nicolardi ed Ottavio Cesi [sono cognati] (ducati trentuno
al nove per cento) sono mastri sartori. (vol. I, f.
214 r. e vol. I, f. 272 v.)
D. Fisico Domenico Mecchi (ducati centocinque al nove per cento).
(Vedi in precedenza).
Domenico Scarascia (ducati venti al nove per cento), bracciale di
anni 35, vive in casa per la quale ne corrisponde dannuo
canone gna sessanta, e mezzo alla Magnifica Università [è
denominato Università lente amministrativo comunale
che oggi chiameremmo Municipio o amministrazione comunale] di questa
Terra; possiede una somara per uso proprio; egli vive con moglie
(anni 35) e due figli; è tassato per once 16 circa. (vol.
I, f. 75 v.). [Da notare che a sua volta presta denaro: al magnifico
Giuseppe Mecchi (ducati tredici e mezzo al nove per cento) e alla
vedova Prudenzia Legari (ducati tredici e mezzo al nove per cento)].
Antonio Pacifico Cito (ducati dieci al nove per cento), bracciale
di anni 63. (vol. I, f. 29 r.).
Eredi di Gabriele Coppola (ducati ventisette al nove per cento).
Domenico Coppola (ducati quattro al nove per cento), bracciale di
anni 41 vive in casa dellospedale in affitto, con moglie (anni
26) e tre figli; è tassato per once 26. (vol. I, f. 60 r.).
Giovanni Carrozzo (ducati quindici al nove per cento), bracciale
di anni 48. (vol. I, f. 147 r.).
Giuseppe Marsilio (ducati dieci al nove per cento), venditore di
vino, di anni 66. (vol. I, f. 185 r.)
Giovanni Ingletto (ducati cinque al nove per cento), calzolaio di
anni 35. (vol. I, f. 165 v.).
Lionardo Martines (ducati dieci al nove per cento), ferraro di anni
74, vecchio ed impotente a fatigare. (vol. I, f. 228
r.).
Francesco Minutello (ducati ventidue al nove per cento) [non cè
nel Catasto].
Nicola ed Antonio Scarascia (ducati quaranta al nove per cento).
(Vedi in precedenza).
Sig.re D. Giuseppe Serafini di Otranto (ducati centoquindici al
nove per cento).
Angiolo De Iaco (ducati dieci al nove per cento), bracciale. (vol.
I, f. 13 r.).
Antonio Sperti (ducati dieci al nove per cento), bracciale. (vol.
I, f. 25 r.).
Biasi Pirti ed Angelica Jovares sua moglie (ducati quindici al nove
per cento), calzolaio di anni 54, zoppo ed impotente a fatigare.
(vol. I, f. 40 r.).
Eredi di Pietro Renna (ducati quindici al nove per cento).
Domenico Alfarano (ducati dieci al nove per cento), bracciale di
anni 28. (vol. I, f. 52 r.).
Fratelli Pietro e Cosmo Piscopiello (ducati dieci al nove per cento).
(Vedi in precedenza).
Fratelli Pietro e Donato Arrico (ducati dieci al nove per cento),
bracciali. (vol. I, f. 287 r. e vol. I, f. 78 r).
Eredi di Scipione Arrico (ducati trenta al nove per cento).
Donato DAmico (ducati dodici al nove per cento), bracciale
di anni 66. (vol. I, f. 79 r.).
Paolino di Vito Peluso (ducati venti al nove per cento), calzolaio
di anni 46. (vol. I, f. 283 r.).
Giambattista Cazzato (ducati dieci al nove per cento). (Vedi in
precedenza).
Tommaso Coppola (ducati quaranta al nove per cento), fabbricatore
di anni 57. (vol. I, f. 310 r.).
Antonio Fracasso (ducati trenta al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Eredi del fu Ch.co Lionardo Turco (ducati quattordici al nove per
cento).
Giuseppe Coppola (ducati trenta al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Magnifico Tommaso Pellegrini (ducati trenta al sei per cento). (Vedi
in precedenza).
Antonio Corvaglia (ducati dieci al nove per cento), bracciale di
anni 35. (vol. I, f. 28 r.).
Eredi del fu Evangelista Stefanelli (ducati quindici al nove per
cento).
Antonio Minutello (ducati dieci al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Domenico Caloro (ducati dieci al nove per cento), bracciale di anni
30. (vol. I, f. 54 v.).
Liberato De Pietro di Ruffano, in Tricase commorante
(ducati trentasei al nove per cento).
Giuseppe di Domenico Musio (ducati venti al nove per cento). (Vedi
in precedenza).
Domenico, Tommaso e Saverio Zocco padre e figli (ducati venti al
nove per cento); Domenico (padre) uomo di campagna inabile
al lavoro di anni 66, Tommaso bracciale di anni 25, Saverio
massaro di anni 30, abitano in casa propria nel borgo Cittadella
con altri figli: Giuseppe di anni 34 dimorante in Napoli per
causa di studi, Mario bracciale di anni 15 ed inoltre la moglie
e due figlie di Tommaso; tassati per once 46. (vol. I, f. 77 r.).
Angiolo Musio (ducati venti al nove per cento), bracciale di anni
50. (vol. I, f. 17 r.).
Vito Piccino (ducati cinque al nove per cento), bracciale di anni
42. (vol. I, f. 353 r.).
Filippo Cosi (ducati dieci al nove per cento), mastro legnaiolo
di anni 58 (vol. I, f. 87 r.). Si fa prestare del denaro anche dal
cuoco del Principe, Giuseppe Griso: quattordici ducati al nove per
cento. (vol. I, f. 172 r.).
Francesco Oronzo Pisanò (ducati venticinque al nove per cento),
conciapelli di anni 45. (vol. I, f. 122 r.).
Giovanni Vito di Tommaso Musio (ducati dieci al nove per cento),
bracciale di anni 29. (vol. I, f. 159 v.).
Domenico dOttavio Greco (ducati dieci al nove per cento),
bracciale di anni 30. (vol. I, f. 69 v.).
Francesco e Filippo fratelli Carletta di Gagliano (ducati sessantacinque
al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Pietro Marra (ducati dieci al nove per cento), massaro di anni 38.
(vol. I, f. 290 v.).
Nicola De Iaco (ducati ventidue al nove per cento), bracciale di
anni 46. (vol. I, f. 258 r.).
Magnifico Dottore Fisico Michele Raeli (ducati quaranta al nove
per cento), di anni 39, vive in casa propria nel borgo S. Angiolo
con moglie (anni 34) e 3 figli. (vol. I, f. 238 r.).
Antonio Coppola (ducati venti al nove per cento), bracciale di anni
45. (vol. I, f. 26 v.).
Angiolo Fersino (ducati quindici al nove per cento), bracciale di
anni 48. (vol. I, f. 14 r.).
Francesco Raeli (ducati dieci al nove per cento), bracciale di anni
57. (vol. I, f. 125 v.).
Magnifico Francesco Orlandi (ducati trenta al nove per cento), nobile
vivente di anni 35, vive casa propria in via delle Pergole con moglie
(Maddalena Baldari di anni 27), 4 figli, due fratelli di cui uno
sacerdote (D. Ignazio), la madre vedova Rosa Pellegrino ed un servo
di campagna; possiede terreni ed animali ed è tassato per
once 52 circa. (vol. I, f. 116 v.). [Come si deduce dal Libro dei
battezzati custodito nellArchivio della chiesa matrice di
Tricase, si tratta del fratello dei due vescovi tricasini Celestino
e Giuseppe Orlandi]. Insieme ai familiari ha contratto debito anche
con D. Arcangiolo Gallone (50 ducati al 9 per cento).
Eredi della fu vedova Prudenzia Legari (ducati quindici al nove
per cento).
D.re Sig.re D. Giandomenico Aimone (ducati cinquanta al nove per
cento). (Vedi in precedenza).
Giuseppe Cazzato (ducati quindici al nove per cento), bracciale
di anni 60. (vol. I, f. 191 v.).
Ippazio Cazzato di Tiggiano in questa Terra dimorante,
(ducati dodici al nove per cento).
Matteo Piccino (ducati dieci al nove per cento), bracciale di anni
26. (vol. I, f. 237 r.).
LIll.re Sig.re D. GIUSEPPE GALLONI, SECONDOGENITO DEI
PRINCIPI DI QUESTA TERRA. (vol. I, ff. 196 v. - 01 r.) Presta
denaro (sempre con la formula per compra dannue entrate)
per un totale di ducati 410 ai seguenti abitanti di Tricase (salvo
diversa indicazione):
Nicola Scarascia (ducati dieci al nove per cento). (Vedi in precedenza).
Sorelle Paolina, Anna Teresa, Caterina e Francesca Stampede (ducati
dodici al nove per cento).
Eredi del fu D.re S.re D. Francesco Pagliari (ducati 186 al nove
per cento). (Vedi in precedenza).
D.re S.re D. Gio: Pipini (ducati trenta al sette per cento). (Vedi
in precedenza).
Nicola Piccino (ducati cinquantadue al sette per cento), bracciale
di anni 49. (vol. I, f. 25 r.).
Pietro Cazzato (ducati venti al nove per cento), bracciale di anni
44. (vol. I, f. 293 r.).
Magnifico Francesco Chianca (ducati trenta al nove per cento). (Vedi
in precedenza).
Vedova Aurelia Caloro, Cosmo, Pietro, Ippazio, Giovanni, Pasquale
e Tommaso Piscopiello, madre e figli (ducati venti al nove per cento).
(Per Cosmo e Pietro vedi in precedenza).
Tommaso di Domenico Musio (ducati trenta al nove per cento), bracciale
di anni 28. (vol. I, f. 323 r.).
Giuseppe Zocco (ducati venti al cinque per cento). (Vedi in precedenza).
* * *
PRIVATI (abitanti di Tricase, salvo diversa indicazione) che prestano
denaro ovvero possiedono capitali censi:
Domenico Scarascia (vol. I, f. 75 v.) è un bracciale di
anni 35. Egli presta a sua volta denaro (ducati tredici e mezzo
al nove per cento) al Magnifico Giuseppe Mecchi,(vol. I, f. 177
v.) professore privilegiato in Chirurgia di anni 30;
presta la stessa quantità di denaro alla vedova Prudenzia
Legari. (vol. I, f. 75 v.).
Abb.te Sig.re D. Arcangiolo Galloni (vol. I, ff. 36 v. e seg.)
di anni 59, abita in casa propria nel borgo di Fornomaggio con tre
servitori ed una serva, possiede un tarpeto, vari giardini,
terreni, case date in affitto e presta in totale ducati 770 a:
- Fisici Domenico e Fabbio Mecchi (padre), cinquanta
ducati al nove per cento. (vol. I, f. 65 r.).
- Pietro e Paolino fratelli Cazzato (vol. I, f. 293 r.), bracciali,
50 ducati al nove per cento.
- Domenico Martelli di Andrano commorante in Tricase, cinquanta
ducati al nove per cento
- Giuseppe Zocco, trenta ducati al nove per cento. E un massaro
di a. 68. (Vedi in precedenza).
- Magnifico Tommaso Pellegrini, sessanta ducati al nove per cento.
(Vedi in precedenza).
- Vedova Caterina Marra ed il fratello Pietro, ducati centosessanta
al nove per cento. (Per Caterina e Pietro vedi in precedenza).
- Giuseppe di Pietro Panico (vol. I, f. 194 r.), ducati cinquanta
al nove per cento; è un sartore di a. 43.
- Sacerdote D. Giuseppe e Andrea fratelli Piri, hanno avuto un prestito
di ducati cinquanta al nove per cento; Andrea (vol I, f. 7 r.) è
massaro di anni 52.
- Vedova Rosa Pellegrino, sacerdote D.re D. Ignazio e magnifico
Francesco Orlandi, madre e figli, cinquanta ducati al nove per cento;
[Confrontando il Libro dei battezzati custodito nella
chiesa matrice tricasina si deduce che si tratta della madre e dei
fratelli dei vescovi tricasini Celestino e Giuseppe Orlandi]; Francesco
(vol. I, f. 116 v.) è nobile vivente di anni
35, vive in casa propria in via delle Pergole con la madre vedova,
la moglie Maddalena Baldari di anni 27, il fratello sacerdote D.
Ignazio di anni trentasei, il fratello D.re D. Giulio di anni trentuno
ed un servo di campagna, possiede case concesse in affitto, terreni,
animali; è tassato per once 52. Si prestano denaro anche
dai Domenicani (ducati trenta al nove per cento). (Vedi in precedenza).
- Giovanni Piccino (ducati venti al nove per cento), è bracciale
di anni 62. (vol. I, f. 147 v.).
- Lazaro Minerva (ducati cinquanta al nove per cento); è
un conciapelli. (vol. I, f. 219 r.).
- D.ri Fisici Lodovico, Ferdinando, padre e figlio Maroccia (ducati
venti al nove per cento). (Vedi in precedenza).
- Eredi dei fu sacerdote D. Emiliano e Giambattista fratelli Villani
(ducati cinquanta al nove per cento).
- Antonio Rizzo di Tiggiano (ducati ottanta al nove per cento).
Sacerdote D. Pasquale Grezio di Lucugnano, (vol. II, f.
591 v.) fa parte dei forestieri non abitantie dei chiesastici
secolari ed è tassato per once 4:15, presta quindici
ducati al nove per cento a Giuseppe Panico mastro sartore.
(Vedi in precedenza).
Giuseppe Griso, (vol. I, f. 172 r.) è cuoco del Principe;
con la moglie di anni 30 e due figlie vive in una casa del Principe
senza pagare affitto; presta quattordici ducati al nove per cento
a Filippo Cosi di Tricase, mastro legnaiolo. (Vedi in
precedenza).
Donato Resci, (vol. I, f. 80), agrimensore e massaro di
anni 58 vive in casa propria in via S. Spirito con moglie (a. 54),
un figlio sacerdote (D. Giuseppe), un figlio chierico (Pasquale)
di anni 26 che fatiga alla campagna, un figlio uomo
di campagna di anni 28, quattro figlie, la moglie del figlio
Tommaso ed il loro figlio di 4 anni; è tassato per once 91
circa. Presta cinquanta ducati allotto per cento a Giuseppe
Zocco, massaro. (Vedi in precedenza).
Caterina Zocco, dispone di capitali dotali e presta ducati
105 al sei per cento al fratello Giuseppe, massaro. (Vedi in precedenza).
Anna Maria Longo, (vedi in precedenza), presta dieci ducati
al nove per cento (vol. I, f. 356 v.) a Giuseppe Zocco, massaro.
(Vedi in precedenza).
Vito Colaci di Lucugnano, presta dodici ducati al nove per
cento a Antonio Fragasso, bracciale di anni 72 (Vedi anche in precedenza).
Teodora Trazza, (vol. I, f. 385 r.) figlia del fu Domenico,
nubile di anni 49, presta ducati ventidue al nove per cento a Francesco
Carletta di Gagliano, massaro di anni 54 dimorante in Tricase.
(Vedi in precedenza).
|