Quando le luci di scena si spengono, riprende
il lavoro delle macchine istituzionali, delle direzioni generali,
dei ricercatori, degli esperti, dei funzionari.
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LUnione Europea è una famiglia democratica di
Paesi europei che collaborano per migliorare la vita dei loro cittadini.
La famiglia talvolta litiga e, di tanto in tanto, ha qualche crisi
che finisce sui giornali, ma lontano dalle telecamere è davvero
una storia di grande successo.
Le parole che qui sopra abbiamo riportato tra virgolette sono nellintroduzione
di Come funziona lUnione Europea, lultimo degli opuscoli
informativi che lUfficio delle Pubblicazioni Ufficiali dellUnione
Europea invia a coloro che, professionalmente, si occupano dEuropa
e anche ai cittadini che ne fanno richiesta. A nostro modesto avviso
sono, nonostante la loro apparenza di genericità, parole
di notevole interesse. Basta infatti una riflessione di pochi istanti
per scoprire in quelle parole due importanti notizie: una cattiva,
anzi pessima, laltra buona e confortante.
La notizia cattiva, anzi pessima, è che il progetto dellEuropa
politicamente coesa e come tale in grado dintervenire per
la soluzione dei grandi problemi internazionali, anzitutto il mantenimento
della pace e dellordine nei vari Continenti, è stato
chiuso sotto naftalina non solo dagli euroscettici che siedono nel
Parlamento europeo o al vertice di alcuni Stati dellUnione
(come il Presidente polacco e il ministro degli Esteri francese,
secondo i quali la Costituzione dellEuropa comunitaria deve
essere ormai considerata morta e sepolta). Si è fatto lo
stesso o si comincia a farlo perfino tra i dirigenti e i funzionari
delle istituzioni. Altrimenti non si spiegherebbe come mai una voce
ufficiale di queste istituzioni, lopuscolo prima citato, presenti
lUnione come una sorta di grande società di mutuo soccorso
al servizio di 453 milioni di persone («una famiglia democratica
di Paesi che collaborano per migliorare il benessere dei loro cittadini»),
minimizzando, se non tacendo, su quelle che dovrebbero essere le
sue caratteristiche e finalità politiche.
La notizia buona è che, nonostante questi limiti che
faranno rivoltare nella tomba tutti i padri fondatori
e i loro ispiratori, a cominciare da Altiero Spinelli «lontano
dalle telecamere lUE è una storia di grande successo».
È verissimo. Davanti alle telecamere, nel corso dei vertici
dei Capi di Stato e di Governo (come quello del 23 marzo), delle
sedute del Parlamento o di quelle del Consiglio dei Ministri dellUnione,
lEuropa politica polemizza, litiga, si scontra.

A volte, comè avvenuto nellultimo anno, dopo
le catastrofi dei referendum olandese e francese sulla Costituzione
europea, si creano pericolose contrapposizioni che sembrano mettere
tutto in discussione. Ma poi, quando le luci di scena si spengono
e i sipari si chiudono, riprende il lavoro delle macchine istituzionali,
delle direzioni generali, dei ricercatori, degli esperti, dei funzionari.
E riprende la storia di grande successo, quella dellEuropa
di cui parliamo ogni tre mesi in questo spazio, lEuropa utile,
che non ha caratteristiche e ambizioni politiche. O meglio, non
le ha avute finora, anche se come vedremo più avanti
potrebbe averle in un prossimo avvenire.
Di questEuropa che va sempre avanti con grande ottimismo abbiamo
già raccontato i mille e uno prodigi. Ma la lista dei suoi
successi continua. Lo documentano le seguenti notizie su Rapex
ed Erasmus giunteci assieme allopuscolo cui abbiamo
fatto cenno allinizio di questo nostro articolo.
Rapex, conosciuto da pochi, è una sorta di sistema
di pronto intervento a tutela dellincolumità degli
europei. Erasmus, noto a molti (soprattutto perché
è in attività da quasi ventanni), è la
più importante iniziativa per dare una dimensione europea
allistruzione universitaria. Per ragioni diverse tutti e due
hanno titoli per essere proclamati protagonisti dellEuropa
utile. Anzi, utilissima. Vediamoli meglio con qualche particolare.
Rapex, su segnalazione di governi, di altro tipo di
organizzazioni nazionali, anche di privati, identifica prodotti
che possono mettere in pericolo lincolumità, talvolta
la stessa vita dei cittadini. Accertata la fondatezza dei rischi,
passa la lista nera alla Commissione europea che mette
fuori legge i prodotti pericolosi o impone ai produttori opportune
modifiche.
Pur essendo esclusi dal campo di competenza di Rapex
i generi alimentari, i prodotti farmaceutici e quelli medici, (oggetto
di sorveglianza da parte di altri organismi dellUnione), il
lavoro di questo che si potrebbe definire il guardiano europeo della
nostra incolumità sta assumendo dimensioni enormi. Nel 2004
furono identificati come pericolosi 388 prodotti. Nel 2005 sono
stati 701, vale a dire l80 per cento in più rispetto
allanno precedente. Il 25 per cento erano giocattoli, il 32
per cento articoli elettrici. Il 50 per cento di essi proveniva
da Paesi posti oltre i confini dellUnione Europea, tra cui,
con particolare frequenza, figurava la Cina. Non avendo la possibilità
di imporre a questi Paesi la messa al bando dei prodotti risultati
pericolosi, il Rapex e la Commissione europea, con il
sostegno delle dogane dellUnione, stanno ricorrendo a una
politica di dissuasione. E, pare, con qualche successo. Markos Kyprianou,
il commissario europeo responsabile dei problemi della salute e
della protezione dei consumatori, ha detto di aver recentemente
affrontato il problema nel corso di incontri con rappresentanti
del governo cinese e di avere ricevuto promettenti rassicurazioni.
Speriamo che siano vere rose! Comunque, Rapex continua
a tenere gli occhi aperti e vigili.
E intanto Erasmus, il programma di scambi europei di
studenti universitari e docenti, accelera la sua corsa. Erasmus,
acronimo di EuRopean Action Scheme for the Mobility of University
Students, è nato nel 1987. Si appresta dunque lo farà
lanno prossimo a festeggiare il suo ventennale e, assieme,
il sempre maggiore vigore che ha acquistato con il tempo. Partì
tra tanti dubbi, scetticismi e resistenze e ottenne, allinizio,
solo ladesione di poche migliaia di studenti e docenti. Lanno
scorso gli studenti sono stati 144.037, i docenti 20.877.
Lincremento delle adesioni è stato sempre in salita.
Ed è diventata unescalation con lingresso, nellUnione,
dei dieci Paesi ammessi il primo maggio 2004. In questi Paesi nellultimo
anno il numero di studenti Erasmus è aumentato
del 36 per cento, quello dei docenti addirittura del 77 per cento.
Con i suoi soggiorni da tre mesi a un anno in un Paese diverso da
quello di normale residenza, Erasmus è diventato
il programma che contribuisce di più a rendere europea listruzione
universitaria. È inoltre il laboratorio in cui nasce unélite
che, anche per la sua esperienza multiculturale e multilinguistica,
certamente farà sentire la sua influenza per la scelta del
futuro dellUnione. Questa élite sta diventando consistente.
E sta per entrare nella sua seconda generazione. Il commissario
Jan Figel, responsabile per i problemi dellistruzione, ha
fatto rilevare che nel 2007 parteciperanno al programma alcuni ragazzi
e alcune ragazze figli di giovani che, ventanni fa, iniziarono
lavventura di Erasmus.
Quello che è stato definito «il cavallo di battaglia
dellUnione Europea nel campo dellistruzione» festeggia
così, si può dire, risultati che già hanno
cambiato, per tanti giovani, il modo di apprendere, di stare assieme,
come europei, abituandoli inoltre a guardare avanti, pensando e
in qualche caso già attuando nuove esperienze.
La Turchia non è ancora nellUnione ed entrerà
a farne parte se niente andrà storto non prima
di una decina danni. Ma già nel corso dellanno
scolastico 2004-2005 1.142 studenti turchi hanno partecipato allesperienza
Erasmus nei 25 Paesi dellUnione Europea. Nel campo
dellistruzione universitaria, almeno, la Turchia è
stata dunque già accolta nellEuropa comunitaria.

A chiusura dellargomento Erasmus: questo programma
favorisce la scelta degli indirizzi più utili, quelli che
daranno ai giovani maggiori e più vantaggiose opportunità
di lavoro. Vediamo come avviene. Tra i giovani che si spostano da
un Paese europeo allaltro per fare lesperienza di questo
programma sono sempre più numerosi coloro che seguono gli
studi economici, quelli di lingue, filologia e scienze sociali.
Si tratta di scelte mirate che, in gran parte, sono il punto darrivo
di indagini fatte via Internet, o con gli scambi di notizie tra
università, anche associazioni di studenti. Per molti esse
preparano grazie ad Erasmus una presenza
attiva, con un lavoro gradito e ben pagato, nella società
europea.
Con quanto fa con Rapex ed Erasmus lEuropa
utile, ancora una volta, si guadagna dunque un bellapplauso.
Questo applauso mitiga senza dubbio le delusioni che ci danno le
vicende dellEuropa politica. Ma non contiene, in modo più
o meno esplicito, anche linvito a trasformazioni notevoli
dei progetti che, oltre mezzo secolo fa, misero in moto la macchina
dellintegrazione europea?
Gli ideatori di questa macchina da Spinelli a Schuman, a
Monnet, a De Gasperi, ad Adenauer pensarono un punto darrivo
che si chiamava unità politica, possibilmente con un sistema
federale. Oggi di questo punto darrivo sono ormai in pochi
a parlare. Tanto è vero che, come abbiamo visto, esso è
ignorato in alcune pubblicazioni ufficiali dellUnione.
Il sogno federalista sembra dunque inesorabilmente spinto verso
il tramonto. Mentre simpone, ottiene un successo dietro laltro,
lEuropa del mutuo soccorso, lEuropa che dedica le sue
energie e i suoi stessi progetti al miglioramento del benessere
del cittadino. È lEuropa utile, che è bella,
amica, ma che sempre di più oscura lEuropa politica.
Con il rischio di uneclisse che potrebbe essere definitiva.
In tal caso, le due Europe cesserebbero di esistere. Resterebbe
solo quella utile.
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