La nascita
di ununione
monetaria dovrà superare non pochi ostacoli
economici,
finanziari
e politici in una
regione del mondo che deve fare i conti con enormi problemi sociali.
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In Italia qualche forza politica lo contesta, mentre leuro
sta avendo un certo successo, imponendosi non soltanto sui mercati
valutari e nelle riserve ufficiali. NellAfrica meridionale
lobiettivo di una moneta unica africana sulla falsariga
della valuta europea è ormai in calendario: dovrebbe
nascere fra poco più di un decennio, intorno al 2016, come
afferma il Governatore sudafricano, Mboweni. Lidea
sostiene è che intorno a quella data vi sia nella
regione ununione monetaria e quindi ununica moneta.
Non è dato sapere quale sarà la valuta: la questione
sarà oggetto di negoziati. Sta di fatto che questa idea è
presa in considerazione in molte regioni del mondo, perché
ritenuta uno strumento per rafforzare la stabilità finanziaria
ed economica di una data area geografica.
In una recente intervista rilasciata ad un quotidiano sudafricano
Mboweni ha specificato che liniziativa riguarda i quattordici
Paesi che fanno parte della Southern African Development Community,
unorganizzazione fondata nel 1992 (Angola, Botswana, Repubblica
democratica del Congo, Lesotho, Malawi, Isole Mauritius, Mozambico,
Namibia, Seychelles, Sud Africa, Swaziland, Tanzania, Zambia e Zimbabwe).

La tabella di marcia prevede labolizione di barriere entro
il 2008, la creazione di ununione doganale entro il 2010,
la nascita di un mercato unico entro il 2015 e la creazione di una
sola moneta comune entro il 2016.
Il progetto dintegrazione considera anche quattro criteri
di convergenza: uninflazione a una cifra entro il 2008 e al
di sotto del 5 per cento annuo entro il 2012; il deficit di bilancio
al di sotto del 5 per cento annuo del Prodotto interno lordo nel
2008 e intorno al 3 per cento del Pil nel 2012; un debito pubblico
inferiore al 60 per cento del Pil entro il 2008; infine, riserve
pari ad almeno tre mesi di importazioni entro il 2008 e pari a sei
mesi di importazioni entro il 2012.
Lidea di ununione monetaria è da tempo nellaria
in Africa meridionale, ma solo recentemente questo progetto è
stato confermato e reso più concreto con lintroduzione
di scadenze precise. Anche se alcuni esperti temono che questo obiettivo
sia troppo ottimista, e auspicano che il problema principale sia
di raggiungere un livello accettabile di convergenza macroeconomica.
Daltro canto, lo stesso Mboweni non ha nascosto come la strada
verso una moneta unica sia in salita. La nascita di ununione
monetaria dovrà superare non pochi ostacoli economici, finanziari
e politici in una regione del mondo che deve fare i conti con enormi
problemi sociali, a cominciare dallepidemia di Aids: il venti
per cento della popolazione adulta delle economie più dinamiche,
Sud Africa e Botswana, è infetta dal virus HIV.
Il primo ostacolo individuato da molti osservatori è la moltiplicazione
degli accordi internazionali. Sostiene Paul Masson, docente a Toronto
e autore (insieme con Catherine Pattillo) del recente volume The
Monetary Geography of Africa: «La strategia di creare una
moneta africana è complicata dal fatto che alcuni Paesi partecipano
a progetti di unioni doganali e monetarie diversi».
In uno dei suoi bollettini periodici la stessa Banca centrale europea
aveva fatto notare che «gran parte dei Paesi africani (47
su 53) partecipano a più di un accordo regionale (in alcuni
casi tre o quattro), il che implica incoerenze e conflitti».
Dei quattordici Paesi che appartengono alla Sadc, cinque fanno parte
anche della Southern Africa Customs Union, nata nel 1910, e quattro
della Common Monetary Area, creata nel 1986.

La parcellizzazione istituzionale si accompagna a divergenze economiche.
Leconomia della regione è dominata dai servizi (pari
al 66,9 per cento del Pil totale), ma le differenze tra i vari Paesi
sono evidenti: il Sud Africa rappresenta addirittura il 70 per cento
del Pil regionale. Il Pil pro capite oscilla dai 3.880 dollari delle
Isole Mauritius agli 88 dollari della Repubblica democratica del
Congo.
Allo stesso modo, i tassi di inflazione sono molto diversi da Paese
a Paese, e oscillano dal 3 per cento del Sud Africa al 123 per cento
dello Zimbabwe. Gli Stati della regione, poi, sono ancora poco integrati:
nel periodo 1999-2003, il commercio interregionale è stato
pari al 22 per cento del commercio nellintero continente.
Sul piano finanziario, i Paesi della regione soffrono di un basso
livello di risparmio e di limitati investimenti dallestero.
Leccezione è il Sud Africa.
Nel tentativo di migliorare il sistema finanziario della regione
la Sadc ha creato nel 1995 un comitato di banchieri centrali, provenienti
dai quattordici Stati membri, che si riunisce due volte allanno.
Molti osservatori notano che questi funzionari sono preparati e
competenti e ricordano che la Sadc ha tre lingue ufficiali: linglese,
il francese e il portoghese.
Due gli atteggiamenti di fronte a questo progetto. Da una parte
si sostiene che è apprezzabile che date specifiche sulla
creazione di una moneta unica siano state decise: gli obiettivi
sembrano difficili, ma non impossibili da raggiungere. Dallaltra
parte, invece, si critica la presenza di date certe, che potrebbero
ostacolare luso dei criteri di convergenza: lapproccio
africano a una moneta unica dovrebbe essere legato allobiettivo
dellunità africana, un concetto omnicomprensivo che
rende il processo di selezione più difficile di quanto sia
possibile immaginare.
Altri osservatori credono che ununione monetaria con tassi
di cambio e dinteresse fissi non sia la strada migliore per
Paesi che subiscono shock esterni diversi. E si chiedono quindi
se il processo dintegrazione non debba poggiare piuttosto
sulla Common Monetary Area, che già oggi utilizza il rand
come ancora monetaria, e quindi prevedere un aumento graduale del
numero dei Paesi che possono legare la propria valuta alla divisa
sudafricana, un po come avvenne in Europa, dove si utilizzò
il marco tedesco prima dellintroduzione delleuro.
La strada verso un euro africano sembra piuttosto difficile,
ma il tentativo sarà una chiave di lettura interessante con
la quale interpretare nei prossimi anni levoluzione delle
economie della regione. Mboweni sostiene che quando sarà
vecchio ci sarà una Banca centrale africana. Oggi ha 46 anni.
E molta determinazione.
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