Forse ci volevano il Rinascimento e la riscoperta
del valore della mente umana per rendere possibile la
rivoluzione di idee che culminò nella sintesi di Newton.
|
|
Che cosa si intende per assoluto? Il filosofo greco Platone intendeva
ciò che esiste in sé e per sé; relativo è
invece ciò che deriva la propria esistenza da qualche cosa
daltro. Per Aristotele, lassoluto è latto
puro, cioè la divinità e il motore immobile delluniverso.
La teologia cristiana identificherà lassoluto con il
Dio della rivelazione biblica.
Il periodo tra il VI e il III secolo a.C. è lepoca
eroica del fiorire della civiltà greca: Pitagora di Samo
è il primo a introdurre lidea che la natura può
essere descritta con relazioni numeriche. Tra i suoi discepoli,
Aristarco, riconosciuto come il più grande matematico dei
suoi tempi, propone che la terra è una sfera come il sole
e la luna, e che ruota intorno al sole. Il movimento dei corpi celesti
può essere spiegato assumendo che tutti si muovano intorno
al sole. Le stelle, che sembrano non muoversi per nulla, devono
essere a grandissima distanza dalla terra.
Archimede, suo contemporaneo, lo cita dicendo: «Lipotesi
di Aristarco è che il sole e le stelle non si muovono e che
la terra ruota intorno al sole su unorbita circolare con il
sole al centro». È interessante notare che Copernico
conosceva questa citazione di Archimede, anche se si prese lintero
merito per lipotesi eliocentrica, circa milletrecento anni
dopo.
A partire da Platone, attraverso Aristotele e Ipparco, fino a Tolomeo,
lastronomia divorzia dal mondo naturale, fenomeno che Koestler,
nel suo libro I sonnambuli, cerca di spiegare con il desiderio di
immutabilità, il terrore del cambiamento, la sfiducia nelluomo
come misura di tutte le cose, indotti dalla disintegrazione delle
città-stato greche prima della conquista macedone.

Se è con Platone che si inaugura questo modo di pensare,
fu Aristotele a trasformarlo in un dogma dellastronomia. Aristotele
mise la terra al centro delluniverso, circondata da nove sfere
(veramente, 55) concentriche di sostanza cristallina. La sfera più
vicina era quella della luna, la più lontana quella delle
stelle fisse, e al di là di quella, la sfera del Primo Mobile:
la divinità.
Da quel momento in poi, lunico compito degli astronomi fu
di disegnare dei sistemi matematici senza alcun riferimento a leggi
naturali. Nel 150 lalessandrino Tolomeo compila lAlmagesto
(libro che rimase per più di un millennio la massima autorità
in astronomia) facendo ricorso a una serie di esercizi puramente
matematici per conciliare i propri calcoli con le osservazioni,
insomma per salvare le apparenze.
Il sistema aristotelico fu adottato dai teologi cristiani. Il Primo
Mobile divenne il Dio della teologia cristiana, la sua sfera fu
identificata col Paradiso. Lo schema delluniverso tolemaico
divenne un dogma religioso. È ben noto che questo ebbe esiti
talvolta tragici per liberi pensatori come Giordano Bruno, benché
nel suo caso le sue idee cosmologiche fossero solo una delle otto
eresie per cui venne condannato al rogo in Campo de Fiori.
Per più di mille anni, dunque, non vi fu alcun progresso
in astronomia. Anzi, nel 1500 si sapeva meno sulluniverso
di quanto ne sapessero gli antichi greci. Forse ci volevano il Rinascimento
e la riscoperta del valore della mente umana per rendere possibile
la rivoluzione di idee che culminò nella sintesi di Newton.
Vi sono delle tappe importanti in questo processo: dalla pubblicazione,
nel 1543, del De Revolutionibus Orbium Coelestium di Copernico,
alla scoperta da parte di Tycho, nel 1572, della Stella Nova; dalla
pubblicazione dellAstronomia Nova (1609) e dellHarmonices
Mundi (1618) di Keplero al Sidereus Nuncius (1610), che descrive
le scoperte di Galileo con il nuovo telescopio; fino ai Principia
(1687) di Newton.
Tutte queste scoperte rimuovono per sempre gli errori e le false
assunzioni di Aristotele e di tutti i suoi successori, e vi sostituiscono
risultati osservati. La sintesi newtoniana ha avuto enormi conseguenze
per la scienza tutta e per la nostra percezione delluniverso.
Ci ha dato soprattutto una ragione fisica per comprendere i fenomeni
che osserviamo, rendendo possibili non solo i successivi progressi
della scienza, ma anche lo sviluppo della rivoluzione industriale.
Nella prima parte del Ventesimo secolo, grazie al progresso della
fisica e delle tecniche di osservazione, abbiamo potuto dare una
risposta a questioni che lumanità si è posta
da sempre circa le origini e le dimensioni delluniverso, la
formazione delle stelle, dei pianeti, degli elementi
Negli ultimi cinquantanni nuove scoperte si sono succedute
luna allaltra a ritmo sempre più veloce, grazie
alla costruzione di grandi osservatori sia a terra che nello spazio.
Cosa abbiamo scoperto? Nuovi stati di materia e nuove forme di energia.
Mentre nel sole la densità è solo cento volte la densità
della materia normale, esistono stelle con una densità di
un milione di miliardi di volte maggiore. Sono le stelle di neutroni
che si formano attraverso esplosioni di supernove alla fine della
vita di una stella normale. Esistono stelle ancora più massicce,
i buchi neri, dove la gravità è così forte
che nemmeno la luce riesce a scappare. Al centro delle
galassie più luminose osserviamo dei buchi neri di massa
uguale a centinaia di milioni di masse solari.
Ma la scoperta più sorprendente e più recente è
che la materia normale (fatta di protoni, neutroni ed elettroni)
costituisce solo una minima porzione della massa totale delluniverso.
Anche aggiungendo alla massa che vediamo otticamente la massa molto
più grande presente in forma di gas ad altissima temperatura
nello spazio intergalattico e rivelata dalla sua emissione di raggi
X, possiamo ottenere solo il 3 per cento della massa totale che
crediamo esista nelluniverso. Cosa è la materia che
manca? Il 27 per cento è in forma non osservabile finora,
eccetto che per i suoi effetti gravitazionali. Il 70 per cento è
dovuto a un nuovo fenomeno di cui ancora non comprendiamo la natura
e che viene interpretato come unenergia repulsiva.
Riusciremo mai a spiegarci perché luniverso è
come è? Riusciremo mai a capire perché luniverso
è definito da costanti di un valore tale da permettere levoluzione
delle strutture che ci circondano e infine il sorgere della vita?
In ogni caso, devo dire che lo studio delluniverso in cui
viviamo è oggi una delle più soddisfacenti attività
per uno scienziato. Viviamo infatti in un periodo glorioso dellastronomia.
Io personalmente vi trovo uno stimolo intellettuale ed estetico,
e vorrei riuscire a capire tutto il processo, dal Big Bang al Dna.
Sono anche convinto che dobbiamo sforzarci tutti di ridare fiducia
alla capacità della ragione umana di risolvere i nostri problemi,
in modo tale da evitare di ricadere di nuovo in secoli oscuri.
|