Noi abbiamo
una percezione
più forte di
questi valori
e una percezione
maggiore della
necessità
di difenderli come uneredità per le generazioni future:
lEuropa ha
dentro un potere responsabile.
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Alcuni sostengono che la politica estera si occupi essenzialmente
della difesa dei propri interessi e della sicurezza nel mondo. Altri
dicono che, per spiegare il comportamento delle Nazioni, basta osservare
la posizione che occupano nella struttura del sistema internazionale.
Cè del vero in entrambe le considerazioni.
In primo luogo, abbiamo degli interessi europei da difendere. Ma
anche gli altri Paesi difendono i propri interessi, pertanto non
è necessario essere sulla difensiva a questo proposito. In
secondo luogo, gli europei potranno avere influenza soltanto se
si uniscono.
Tuttavia, queste spiegazioni non tengono conto di un fattore fondamentale,
vale a dire limpatto che lidentità esercita sulla
politica estera. Le azioni che si compiono sulla scena internazionale
sono anche espressione della propria identità, della definizione
di se stessi e dei valori che si cerca di promuovere allestero.
Talvolta le discussioni sullidentità europea degenerano
in luoghi comuni, ma non bisogna dimenticare che nel 2003 abbiamo
adottato quella che è stata la prima strategia europea in
materia di sicurezza.
Credo che vi sia un insieme di valori di fondo, di convinzioni e
di esperienze che generano una composita identità europea;
vi sono inoltre ormai abbastanza elementi di un modello europeo
in base al quale organizziamo le nostre società e interagiamo
con il resto del mondo.

Quali? La compassione per coloro che soffrono, la pace, la riconciliazione
attraverso lintegrazione, un forte attaccamento ai diritti
umani, la democrazia e il principio della legalità, lo spirito
del compromesso sommato allimpegno di promuovere in maniera
pragmatica un sistema internazionale basato su regole, e infine
la sensazione che la storia e la cultura siano aspetti centrali
per comprendere come il mondo funziona e come dovremmo affrontarlo.
Questi elementi non appartengono soltanto allEuropa, e pertanto
non dobbiamo dare di noi stessi una definizione in negativo, in
opposizione agli altri. Probabilmente noi abbiamo però
una percezione più forte di questi valori e, senza alcun
dubbio, una percezione maggiore della necessità di difenderli
come uneredità per le generazioni future. Quindi, lEuropa
ha dentro di sé un potere responsabile.
La politica estera è un modo per esprimere la propria identità,
ma lazione sinergica sulla scena mondiale è a sua volta
un modo per plasmare unidentità comune e rafforzarla.
Le identità non sono statiche. Più agiremo insieme,
e più avremo successi da condividere, accanto a sconfitte
occasionali; le nostre risposte saranno sempre più convergenti
e questa idea di identità europea diventerà sempre
più solida.
Lopinione pubblica insiste sullimportanza di un ruolo
più forte dellEuropa. Sono convinto che ciò
non accada soltanto per promuovere i nostri interessi materiali,
o perché rischiamo di venire schiacciati dalle superpotenze
di oggi o di domani, ma anche per difendere una certa idea di Europa.
Lascesa di Cina, India, Brasile, e di altri Paesi, il ritorno
della politica delle identità, la nuova rilevanza delle questioni
energetiche e delle migrazioni: dobbiamo capire questi cambiamenti.
Non per negarli, ma per gestirli; non per opporci alla globalizzazione,
ma per negoziare le condizioni in cui questi cambiamenti avvengono.
Attraverso le sue azioni, lUnione europea deve essere in grado
di rispondere a questi cambiamenti e di incanalarli in una direzione
che sostenga i nostri ideali e interessi. Questa è la vocazione
dellEuropa. LEuropa deve avere la forza di accettare
le cose che non possono essere cambiate, e il coraggio di cambiare
le cose che devono essere cambiate, ma deve avere anche la saggezza
di distinguere le une dalle altre.
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