Intanto molti
errori sono stati fatti, la povertà
è aumentata, le nuove democrazie di sono indebolite, e il
mondo sembra andare sempre peggio.
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Gli eventi dell11 settembre ci hanno dimostrato che il terrorismo
varca facilmente le frontiere, al modo del denaro che lo finanzia.
Nel breve periodo potremo anche riuscire a vincere la guerra fisica
contro le forze del terrore, ma, a lungo termine, la battaglia da
combattere è per conquistare il cuore e la mente dei giovani
di tutto il pianeta. Se dovranno vivere in un mondo di disperazione,
di disoccupazione e di povertà, di ipocrisia e di iniquità
globale, di regole internazionali spudoratamente favorevoli agli
interessi dei soli Paesi industrializzati e contrarie a quelli delle
nazioni già svantaggiate, i giovani non convoglieranno più
le loro energie per costruire un mondo migliore per se stessi e
per le future generazioni, ma si dedicheranno ad attività
distruttive e tutti noi ne subiremo immancabilmente le conseguenze.

Non ho alcun dubbio: molte delle responsabilità del disastro
planetario sono da ricercare in una certa politica economica americana,
e nelle principali istituzioni internazionali, fra cui il Wto e
il Tesoro statunitense, mentre è più difendibile la
Banca mondiale che, negli ultimi tempi, ha saputo correggere la
sua rotta. E tutto questo è scritto nel mio I ruggenti Anni
Novanta. Lo scandalo della finanza e il futuro delleconomia,
che ho pubblicato per stimolare gli americani a non ripetere gli
errori del passato, e per aiutare i non-americani ad evitare che
le stesse cose possano succedere altrove.
Intanto molti errori sono stati fatti, la povertà è
aumentata, le nuove democrazie si sono indebolite, e il mondo sembra
andare sempre peggio. Questa disparità fra Paesi ricchi e
Paesi poveri fomenta il terrore solo in parte, perché esso
ha molte cause, innanzitutto il conflitto nel Vicino Oriente, e
poi la mancanza di democrazia che rende fertile il terreno. Pensiamo
allArabia Saudita che possiede ingenti risorse di cui pochissimi
godono. Certo, il senso di disperazione di chi non ha lavoro non
va sottovalutato.

E fra laltro, lIraq è la dimostrazione di quanto
può accadere quando si perdono cuore e mente dei giovani.
Comprendo che sia difficile conquistarli, ma io mi sento ottimista.
Infatti, negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento del reddito
disponibile che ha coinvolto due miliardi di persone. Da ventanni,
più o meno, in India aumenta del 6 per cento annuo, da venticinque
anni cresce del 9 per cento in Cina.
E tutto questo ha portato a un aumento del tenore di vita.
Naturalmente, soltanto una parte degli abitanti di questi due Paesi
ha goduto di questa crescita, ma va sottolineato che nel complesso
lavanzamento esiste. Il problema è il divario tra i
ricchi e i poveri negli Stati Uniti e tra i diversi Paesi. Io posso
permettermi di essere ottimista considerando leconomia statunitense
che vale 11 mila miliardi di dollari. Con una buona gestione il
Prodotto interno lordo potrebbe aumentare del 3,4 per cento lanno,
vale a dire di trecento o quattrocento miliardi di dollari. Basterebbe
destinare questo aumento a investimenti mirati per risolvere i problemi
mondiali.
E lEuropa dovrebbe fare altrettanto. Potremmo trovare risorse
per lalfabetizzazione di tutti. I soldi ci sono. Allora vuol
dire che il problema è politico, e investe anche i diritti
umani. Da bambini ci hanno insegnato che si è innocenti fino
a prova contraria. Noi occidentali, nel nostro insieme, lo siamo?
E bene che incominciamo ad interrogarci in proposito, con
assoluta franchezza e senza ambiguità.
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