Non cè ripresa economica senza una
ripresa di umanità, senza
il recupero di
entusiasmo e
visione, tolleranza e voglia di
scommettere
sul futuro.
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Quasi non passa giorno senza che la lista di violenze condominiali
si allunghi; per problemi apparentemente banali si minaccia e si
spara, si accoltella, si ammazza, si compiono stragi bestiali come
quella di Erba. E questi episodi che clamorosamente smentiscono
limmagine di unItalia bonaria, tollerante, umana
tendono ad avvenire prevalentemente nella Pianura Padana, in città
e periferie un tempo tranquille, ossia proprio là dove la
qualità della vita era considerata migliore.
A causa della diffusione sempre maggiore del fenomeno, la spiegazione
non può limitarsi ai casi singoli né essere lasciata
a psicologi e psichiatri. Occorre invece domandarsi se non vi siano
fattori economico-sociali che possano in qualche modo render ragione
del diffondersi e dellintensificarsi di questi comportamenti.
Identità e violenza, il più recente saggio di un Premio
Nobel per lEconomia, lindiano Amartya Sen, può
essere un utile punto di partenza nella ricerca di una soluzione.
Amartya Sen che ha fatto moltissimo per togliere leconomia
dalle secche del tecnicismo degli ultimi ventanni sostiene
che forse la principale caratteristica della nostra umanità
è di avere delle identità plurali, per
cui, tanto per fare lesempio di una delle povere vittime,
una persona può essere donna, italiana e tunisina, madre
e moglie, assistente sociale; con alle spalle la scelta di vivere
in un ambiente sociale meno benestante e una comunità di
religione diversa da quella dorigine.

La prima violenza, secondo Sen, consiste nel ridurre queste differenze
a un «sistema di classificazione unico e predominante»,
per cui un individuo viene considerato o una cosa o unaltra.
Di qui nascono tutti i sentimenti violenti per cui i nazisti hanno
ammazzato gli ebrei perché ebrei, gli hutu hanno sgozzato
i vicini di casa tutsi semplicemente perché tutsi, i serbi
hanno massacrato i vicini di casa bosniaci di religione musulmana
semplicemente perché bosniaci e musulmani; e che spingono
purtroppo molte persone a vedere soltanto una delle molteplici identità
nel vicino di casa, a considerarlo, trascurando tutte le sfaccettature
della sua personalità, un arrogante, un disturbatore, una
minaccia alla sua tranquillità, un diverso e quindi un nemico.
Sullanalisi generale di Sen si deve innestare quella della
realtà economico-sociale dellItalia, e soprattutto
dei centri medi e piccoli della Pianura Padana. La formula magica
del distretto industriale è stata posta a dura
prova negli ultimi anni da un mutato clima economico internazionale:
una volta il benessere spuntava come per incantesimo, ora un incantesimo
perverso tende a spegnerlo. La domanda di lavoro delle impresine,
prima in crescita senza limiti, ora stenta; la precarietà
sostituisce gli straordinari, senza neppure lombrello protettivo
dei sindacati.
Lindividualismo coltivato con arroganza durante i tempi delle
vacche grasse si trasforma in solitudine, sospetto e scontentezza;
per una parte consistente della popolazione, il consumismo rituale
dei saldi sostituisce il consumismo entusiasta degli acquisti fatti
la prima volta. Invece di un limite che sarà presto superato,
il benessere materiale raggiunto come lappartamento
sempre in ordine, il camper sempre pulitissimo nel caso di Erba
diventa una trincea da difendere con le unghie e con i denti
contro i nemici esterni individuati mediante pochi, rozzi, tratti:
gli extracomunitari, i cinesi, i tossici, e via discorrendo.
Questa reductio ad unum è visibilissima, del resto, nel linguaggio
politico italiano che semplifica e deforma, demonizza o adora, usa
la satira come uno schiaffo e lironia come un coltello. Il
capo del governo e il capo dellopposizione non sono due signori
che possono aver ragione su alcune cose e torto su altre; o si sta
da una parte oppure dallaltra in una polemica sempre più
acida, sempre più barbara, in cui lindividuo scompare
dietro alla propria maschera.
Si possono purtroppo applicare allItalia i versi di Dover
Beach, una celebre poesia di Matthew Arnold, che Sen cita nella
sua introduzione: «E siamo qui come in una distesa sempre
più buia / spazzati da allarmi confusi di lotta e di fuga
/ dove eserciti ignoranti si affrontano nella notte».
Gli eserciti ignoranti a caccia di maschere da abbattere
purtroppo si affrontano, lottano e fuggono ogni notte nelle strade
delle nostre città. E sui ballatoi dei nostri condomini.
LItalia, soprattutto nelle zone prima più dinamiche
del Nord, si scopre scontenta e nervosa e sarebbe opportuno che
prendesse coscienza di queste deformazioni per cominciare a riannodare
i discorsi sul futuro, soprattutto quello dei suoi (pochi) bambini.
Non si tratta solo dei discorsi, assolutamente necessari, di convivenza
e di civiltà, ma anche di quelli sulleconomia e sul
benessere. La ripresa economica non è fatta soltanto della
crescita del prodotto lordo o della creazione di valore per gli
azionisti; non cè ripresa economica senza una ripresa
di umanità, senza il recupero di entusiasmo e visione, tolleranza
e voglia di scommettere sul futuro proprio e altrui, gusto della
vita. Forse è questa lunica strada per lasciarci alle
spalle i sempre più frequenti casi Erba che giustamente
ci angosciano dalle prime pagine dei giornali.
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