Lintegrazione
nelleconomia
globale produrrà prosperità per
tutti qualora sia fondata su passioni
e su istituzioni
piuttosto che
su cultura.
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La fiducia tra nazioni, o negli affari in senso globale, poggia
sulla natura della struttura legale e istituzionale allinterno
della quale il commercio si trova ad operare. Sia allinterno
di uno Stato, sia tra nazioni diverse, la fiducia può nascere
da una o due fonti. La prima è culturale, e in
essa la fiducia deriva da valori, tradizioni e storia comuni: in
tutte le società, la fiducia prima si stabilisce allinterno
della famiglia e tra consanguinei, poi lentamente si irradia attraverso
un più largo spettro sociale. La seconda forma di fiducia
si fonda su interessi comuni, e può esistere
tra perfetti estranei privi di legami culturali, estranei che possono
anche operare in differenti parti del mondo: questo tipo di fiducia
è determinata dalle istituzioni.

Delle due forme di fiducia, la versione culturale è chiaramente
la più naturale e diffusa, ma anche, allo stesso tempo, la
più primitiva. Tutti gli esseri umani si organizzano in gruppi
sociali primari o in comunità culturali, e praticamente ciascuno
di essi ricorre poi a tali gruppi in momenti di crisi.
La seconda forma di fiducia allarga allinfinito il suo raggio
potenziale: è la più duratura perché si basa
sullinteresse personale, ed è il fondamento della moderna
interdipendenza economica. La fiducia è sempre più
ancorata allinteresse personale piuttosto che alla cultura,
a mano a mano che i Paesi si modernizzano. La globalizzazione fornisce
lopportunità di espandere i mercati molto al di là
della propria cerchia culturale, e richiede lo sviluppo di una struttura
istituzionale impersonale e tuttavia articolata in modo che la fiducia
possa instaurarsi anche tra completi estranei. Lintero apparato
giuridico moderno e i meccanismi che esigono trasparenza nella gestione
aziendale statale sono concepiti più per ovviare alla necessità
di un tipo di fiducia a base culturale.
Si pensi a un caso esemplare: in Cina, e in società di lingua
cinese, gli affari erano strutturati tradizionalmente attorno alla
famiglia. Il confucianesimo è unideologia che pone
le relazioni familiari al centro della sua etica: questo implica
che il senso della fiducia in Cina era spesso riservato a parenti
oppure ad amicizie personali molto strette; era molto difficile
avere fiducia in uno straniero o entrare in un rapporto di affari
con una persona con la quale non eri imparentato.
Questo sistema era tuttavia limitante: voleva dire che imprese a
conduzione familiare non potevano evolvere in grandi aziende a gestione
professionale; il nepotismo, inoltre, portava alla corruzione e
allincompetenza manageriale, (tutti problemi, questi, che
vennero alla luce durante la crisi finanziaria dellAsia dieci
anni fa).
Lo stadio successivo nello sviluppo economico dellAsia Orientale
fu così quello di sostituire i rapporti di affari costituiti
attorno a legami personali con rapporti ancorati a formali istituzioni
legali ed economiche. Questo è un processo tuttora in atto;
è più veloce in alcuni Paesi dellAsia Orientale
rispetto ad altri, e ha potenzialmente implicazioni notevoli sul
piano globale sia in economia che in politica.
Quando riflettiamo sul tipo di fiducia che emergerà in Eurasia
nei prossimi anni, ci si presentano le stesse possibilità:
la fiducia può essere fondata su affinità culturali
e storia comune, o su comuni interessi personali e istituzioni.
Svariate ragioni politiche portano le Nazioni a schierarsi una accanto
allaltra sulla base di dati culturali, etnici o storici comuni.
La razionalità economica, tuttavia, esige che la fiducia
si basi su criteri più impersonali: maggiore è il
grado in cui le istituzioni di un Paese sono trasparenti e governate
da leggi, e più rilevante è il ruolo che un Paese
gioca.
La prospettiva dello scontro tra civiltà (Huntington)
pone la nostra attenzione sul fatto che in molte parti del mondo
ci si rifugia in stereotipi culturali, in politiche dellidentità
individuale e in religioni politicizzate. Tutto questo però
ci distrae da unaltra dinamica, rimasta forte per centinaia
di anni: quella verso lo sviluppo di Stati moderni che possano detenere
potere, far valere delle regole e anche, nello stesso tempo, porsi
dei limiti. La globalizzazione può determinare degli effetti
controproducenti, qualora le persone si ritirino in comunità
chiuse; tuttavia la stessa globalizzazione lascia anche scorgere
una via duscita da quel cul-de-sac.
Noi siamo testimoni, credo, del graduale profilarsi di un ordine
internazionale fondato su leggi e istituzioni, anche se questo è
un progetto a uno stadio assai meno avanzato. Lintegrazione
nelleconomia globale durerà più a lungo e produrrà
maggiore prosperità per tutti qualora sia fondata su interessi
piuttosto che su passioni, e su istituzioni piuttosto
che su cultura. Questa non è una prospettiva di tipo occidentale:
la mia è, piuttosto, globale.
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