Anziché
prendersela con la Cina, gli europei dovrebbero
mettere mano
alle riforme per rendere la propria economia
più reattiva.
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Le sfide che la Federal Reserve dovrà affrontare nel 2006
sono sostanzialmente due: i tassi di interesse e il mercato immobiliare.
I due temi sono collegati perché alti tassi di interesse
scoraggiano il mercato immobiliare. Il timore degli economisti è
che leconomia americana stia crescendo troppo velocemente
e possa esplodere linflazione.
Per quel che riguarda le prossime mosse della Banca centrale americana,
non credo che aumenterà ancora i tassi, a meno che ci sia
la prova che linflazione stia marcatamente aumentando o che
la crescita economica stia salendo troppo in termini reali. Se tutto
ciò non si verificherà, e non me lo aspetto, non ci
sarà alcun aumento dei tassi di interesse.
Cè chi paventa il rischio di un crollo del mercato
immobiliare. Cè da dire che negli Stati Uniti cè
stato un boom di questo mercato, guidato da tassi di interesse molto
bassi, che è durato molto a lungo. Adesso il tasso di crescita
ha cominciato a decrescere. Ma il calo non sarà eccessivo
e non creerà problemi alleconomia. In ogni caso, la
gradualità della decelerazione sarà anchessa
una delle sfide del 2006. Dunque, se il mercato immobiliare non
crollerà, i consumatori non avranno problemi di soldi. Magari,
visto che abbiamo tassi di interesse piuttosto alti, ne prenderanno
un po meno a prestito. E se laumento dei prezzi immobiliari
rimarrà contenuto, vedremo una diminuzione del valore dei
risparmi familiari. Ma non credo che dovremo aspettarci problemi
su questo fronte.
Sono convinto, infatti, che leconomia americana sia ancora
in ottima forma: la produttività è buona, la disoccupazione
è molto bassa, soprattutto secondo i parametri europei, e
la crescita delloccupazione è solida. Nel 2006 potremmo
persino assistere a un aumento degli investimenti aziendali. Onestamente,
sono persuaso che leconomia sarà generalmente in buono
stato, e sarei sorpreso se ci fosse qualche aggiustamento di rilievo.
Ovviamente, salvo imprevisti.

Riguardo ai salari, in alcuni settori essi sono già parzialmente
aumentati e stanno continuando a salire, mettendo a segno incrementi
che riflettono il buon andamento della produttività. Ma questo
non dovrebbe costituire un problema per linflazione. Non credo
proprio che linflazione nel 2006 rappresenterà un problema
importante. Potrebbe invece rappresentarlo lampio deficit
della bilancia commerciale americana. Se i tassi di interesse americani
continueranno a rimanere alti rispetto a quelli europei, il deficit
della bilancia commerciale persisterà. La situazione si tradurrà
in un rialzo del dollaro, sebbene fino ad ora siano stati in molti
a predirne la caduta. Sbagliando. Credo che quello che succederà
dipenderà molto dal rapporto dei tassi di interesse americani
con quelli europei e giapponesi.
Nel contesto dellEuropa, ci sono segnali che alcuni Paesi
del Vecchio Continente (come la Germania e perfino lItalia)
potrebbero fare meglio. Le tre grandi economie europee Germania,
Francia e Italia debbono però portare avanti le riforme
del mercato del lavoro. Devo ammettere che, in alcuni di questi
Paesi, ci sono stati dei miglioramenti, ma nel complesso non ritengo
che leconomia europea farà meglio di quella americana.
Le ragioni del mio parziale ottimismo sulla Germania sono indotte
soltanto da un po più di ottimismo rispetto a qualche
tempo fa. Ma vorrei essere più fiducioso. Tutti questi Paesi
hanno bisogno di riforme. I governi ne riconoscono il bisogno, ma
si trovano di fronte a forti resistenze da parte dei sindacati e
di quei lavoratori che hanno un buon posto di lavoro. Fino a quando
non riuscirà a fare ulteriori cambiamenti, lEuropa
continuerà ad avere problemi seri. La rigidità del
mercato del lavoro è uno di quelli.
Altro aspetto, levoluzione del rapporto tra euro e dollaro.
Prevedere landamento delle valute è sempre più
difficile che prevedere landamento delle economie. Posso però
dire che il rapporto tra la divisa americana e quella europea dipenderà
sicuramente dal differenziale dei tassi di interesse e dalla produttività.
Tuttavia non vorrei spingermi oltre sul terreno di queste previsioni.

Da parte sua, la Cina ha un effetto positivo sui Paesi più
ricchi e rappresenta una minaccia per quelli più poveri che
si trovano a competere direttamente per le stesse tipologie di beni.
In generale, la Cina è positiva per leconomia americana.
È la fonte di molti beni che compriamo e che costano molto
meno di quanto non costerebbero se fossero prodotti in America o
acquistati altrove. Le dimensioni del mercato cinese offrono poi
un grande potenziale di cui molte aziende stanno già approfittando.
Sono molto contrario alla campagna anti-cinese degli Stati Uniti.
È un grave errore, almeno per quanto riguarda leconomia.
Per la politica vale un altro discorso. Dovremmo consentire alla
Cina di esportare, se è in grado di competere, in un contesto
di libero scambio.
E lo stesso discorso vale per lEuropa. Non vedo nessuna differenza,
a parte il fatto che gli Stati Uniti hanno uneconomia più
flessibile, e quindi noi possiamo adattarci meglio al fenomeno cinese.
Sono convinto che, anziché prendersela con la Cina, gli europei
dovrebbero mettere mano alle riforme per rendere la propria economia
più reattiva non solo nei confronti della Cina, ma anche
dellIndia. LIndia diventerà una potenza economica
tra cinque o dieci anni. LOccidente e il Giappone dovranno
adattarsi allavvenimento.
La Federal Reserve, oltre al governo, ci sta pensando. Io considero
il nuovo Governatore, Ben Bernanke, un buon economista, giudizioso.
Sarà calmo. Penso che abbiamo fatto una buona scelta. Certo,
ne avremo la riprova solo quando ci sarà una crisi e osserveremo
come laffronterà.
La vera misura del valore di un banchiere centrale è il suo
comportamento al cospetto di avvenimenti imprevisti. Infatti, noi
abbiamo imparato a conoscere Greenspan a mano a mano che ha affrontato
varie crisi economiche: la caduta del mercato azionario nel 1987,
lesplosione della bolla tecnologica, la caduta dei mercati
asiatici. Lui si è mosso davvero bene in queste situazioni,
e ha saputo mantenere leconomia ad ottimi livelli. Greenspan
ha stabilito uno standard molto alto. Non so se Bernanke riuscirà
a fare altrettanto. In altre parole: Greenspan è stato uno
dei più grandi banchieri della storia americana; Bernanke
sarà così grande? Solo il tempo lo potrà dire.
Forse Bernanke sarà più trasparente. Greenspan era
molto bravo a velare quel che affermava. Non diceva molto, sembrava
molto profondo, ed evitava ogni impegno. Presumo che Bernanke sarà
più incline a dare maggiori informazioni sulloperato
della Federal Reserve, forse non obiettivi precisi ma qualcosa che
vi somiglia. E consentirà ai mercati finanziari e alle aziende
di avere unidea migliore di quel che si possono aspettare
dalla Banca centrale.
Bernanke ha un ottimo modello in Greenspan. Se riuscirà a
fare altrettanto bene, sarà perfetto. Ma deve stare molto
attento a cercare di mantenere, per quanto possibile, lindipendenza
dal potere politico e prendere le decisioni che ritiene più
appropriate, non quelle preferite dagli uomini di governo.
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