Linflazione esiste già e noi, volenti
o nolenti, dovremo abituarci a un mondo nel quale i bisogni della
Cina e dellIndia
portano alle stelle i prezzi delle
materie prime.
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Il Governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, fa bene ad
aiutare anche chi è responsabile della propria disgrazia,
come ad esempio i banchieri della Bear Stearns (quinta
banca dinvestimento nordamericana, tra le più esposte
sul mercato dei mutui subprime e in gravissima crisi di liquidità,
N.d.R.): questo è il momento di salvare il mercato, non di
dare lezioni etiche.
Personalmente, non credo che la pioggia di miliardi riversata sui
mercati dalla Federal Reserve possa peggiorare la situazione, perché
la vera emergenza in questo particolare momento non è rappresentata
dallinflazione. Questa esiste già, e noi, volenti o
nolenti, dovremo abituarci a un mondo nel quale i bisogni della
Cina e dellIndia, nazioni che insieme sommano due miliardi
e mezzo circa di abitanti, portano alle stelle i prezzi delle materie
prime. Il vero problema è che da sola la Federal Reserve
questa volta non può pensare di farcela.
E non può pensarlo per la semplice ragione che può
garantire soltanto liquidità a breve termine, mentre il problema
del mercato immobiliare non è destinato a risolversi velocemente:
in realtà, si tratta di un ciclo di ribassi molto lungo,
che molto probabilmente coinvolgerà anche mercati diversi
da quello statunitense.

Per quel che riguarda il tipo di interventi che a questo punto
si ritengono necessari, alcuni parlano addirittura di nazionalizzazione
del sistema immobiliare; io ritengo invece che alcune agenzie governative
dovranno prendere temporaneo possesso dei mutui insolventi, togliendo
questo peso alle banche in crisi.
E, nello stesso tempo, non credo che provvedimenti di questo tipo
possano finire per indebolire ulteriormente il dollaro. La moneta
americana, infatti, continuerà ad essere debole ancora per
un lungo periodo. Questo fatto non mi preoccupa: il segretario americano
del Tesoro dice di volere una valuta forte, ma nella pratica sa
benissimo che leconomia statunitense ha più che mai
bisogno di un dollaro che si indebolisca gradualmente.
Lallarme rosso suonerà nel momento in cui i Paesi che
sostengono la nostra economia comprando dollari smetteranno allimprovviso
di farlo. Cosa che una volta o laltra è destinata a
verificarsi. Tutto sta nella correttezza delle previsioni: accadrà
prima, o poi? Già molti cominciano a preferire leuro
alla nostra divisa. Si tratta di un evidente campanello dallarme.
Ma gli Stati Uniti, al momento giusto, sapranno prendere contromisure
adeguate. Questo almeno ci insegna la storia della nostra economia.
E questo personalmente mi auguro.
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