Con tutte le
stravaganze che sono state dette negli ultimi tempi, si rischia
di dimenticare
i benefici
dellUnione
economica
e monetaria.
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Negli ultimi tempi sono state dette, e scritte, molte cose sulleuro.
Che, a seguito del no nei referendum francese e olandese
sulla Costituzione europea, leuro sarebbe imploso. O che,
con la lira, la situazione dellItalia sarebbe stata migliore.
Sono assurdità. Con leuro, fare affari in Europa è
più semplice e meno caro che in passato; la moneta unica
favorisce la crescita degli scambi commerciali e degli investimenti
nei Paesi dellarea euro, contribuisce ad ampliare la scelta
dei consumatori, ha consentito di tenere bassa linflazione
e i tassi di interesse ai minimi storici, fattori essenziali del
nostro benessere a lungo termine.

Nessuno, sicuramente, potrebbe proporre di disfare quanto è
stato realizzato negli ultimi sei anni dallavvio dellUnione
economica e monetaria europea (Uem).
Leuro non deve diventare il capro espiatorio. Alcuni commentatori
attribuiscono alleuro la colpa della deludente performance
economica dellEuropa negli ultimi tempi. È unaffermazione
che non sta in piedi. La crescita del Pil reale nei 12 Paesi delleuro
è stata superiore al 3 per cento nei primi due anni di vita
della moneta unica. Levoluzione è stata più
deludente a partire dal 2001, ma essa è in parte il riflesso
di shock esterni, tra cui lo scoppio della bolla azionaria nel 2000
e lattuale shock petrolifero, che non ha ancora esaurito i
suoi effetti. Più in generale, la bassa crescita europea
riflette un progresso insufficiente nella riforma economica. Non
soltanto leuro non ha nessuna colpa, ma ha funzionato da ammortizzatore.
Soffermiamoci un attimo a immaginare quanto sarebbe costata la benzina
ai distributori in Italia se leuro non fosse esistito e non
fosse una moneta forte e solida...
I benefici della Uem. Con tutte le stravaganze che sono state dette
negli ultimi tempi, si rischia di dimenticare i benefici dellUnione
economica e monetaria.
1) La stabilità dei prezzi. Per molti consumatori lintroduzione
delleuro è stata accompagnata dalla percezione di un
aumento dei prezzi. Ma se si confronta la situazione economica dei
primi anni Novanta con lattuale, non vi sono dubbi che leuro
ha segnato una netta rottura con il passato. Al momento della ratifica
del Trattato di Maastricht, nel 1991, alcuni Paesi dellarea
euro erano alle prese con uninflazione a due cifre. Oggi è
a circa il 2 per cento. Pensiamo a quanto pagheremmo di più
per il nostro mutuo con uninflazione e con tassi di interesse
più elevati, se non avessimo leuro.
2) Per quanto riguarda le finanze pubbliche, il disavanzo di bilancio
medio nellarea euro era di circa il 6 per cento del Pil nel
1991, e alcuni Paesi registravano un disavanzo vicino al 10 per
cento. Oggi il disavanzo medio è inferiore al 3 per cento.
Il tasso di disoccupazione nel 91 era anchesso più
elevato, attestandosi sopra il 10 per cento. Lattuale tasso
nellarea euro, pari a circa l8,5 per cento, è
senzaltro ancora inammissibilmente elevato, ma è importante
ricordare che negli ultimi quindici anni alcuni Paesi hanno registrato
grandi successi nella riduzione della disoccupazione. LIrlanda
ne è un esempio sorprendente: il tasso di disoccupazione
è passato dal 15 per cento del 91 al 4,5 per cento
attuale.
3) Il terzo maggior beneficio della Uem è rappresentato dal
suo contributo allintegrazione economica dellEuropa.
Leuro consente di sfruttare le potenzialità del mercato
unico, eliminando i costi di transazione e i rischi di cambio. Col
tempo ciò consentirà di rafforzare i guadagni derivanti
dalla più efficiente allocazione delle risorse e dalle economie
di scala associate alla maggiore integrazione economica, unevoluzione
che non può che essere positiva per la crescita.
4) Il quarto beneficio è leliminazione delle turbolenze
valutarie. Con leuro sono state eliminate le fluttuazioni
dei tassi di cambio che spesso accompagnavano gli shock economici
mondiali, quali per esempio gli aumenti del prezzo del petrolio,
con la conseguente diminuzione degli scambi commerciali e degli
investimenti a causa dellincertezza sui cambi. Basta ricordare
il dramma associato al susseguirsi delle svalutazioni monetarie
nella prima metà degli anni Novanta.

Riformare ora. La verità è che senza i benefici delleuro
la crescita sarebbe stata più deludente. Inoltre, va osservato
che la performance economica nella Uem presenta forti differenze.
In altre parole, non è un quadro di sole ombre. La Germania
ha registrato dal 2001 una crescita media annua del Pil reale pari
solo allo 0,6 per cento, ma la Spagna, la Finlandia e il Lussemburgo
sono cresciuti a un ritmo del 2,5 per cento e lIrlanda è
riuscita a raggiungere una crescita superiore al 5 per cento. Naturalmente,
lEuropa deve migliorare la performance complessiva e la resistenza
agli shock economici. Ma che la colpa dellattuale performance
sia delleuro è un pregiudizio che va sfatato.
Consideriamo due grandi Paesi dellarea delleuro in cui
la crescita è stata particolarmente deludente negli ultimi
anni. Il tasso medio di crescita dellItalia nei sei anni trascorsi
dallintroduzione della moneta unica è stato grosso
modo uguale a quello registrato nei sei anni che hanno preceduto
il lancio delleuro. Quindi la moneta unica non centra.
LItalia risente di una struttura produttiva e di una struttura
delle esportazioni ancora troppo specializzate in beni a basso valore
aggiunto e di anni di eccessivo aumento dei costi nei settori manifatturieri.
Ciò ha ridotto la sua capacità di trarre vantaggio
dallespansione del commercio mondiale, unespansione
che ha favorito gli scambi di beni ad alto valore aggiunto. Nel
passato lItalia ha dimostrato di essere in grado di superare
le difficoltà, e i suoi cittadini sono dotati dello spirito
imprenditoriale e dellinventiva necessari per riuscirci ancora
una volta. E leuro li aiuterà.
La Germania, da parte sua, è riuscita a riguadagnare la competitività
perduta e ad accrescere le esportazioni grazie principalmente alla
moderazione salariale e alle riforme. I problemi della Germania
sono dovuti alla debolezza della domanda interna, causata in parte
dalle difficoltà di aggiustamento post-unificazione e dalla
minore fiducia dei consumatori.
Il modello sociale europeo non è condannato, ma dobbiamo
adattarlo alla duplice sfida posta dalleconomia mondiale,
in particolare il risveglio economico della Cina e dellIndia,
e dallinvecchiamento della popolazione nei nostri Paesi. Oggi
ci sono cinque persone attive per ogni pensionato. Nel 2050 saranno
solo in 2 a sostenere lonere!
La sostenibilità del modello europeo potrà essere
garantita solo se i governi nazionali attueranno seriamente il programma
di riforme deciso cinque anni fa a Lisbona e se terranno fede al
loro impegno a favore di finanze pubbliche solide, impegno rinnovato
col Patto di Stabilità e Crescita. Leffettiva attuazione
delle riforme è necessaria per invertire il recente calo
della crescita della produttività. Ciò consentirà
di stimolare gli investimenti e incoraggerà lafflusso
di capitali, consentendo così di creare più posti
di lavoro. Questa analisi evidenzia che combinando riforme dei mercati
e dei mercati del lavoro e incrementando gli investimenti si potrebbe
accrescere il Pil potenziale dellEuropa del 7-8 per cento
in un decennio.

Leuro è un elemento essenziale del futuro benessere
dellEuropa e ha enormemente semplificato la vita degli europei
che lo usano dal 2002. Ha dato al mondo una seconda valuta di riserva
accanto al dollaro, contribuendo a creare un contesto più
stabile. Si tratta di una delle grandi realizzazioni dellEuropa,
una realizzazione di cui siamo orgogliosi.
È ora si smetterla di cercare capri espiatori. È ora
che i governi attuino politiche economiche che favoriscano la crescita
e creino occupazione, per dar vita a unEuropa migliore per
tutti.
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