Dicembre 2005

Chi / che cosa

Indietro
Il capocanale
Marcello Congedo
Vice Direttore Generale Vicario BPP
 
 

 

 

Una sorta di
riconoscenza grande verso Dio, che ancora una volta ci ha fatto concludere bene l’annata.

 

Il nostro impatto quotidiano con la globalizzazione sviluppa una conseguente forte voglia di ricerca e di valorizzazione delle più antiche tradizioni. In tale contesto ci sorprendiamo a ricercare antichi usi, a rispolverare antichi dialetti, a cercare di mangiare con vecchie ricette, riappropriandoci di uno stile di vita ormai desueto, ma che è sicuramente più salutare e sano.
Questa premessa è doverosa per far comprendere il mio stato d’animo quando, nei primi giorni di luglio, ho ricevuto l’invito da parte di alcuni amici a partecipare al capocanale. Quest’anno era mio ospite un collega di Milano, il quale, incuriosito, voleva sapere di che cosa si stesse parlando, prima di accettare l’invito. Gli ho risposto: «Avrai tutte le spiegazioni dopo aver partecipato alla serata». E qui comincia la cronaca di un avvenimento che, secondo me, ha valori etici e sociali che vanno ben oltre l’evento stesso.
Arriviamo ad Aradeo presso lo stabilimento dell’“Agrosud”, dove si lavorano diversi ortaggi, e in particolare i carciofi. L’azienda appartiene ed è condotta dai Carlino, apprezzati imprenditori da generazioni, specializzati nella produzione e nella trasformazione dei prodotti agricoli. I Carlino vivono tutti per l’azienda, ad essa dedicano ogni pensiero, cura ed energia.

È un gran colpo d’occhio vedere l’opificio illuminato e splendente come non lo era nemmeno nel giorno dell’inaugurazione (io c’ero). Il piazzale di carico e scarico delle merci era tappezzato da tavoli riccamente imbanditi di ogni ben di Dio nostrano rigorosamente genuino, con la presenza viva e attiva di tutti coloro che ad ogni titolo e in ogni fase avevano partecipato alla “campagna del carciofo”.
Ecco: questo è il capocanale, una grande festa collettiva per celebrare la conclusione di un colossale impegno nella realizzazione di un articolato processo produttivo che passa dalla programmazione della campagna alla coltura, alla raccolta, al trasporto del prodotto, alla lavorazione, al confezionamento e alla spedizione. Il tutto rigorosamente certificato per la qualità e la tracciabilità della produzione.
Ad un occhio attento non sfugge la presenza di contadini, mediatori, trasportatori, operai e operaie, chimici, bancari, commercialisti, spedizionieri: ci sono tutti, proprio tutti.
E poi ci sono loro, i padroni di casa, difficili da individuare in questo enorme e vociante insieme di persone, perché possono essere confusi con coloro che assistono ai tavoli. In mezzo ai quali vagano con la fronte madida di “sudore benedetto”, mi riferisce Mimmi Carlino, il capostipite di questa splendida famiglia: «Questo sudore è “benedetto”, perché ben diverso da quello della fatica nei campi e perché segna in modo forte una sorta di riconoscenza grande verso Dio, che ancora una volta ci ha fatto concludere bene l’annata, e verso coloro che hanno collaborato con noi, che mi aiutano a portare avanti questa azienda, verso la mia famiglia che mi è vicina e mi “sopporta”. Sono decenni che ho il piacere e avverto il dovere – per una sera – di sentire attorno a me l’affetto, il calore della gente che a vario titolo supporta questa azienda, è un’antica tradizione che finché vivrò porterò avanti, e mi auguro che altrettanto facciano i miei discendenti».
E a tal riguardo, il futuro promette bene: Raffaele, suo figlio, è il motore di questa potente macchina (che forse sarebbe meglio definire un tir), e grazie a Dio è già in azienda, e in questa festa è un piccolo torello sfrenato che illumina gli occhi un po’ stanchi di nonno Mimmi.

Il clima che si respira è quasi anacronistico, sembrano scene tratte da un libro di cinquant’anni fa. È bello vedere l’arte comportamentale di questi anfitrioni mutare in rapida sequenza in funzione dei propri interlocutori con una spontaneità coinvolgente e con la forza della schiettezza relazionale. Si fanno voler bene, esplicitamente, senza riserve, con la trasparenza di chi lavora la terra, di chi ha un carattere duro ma sincero. Questa sera sono dimenticate, fugate, tutte le difficoltà di una stagione, che ha mille imprevisti: il clima, il mercato, i parassiti, la neve, ecc. ecc.
Come si può non apprezzare il fatto che un imprenditore dia ancor oggi un valore morale all’attività svolta da tante persone per il raggiungimento di un obiettivo finale, attività correttamente e contrattualmente retribuita, ma che in occasione del capocanale viene ancor più premiata?
Immerso in questi pensieri, sento: «Taci! Non ho più bisogno di alcuna spiegazione!». Conciso, il mio amico mi ha liquidato.
Con orgoglio tutto sudista sono contento, felice di far parte di coloro che i Carlino giudicano amici e partecipi del loro successo; e inoltre in cuor mio ho capito quanto grande sia la forza delle tradizioni e quanto l’uomo, quando è sano dentro, possa dare dimostrazione di correttezza sociale, economica e morale.
Rientrati a casa, accendiamo il televisore. Va in onda il telegiornale. Il mio laconico amico dice: «Grazie, ho vissuto un sogno».

 

   
   
Indietro
     

Banca Popolare Pugliese
Tutti i diritti riservati © 2005