Nonostante
i duelli tra Chirac
e Blair e le
umiliazioni dei
rappresentanti
dei nuovi Stati membri, lEuropa funziona e va
avanti.
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Lo tsunami è stato evitato, ma il ciclone anzi, una
serie di cicloni purtroppo no. Parliamo di quello che è
successo allEuropa politica tra la fine di maggio e la metà
di giugno di questanno, cioè tra i referendum francese
e olandese sulla Costituzione europea e il vertice dei capi di Stato
e di governo dellUnione svoltosi un paio di settimane dopo
a Bruxelles.
Le conseguenze dei tre avvenimenti sono sotto i nostri occhi. Lentrata
in vigore della Costituzione europea è stata rinviata di
un anno e non è sicuro che non intervengano ulteriori ritardi.
Potrebbe essere ritardato anche lingresso nellUnione
di Romania e di Bulgaria, previsto per il 2007. Quanto allingresso
della Turchia, allo stato delle cose, è un sogno che rientra
mestamente nel cassetto. Come rientra non meno mestamente nel cassetto
la gran parte dei progetti per razionalizzare e ottimizzare lutilizzazione
delle energie economiche di cui dispone lUnione europea.
Di fronte a questo quadro qualcuno ha parlato di catastrofe senza
precedenti nei cinquanta e più anni di storia dellintegrazione
europea (di fatto cominciata con lappello che il 9 maggio
1950 il ministro degli Esteri francese Robert Schuman rivolse al
cancelliere tedesco Adenauer per la costituzione di una comunità
del carbone e dellacciaio). È un giudizio forse eccessivo,
che dimentica altri seri, talvolta drammatici momenti di difficoltà,
come quello che nel 1954, con la bocciatura da parte dellAssemblea
Nazionale francese del progetto della CED, la Comunità Europea
di Difesa (che, notato per inciso, non è stata ancora realizzata),
sembrò condannare al fallimento la da poco iniziata impresa
per unire gli europei in una grande alleanza politica ed economica.
È certo tuttavia che di fronte ai fatti di maggio e giugno
di questanno si può parlare di crisi con danni gravi,
anzi gravissimi. Anche se non irreparabili.

Silvio Berlusconi, uomo di cui non tutti e non sempre condividono
le posizioni politiche, lasciando Bruxelles, al termine del Consiglio
europeo di metà giugno, ha espresso un giudizio su cui è
difficile non trovarsi daccordo: «Nonostante tutto,
lEuropa continua a funzionare».
È vero, anzi verissimo. Ma è anche vero che questo
non avviene o avviene soltanto in minima parte per
merito dei capi di Stato e di governo che si sono riuniti a Bruxelles
a metà giugno. Il merito maggiore è di quanto lEuropa
ha già dato ai suoi cittadini a cominciare da una
pace che dura da cinquantanni e quanto promette di
dare in futuro.
Da un eurobarometro condotto il 15 giugno proprio mentre
si apriva il Consiglio europeo di Bruxelles in Francia e
in Olanda, i due Paesi in cui poche settimane prima la maggioranza
degli elettori si era pronunciata contro la Costituzione europea,
risultava che una forte maggioranza degli interpellati, l88%
dei francesi e l82% degli olandesi, dichiarava di essere soddisfatta
di appartenere allUnione europea. E incredibile ma vero, le
percentuali di consenso variavano di poco (83% per i francesi e
78% per gli olandesi) quando il sondaggio si limitava ai soli elettori
che nei referendum avevano votato no!
Dunque il rifiuto della Costituzione non era stato rifiuto dellEuropa,
era stato dettato come ammettevano espressamente gli intervistati
rispondendo a successive domande da motivi di politica interna,
da difficoltà a comprendere il testo del documento (240 pagine!),
da scarsità di informazioni su quello che sarebbe stato lesito
del referendum, dalla speranza o addirittura la pretesa
di avere di più dallUnione europea.
In definitiva, nel no alla Costituzione cera stato
un sì allEuropa, sia pure accompagnato
da un invito allUnione europea a farsi capire meglio, a lavorare
di più e in piena trasparenza a favore dei cittadini, a evitare
di farsi coinvolgere in problemi di politica interna dei singoli
Paesi.
Lhanno compreso i capi di Stato e di governo dei 25 Paesi
nella riunione di metà giugno a Bruxelles? Si direbbe di
no. O forse hanno finto di non capirlo e al fuocherello acceso dai
referendum hanno di proposito aggiunto limmane incendio provocato
dallo scontro dei loro interessi nazionali, rendendo impossibile
un accordo e bloccando la marcia dellEuropa politica. Non
sarà facile, ma nemmeno impossibile, riparare questo disastro.
Ma intanto, come ha notato il premier italiano, lEuropa continua
a funzionare.
Soprattutto, precisiamo noi, continua a funzionare lEuropa
utile, quella che non coinvolta dai bracci di ferro politici
lavora unicamente per i cittadini. È significativo
e per chi ha cuore le sorti dellEuropa crediamo anche
incoraggiante che proprio nelle settimane politicamente più
difficili, quelle che vanno dai due referendum al vertice di Bruxelles,
siano state rese note, anche se non sufficientemente messe in risalto
dai mezzi di comunicazione, tre notizie che confermano la vitalità
dellEuropa utile.
Cominciamo dalla notizia relativa a uniniziativa di cui si
avvantaggeranno tre milioni di scienziati, ricercatori, studenti,
appartenenti a oltre 3.500 istituzioni universitarie di 34 Paesi
europei. Si chiama GEANT2, è uninfrastruttura europea
di rete per la ricerca allavanguardia in campo mondiale. Utilizzando
la luce pulsata (fotoni) anziché gli elettroni permetterà
di trasportare a una velocità finora mai raggiunta enormi
quantità di dati scientifici. È si fa notare
da parte della Commissione europea, la fonte dellinformazione
un gigantesco passo in avanti nel suo campo. Grazie ad essa
in Europa i ricercatori potranno usufruire di una connessione più
stabile e veloce che in qualsiasi parte del mondo. Un esempio, che
riguarda lastronomia: GEANT2 permetterà di osservare
luniverso in tempo reale collegando tra loro i radiotelescopi
di tutto il mondo.
Tre milioni di scienziati, ricercatori, studenti serviti da GEANT2
sono un bel numero. Ma ancor di più, la totalità dei
cittadini europei (453 milioni di persone), sono coloro che sono
serviti dagli interventi che lEuropa sta realizzando per rendere
più competitiva, quindi più economica, la fornitura
di gas e di energia elettrica. Ecco la seconda notizia dallEuropa
utile. Leggi comunitarie hanno avviato recentemente la liberalizzazione
del settore energetico con lobiettivo, tra laltro, di
ottenere un contenimento dei prezzi. Purtroppo, lobiettivo
non è stato finora raggiunto. Anzi, in molti Paesi europei
sia il gas sia lenergia elettrica stanno rincarando. Prendendone
atto, la Commissione europea ha avviato un monitoraggio per accertare
perché questo avvenga, riservandosi di far seguire, a indagine
conclusa (tra questanno e il prossimo), provvedimenti coercitivi
contro le aziende inadempienti: con il proposito, tra laltro,
di bloccare tutti i rincari che risultassero ingiustificati.
Interessa la gran parte se non la totalità dei cittadini
europei anche linsieme delle iniziative con cui lUnione
europea garantisce la qualità e lorigine di quello
che mangiamo. Eccoci alla terza notizia. Mentre Francia e Olanda
erano alla vigilia dei loro referendum, la Commissione europea ha
deciso di riconoscere alla ricotta romana la Denominazione dOrigine
Protetta*. È il settecentesimo prodotto alimentare dellUnione
europea che ottiene questo riconoscimento, questa sorta di carta
da visita e di garanzia di qualità con cui si presenta ai
consumatori.
È dunque un piccolo ma importante successo dellEuropa
utile: che da solo, certo, non basta a compensare gli insuccessi
dei vertici di Bruxelles, ma che unito al lancio di GEANT2, alle
inchieste per fermare i rincari del gas e dellenergia elettrica
e a tanto altro, dimostra che nonostante i duelli tra Chirac e Blair,
le umiliazioni dei rappresentanti dei nuovi Stati membri, lEuropa
funziona e va avanti: sicuramente già ora a beneficio dei
cittadini; in avvenire, speriamo, anche degli assetti politici della
non sempre tranquilla, ma insostituibile, famiglia comunitaria.
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