Dicembre 2006

Un altro mondo

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Ancora
un “padre dei popoli”
Nina Krusciova Nipote di Nikita Krusciov - Docente alla New School University di New York
 
 

 

 

 

 

Dopo la libertà della Perestrojka, senza nessun
controllo dall’alto, noi ci scopriamo poveri e disonesti, e non ci piacciamo affatto.

 

La presidenza di Putin in Russia dimostra che lo stalinismo non morirà mai. Emergendo dal passato, la dittatura russa si proietta nel futuro senza quasi mai interrompersi, cambiando soltanto il nome: Ivan il Terribile, Pietro il Grande, Koba lo Spaventoso... Non molti anni dopo la caduta dell’Unione Sovietica i russi hanno scoperto che si vive meglio sotto i dittatori. Per questo siamo stati così disponibili e pronti ad accogliere la mano ferma di “Vova” Putin. L’abbiamo appoggiato quando ha messo in prigione gli oligarchi “disonesti”. L’abbiamo sostenuto quando ha schiacciato la stampa “irresponsabile” e quando ha imposto la dittatura dell’ordine che scavalcava il governo delle leggi trasparenti. Prestiamo ascolto volentieri a chi inneggia a lui – come in quella canzoncina pop che dice «Voglio uno come Putin» – e fa statue di cioccolato raffiguranti questo moderno autocrate, oh sì, così dolce.
Molti russi sono convinti che l’uso della durezza viene dettato dall’agenda stessa del presidente: riportare il Cremlino al centro della politica e dell’economia, ridurre l’influenza degli “oligarchi”, consolidare “la verticale del potere” presidenziale per rafforzare la sovranità e la sicurezza del Paese, garantire la cospicua produzione del settore energetico statale e infine restituire alla Russia il suo prestigio internazionale. E per quanto alcuni dei successi conseguiti dal Cremlino siano discutibili, il 72 per cento della popolazione continua a dare a Putin la sua fiducia.
Gente relativamente nuova alla democrazia, i russi credono ancora negli “Zar”. Odiamo i governanti che ci assomigliano nell’aspetto e nelle loro azioni: Krusciov con i suoi vigorosi pugni sul tavolo e la camicia da contadino ucraino; Gorbaciov con la voglia scura sulla fronte pelata; Eltsin con la sua ubriachezza da muzhik.

Stalin invece si era pazientemente costruito un’immagine ufficiale che occultava il fatto che lui fosse basso e avesse la faccia butterata. Anche Putin costruisce scrupolosamente il proprio enigma: nonostante numerose apparizioni in pubblico, ci chiediamo ancora che cosa nasconda la sua “anima”. È un nuovo tecnocrate o una vecchia spia?
Lo storico Richard Pipes ha più volte ammonito dei pericoli che incontra la sfida della democratizzazione russa. La gente ha bisogno, addirittura desidera venire protetta da se stessa e anela a una mano forte dello Stato. L’attuale rigurgito di stalinismo (nei sondaggi di opinione pubblica Koba-Stalin è al secondo posto per preferenze dopo “Vova il Mite”, Putin) non è da addebitarsi soltanto alla responsabilità dell’attuale padrone del Cremlino.
Quando Eltsin salì sul carro armato nel 1991, la Russia con la sua storia di oppressioni non sapeva che la democrazia richiede un contributo individuale, indipendentemente dal fatto se alla guida del Paese ci sia Eltsin piuttosto che un altro leader. Non abbiamo ancora assorbito l’idea, propria della democrazia e del libero mercato, che se le cose non funzionano non c’è nessuno da incolpare, se non noi stessi.
Dopo la libertà della Perestrojka e l’anarchia del post-socialismo, si è scoperto che, lasciati a se stessi, senza nessun controllo dall’alto, noi ci scopriamo poveri e disonesti, e non ci piacciamo affatto. La nuova autocrazia ha scoperto di non avere bisogno di un mausoleo dove rifugiarsi dal popolo: la paura della libertà ci trasforma in volontari che chiedono un leader che sia una sensazione di ordine alla nostra vita.
Va bene, Stalin governava grazie a una paura diversa, quella che ciascuno provava per la propria vita. Ma oggi che cosa ce ne importa? In fondo, non era così agghiacciante rispetto a questa vita inedita in cui dobbiamo prendere decisioni per conto nostro. Ora c’è finalmente una risposta alla tradizionale domanda che si pongono i russi di fronte alle sciagure: – Di chi è la colpa? – Semplice: dei riformatori, di Krusciov, di Gorbaciov, di Eltsin. Anche all’altra classica domanda: – Che fare? –, la risposta è altrettanto pronta: tornare a Stalin e allo Stato-Grande Potenza. Certo, era un passato in cui potevamo venire uccisi o
incarcerati, ma quanto erano grandi le nostre vittorie e imponenti le sfilate sulla Piazza Rossa!
Vyacheslav Molotov una volta si lamentò: «Con Stalin seguivamo tutti la direzione imposta dalla sua mano forte, quando divenne debole ciascuno cominciò a cantare la propria canzone». Egli rimproverava i “riformatori” di avere «scatenato la bestia che ha arrecato un danno orribile a tutta la società. Questa bestia viene chiamata democrazia e valori umani, ma è soltanto il frutto di un’influenza borghese».
Oggi restano pochi dubbi sul fatto che la politica di Putin sia una versione moderna di un governo della mano forte. Perfino quando sono così obbedienti, i russi ricevono comunque indicazioni e imbeccate dal Cremlino: negli ultimi anni è stato pubblicato almeno un centinaio di libri che inneggiano a Stalin. L’autrice di uno di questi, la giornalista pietroburghese Elena Prudnikova, insiste: «Privato di ideali elevati, il Paese in pochi lustri è decaduto. Dopo la denuncia dello stalinismo [1956, N.d.R.], siamo diventati a mano a mano sempre più inutili e sporchi».
Un altro esempio. Il maresciallo dell’Unione Sovietica Dmitrij Yazov, ex ministro della Difesa e uno dei leader del golpe dell’agosto 1991 contro l’“influenza borghese” di Gorbaciov, da criminale politico quale veniva considerato poco più di dieci anni fa si è trasformato in eroe, e le sue memorie sono diventate un bestseller. Di più, Yazov oggi viene presentato come vittima di un’epoca, quando tutti questi Krusciov, Gorbaciov ed Eltsin avevano manipolato l’opinione pubblica al punto di farle desiderare libertà inutili. Mentre all’inizio del nuovo secolo, grazie alla ferma e imperiosa leadership di Vladimir Putin, la gente della Russia è ritornata alla ragione.

 

   
   
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