È dimportanza
vitale offrire ai
nostri ricercatori migliori e più creativi la libertà
di seguire la
propria curiosità
e il proprio istinto.
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LEuropa è un buon posto dove fare ricerca. E vincere
un Premio Nobel è un motivo sufficientemente valido per riflettere
sullimportanza dellistruzione, delleccellenza,
della creatività e dellinnovazione per lambiente
imprenditoriale nel quale ci troviamo ad agire.
Io sono fondamentalmente un ricercatore puro, ma mi piace anche
inventare e mettere alla prova ognuna delle scoperte che faccio
nel corso delle mie ricerche, per vedere se potrebbero avere qualche
applicazione pratica. Daltra parte, il futuro delle moderne
nazioni industriali non può consistere nel produrre frigoriferi
e lavatrici. Abbiamo bisogno di nuove idee, coraggio e capitali
di ventura. Le nostre Università devono tornare a consentire
ai talenti migliori di favorire la propria creatività e prendere
liniziativa per realizzare scoperte rivoluzionarie. I giovani
studenti e i giovani ricercatori devono poter avere le migliori
opportunità, proprio come le ho avute io negli Stati Uniti.
Lodierna economia globalizzata può essere paragonata
al mondo dello sport: soltanto il migliore può vincere. In
un contesto simile, le menti creative e innovative diventano più
importanti del capitale. Questo spiega perché da tempo infuri
una lotta allultimo sangue per aggiudicarsi gli elementi più
brillanti.

Purtroppo, in Europa produciamo un numero troppo basso di ingegneri
e di scienziati. E non siamo sufficientemente attraenti per i migliori
da garantirci di poter rimanere nelle prime posizioni in futuro.
In questo momento, in Germania, ci sono migliaia di posti di ingegneri
vacanti perché non ci sono persone abbastanza qualificate
per ricoprirli. Sono cifre che cresceranno drammaticamente negli
anni a venire.
Le Università di élite americane non hanno alcun
problema ad attirare i migliori talenti europei, potendo offrire
salari di gran lunga superiori ai nostri. Un ulteriore incentivo
a varcare loceano è dato dalla libertà dallopprimente
intreccio di lacci e regolamenti burocratici che tanto spesso soffoca
la creatività e liniziativa, dalle nostre parti.
Tuttavia, in diversi Paesi europei le cose stanno cominciando a
cambiare in modo radicale. Siamo finalmente consapevoli dellimportanza
di creare almeno una manciata di Università deccellenza,
capaci di tener testa alla concorrenza internazionale. Università
nelle quali individui dotati e disposti a darsi da fare possano
sentirsi a loro agio. Università i cui diplomati possano
sentirsi a tal punto orgogliosi dei propri risultati accademici
da elargire in seguito donazioni private a supporto della loro alma
mater.
Infatti, mentre le nostre Università tornano a chiedere ricerca
e insegnamento di alto livello, i fondi a disposizione non sono
neanche lontanamente sufficienti a trasformarle in una Harvard o
in una Stanford. Le grandi Università americane si appoggiano
a Fondazioni gigantesche, e spendono per ogni studente dieci volte
di più di quello che spendiamo noi, condizionati come siamo
da anni di tagli alle spese e di aumento del numero degli studenti.
La gente spesso mi chiede perché, dopo sedici anni in California,
abbia rinunciato alla mia cattedra a Stanford e sia tornato in Germania.
La ragione principale è che sono stato nominato direttore
dellIstituto Max Plance per lottica quantistica, centro
che nel campo della ricerca pura gode di una posizione di primo
piano a livello mondiale. A Stanford la vita era scandita da libertà,
competizione e gioia del risultato. Garantire ricerche di altissimo
livello era il solo modo per attirare i colossali finanziamenti
necessari per coprire le spese generali dellUniversità,
portando dunque un contributo vitale al budget dellateneo.
Allo stesso modo, un insegnamento di altissimo livello era il solo
modo per giustificare le rette elevatissime a carico degli studenti.
Solo un numero molto ridotto dei migliori studenti del Paese veniva
ammesso al nostro programma di dottorato. Perfezionare idee vecchie
non interessava: quello che voleva la gente erano idee rivoluzionarie,
idee capaci, potenzialmente, di innescare veri e propri mutamenti
di paradigma.
E nonostante tutto questo, cera un ampio spazio per uninfantile
giocosità e per ricerche stimolate dalla pura e semplice
curiosità. Durante le sue spiritose conferenze pubbliche,
Arthur Schawlow (vincitore del Nobel per la Fisica nel 1981) amava
tirar fuori una pistola laser in plastica colorata, dove il suo
tecnico aveva inserito un vero laser, azionato da una lampada per
i flash. Poi gonfiava un palloncino trasparente, allinterno
del quale ne appariva un secondo, azzurro e a forma di Topolino.
«È terribile, non è vero? I topi si infilano
dappertutto», scherzava Schawlow. Poi premeva il grilletto:
si vedeva un lampo di luce rossa, e il palloncino interno esplodeva
con uno schiocco sonoro, mentre il palloncino esterno, quello trasparente,
rimaneva intatto.

È un esperimento che dimostra che il laser trasforma la
luce in qualcosa che oltre a poter vedere possiamo utilizzare, e
utilizzare in posti che non possiamo toccare, come la retina dellocchio.
Le operazioni con il laser, da allora, hanno salvato innumerevoli
pazienti dalla cecità provocata dal distacco della retina.
Schawlow spiegò in seguito che quando inventò il laser
non aveva mai nemmeno sentito parlare di questa malattia dellocchio.
E se avesse cercato di trovare una cura, certo non si sarebbe preoccupato
di andare a studiare lemissione fotonica stimolata, considerata
allepoca un fenomeno piuttosto arcano.
Pur con tutte le tentazioni commerciali, la ricerca pura
la scoperta di conoscenze nuove deve rimanere in cima alla
lista delle priorità per qualsiasi Università di ricerca.
La ricerca pura ci offre una comprensione più chiara del
mondo e ci aiuta ad affrontare meglio tutti i problemi che la vita
ci mette di fronte. La ricerca scientifica getta i semi delle tecnologie
del futuro e allena menti giovani e curiose ad esplorare e conquistare
il nuovo e lignoto.
Tutti noi possiamo citare una serie di problemi pressanti che necessitano
di una soluzione: fermare i cambiamenti climatici, ad esempio, attingere
a nuove fonti di energia, prevenire e curare le malattie, creare
nuovi materiali
A volte, però, concentrare la ricerca unicamente sulla soluzione
di un problema specifico può non essere una buona idea. In
molti casi, le conoscenze e gli strumenti esistenti non saranno
mai in grado di gestire le sfide direttamente. Grandi quantità
di finanziamenti per la ricerca in passato sono state sperperate
semplicemente perché indirizzate su obiettivi troppo ristretti
e limitati.
Alcuni anni fa, lopinione pubblica americana guardava con
sufficienza alla pratica nota come curiosity-driven research, vale
a dire la ricerca determinata dalla curiosità di sapere.
Ora, però, i ricercatori sono tornati mestamente a fare affidamento
su questa forza che da tempi immemorabili fa da traino allevoluzione
umana.
È dimportanza vitale offrire ai nostri ricercatori
migliori e più creativi la libertà di seguire la propria
curiosità e il proprio istinto. E allo stesso modo, è
necessario dedicare molta più attenzione a coltivare e incoraggiare
nelle nostre scuole la naturale curiosità dei giovani. Sarà
percorrendo questa strada, molto probabilmente, che lEuropa
potrà veder brillare con molta più forza la luce dellinnovazione.
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